Era il lontano 11 dicembre 2003 quando la blogosfera italiana – allora un piccolo microcosmo sconosciuto ai più – vide la comparsa di un blog ricco non di parole, ma disegni. Dall’esordio di eriadan sono trascorsi, quindi, ben dieci anni. E le coordinate in cui ci muoviamo oggi, ce lo ricordano quotidianamente: Internet, la scena dei webcomics italiani, lo stesso Paolo Aldighieri non sono più gli stessi di allora.
Che la Rete abbia vissuto l’evoluzione che conosciamo, era cosa ovvia. Meno scontato, invece, è che anche l’offerta – la visione, il ritmo, gli immaginari, gli stili – dei webcomics italiani sia cambiata così a fondo. Certo, nel nostro paese il fumetto ‘nativo digitale’ è ancora indietro rispetto alla quantità, alla qualità e alla capacità organizzativa che abbiamo visto esprimersi nello stesso arco di tempo in Francia o negli Stati Uniti. Ma resta vero che, nel lontano 2003, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che, dieci anni dopo, il fumettista italiano più visibile sui media sarebbe stato un proprio un autore di webcomics come Zerocalcare. Nessuno, tranne chi stava imparando a conoscere e seguire eriadan.
La storia di questo decennio di evoluzione del rapporto fra Internet e fumetto in Italia, è anche e soprattutto la storia di Paolo Aldighieri: quella di un “pioniere per caso”. Uno di quelli che, dei ritagli di tempo e dei bisogni espressivi, del lavorare e del fantasticare, delle frustrazioni quotidiane e della voglia di ridere, ha saputo fare un piccolo segnale di come stava(mo) cambiando. Col risultato di trasformarsi da segnale in segno. Ovvero, in una testimonianza felice di ciò che è accaduto: abbiamo imparato ad abitare e a vivere con la Rete.
Perché nel tempo libero – online – di tanti fra noi, Paolo ci ha aiutato ad addomesticare il nostro rapporto con Internet, praticandola né come uno specchio né come un altrove. Pioniere per tanti fra noi, ci ha fatto capire come anche la Rete – il fumetto, in rete – poteva accogliere, in particolare, le strane oscillazioni che ci riempiono la vita quotidiana. La banalità delle routine convive con gli slanci dell’immaginazione. Anche online.
In questi dieci anni, anche eriadan è cambiato. Il talento di Paolo Aldighieri si è fatto più solido nel disegno e nel ritmo della (micro) narrazione. Inoltre, si è raffinato nel comprendere la grammatica del fumetto, offrendo un sacco di quei riusciti paradossi grafici che le sole parole non potrebbero esprimere. Per esempio, come le tante sequenze che avvengono in volo, tra macchine impossibili, angeli, uccelli, vignette deserte e vignette deformate – ovvero tra proiezioni mentali e invenzioni meta fumettistiche. Ma soprattutto ha costruito, mattoncino dopo mattoncino, un percorso decennale fatto del racconto di sé – l’università, la famiglia, il lavoro, i figli – e della costruzione di un universo fantastico – personaggi, oggetti, parole – che sembrano convivere perfettamente. Anzi: imperfettamente. Come imperfetti sono i percorsi di tutti noi che viviamo, al contempo, dentro e fuori la Rete. Noi che teniamo i piedi ben piantati dentro la grande (piccola?) realtà, ma anche noi che muoviamo la testa là fuori, nei territori dei nostri piccoli (grandi?) voli. I voli pindarici con cui eriadan continua ad alimentarci.
* Dall’Introduzione di Matteo Stefanelli al volume eriadan 11: “eriadan, pioniere per caso. Dieci anni di voli pindarici.”
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Ogni volta, in occasione del suo compleanno, eriadan ridisegna la prima striscia. Qui trovate le 11 strisce: dalla prima (11 dicembre 2003) all’ultima (11 dicembre 2013).