Pur chiamandosi, letteralmente, “Batman figlio di Superman”, la polizia non si è lasciata intimorire. E l’ha arrestato. Facendolo poi condannare a ben tre anni di reclusione.
In realtà, questo giovane di 23 anni, residente a Singapore, sembra non avere molto in comune con i due supereroi. Già balzato agli onori delle cronache qualche anno fa, dopo avere firmato la sua -ormai celebre- carta d’identità, il cosiddetto “figlio di Superman” fa parlare ancora di sé in seguito alla sua condanna per furto, spaccio e consumo di eroina (attività non proprio adatte a un curriculum da difensore dell’ordine). Alcuni dei suoi fan si sono lamentati attraverso la pagina facebook “Batman Bin Suparman Fan Club”, sostenendo che il loro eroe, probabilmente, si è semplicemente lasciato attrarre dal lato oscuro. Altri, più ottimisti, aspettano solo che rompa le sbarre e scappi da solo.
Ebbene sì: quella che avete appena visto è la sua vera carta d’identità. Come ha raccontato Slate, in realtà Suparman è un cognome piuttosto diffuso in Indonesia:
«Questo è, infatti, un nome molto comune tra i giavanesi che abitano le parti centrali e orientali dell’isola indonesiana di Java, così come tra i gruppi etnolinguistici vicini, in particolare il Sundanese nella porzione occidentale di Giava.
Il prefisso Su-, derivato da una radice sanscrita (सु in Devanagari) che significa “buono, fortunato,” si presenta frequentemente nei nomi giavanesi, come ad esempio i primi due presidenti dell’Indonesia, Sukarno e Suharto, così come l’attuale presidente Susilo (Bambang Yudhoyono). Un ex comandante militare indonesiano di nome Djadja Suparman è stato recentemente condannato per appropriazione indebita. Un Sundanese musicista tradizionale che ha girato gli Stati Uniti si chiama Ade Suparman.
E a dimostrazione della propensione Sundanese per la duplicazione, il presidente uscente della Commissione giudiziaria in Indonesia si chiama Eman Suparman. Il suo successore (nessuna parentela) è Suparman Marzuki, che si era già fatto notare nel 2013 al Torneo per il nome dell’anno.»
In questo caso, dunque, dal punto di vista locale la bizzarrìa è tutta nel nome Batman. Per quanto a sentire Slate, a Giava anche Superman sembra avere precedenti poco raccomandabili. Morale finale: che anche i real life superheroes nascondano un lato oscuro?