di Enrico Piscitelli
Negli ultimi mesi i frequentatori delle fiere di fumetto potrebbero avere incontrato lo stand di una nuova associazione culturale. Una di quelle davvero attive e operose, ma soprattutto ben diversa dalle tradizionali associazioni fumettòfile, grazie alla specificità del suo oggetto di interesse: il collezionismo di tavole originali e illustrazioni. Si tratta di La Nona Arte, una giovane organizzazione – espressione di una comunità nata su Facebook – che progetta e realizza per i propri soci dei portfolio dedicati a grandi autori (e a celebri personaggi seriali), e che comunica attraverso una rivista semestrale. Della sua nascita, delle caratteristiche, e del modello – originale e brillante – con cui opera, abbiamo discusso con Luca Baldi, vicepresidente dell’associazione.
Guarda le tavole del portfolio Dylan Dog Monsters
Innanzitutto, quando e come è nata La Nona Arte?
È nata a fine 2013, in risposta a un annuncio postato sul gruppo Facebook “Collezionisti di tavole originali, copertine e illustrazioni“. Paolo Rinaldi, il fondatore, cominciò a far girare questa idea: realizzare un’associazione che potesse diventare una voce reale e autorevole nel collezionismo di originali in Italia. Su Facebook i collezionisti sono forti di un gruppo che conta più di 2100 membri, ma mancava una realtà che potesse unirci e divulgare la nostra passione. Ci furono molte risposte positive e si capì da subito che l’idea di Paolo aveva dato voce a un pensiero comune. Alla fine però, di tanti che avevano risposto all’appello del post, solo cinque di noi avevano le caratteristiche necessarie, in quel momento, per potersi attivare nella realizzazione dell’associazione.
Nei primi quattro mesi del 2014 abbiamo realizzato, a tempo di record, un sito internet, la nostra pagina Facebook e tutto il coordinamento dell’associazione. Le idee erano tante e spesso discordanti tra loro, ma la cosa su cui tutti concordavamo era che la voce principale della nostra associazione dovesse essere una rivista cartacea, strumento che si lega a doppio filo con il concetto di collezionismo di tavole originali. La rivista è la voce ufficiale della Nona Arte ed è impostata come una vera e propria rivista d’arte. Il nostro obiettivo è divulgare il concetto che le illustrazioni e le tavole del fumetto sono arte, e come tali dovrebbero essere trattate. Con questo obiettivo sviluppiamo i dossier e le interviste agli autori, facendoli parlare delle loro tecniche di illustrazione, della loro evoluzione stilistica e del rapporto legato al collezionismo di originali.
Quanti sono i membri, e come ci si associa a La Nona Arte?
I soci sono raddoppiati nel nostro secondo anno di vita: oggi siamo a circa 240 iscritti. Per noi è un traguardo insperato, che ci conferma di aver intrapreso la giusta direzione e che abbiamo l’apprezzamento dei collezionisti. Associarsi è molto semplice, attraverso il sito è possibile scegliere la tipologia di associato che vuoi diventare. Le opzioni di associazione per l’anno in corso sono: Socio Ordinario, che riceve card, due numeri della rivista, e il portfolio standard; Socio Sostenitore, che riceve card, i due numeri della rivista, e il portfolio in versione deluxe (esaurito in un mese!); Socio Sostenitore Doppio Portfolio, che riceve card, i due numeri della rivista ed entrambe le versioni del portfolio. Ovviamente le quote variano a seconda della tipologia, ma vi assicuro che i prezzi, per la qualità dei prodotti, sono tra i più competitivi sul mercato. Provate a chiederlo ai nostri associati: il loro stupore al ritiro in fiera ci ripaga di tutti gli sforzi produttivi!
Come avete diviso i compiti, in questa avventura?
Siamo in quattro a occuparci di tutta la produzione, la coordinazione e la distribuzione del materiale dell’associazione. Paolo Rinaldi è il presidente e l’inesauribile mente dietro a ogni strumento con cui promuoviamo l’associazione. Paolo si occupa anche di contattare le case editrici e gli autori. Poi ci sono io, che come vicepresidente mi occupo di tutta la realizzazione grafica degli strumenti e della promozione on e off-line. Vanni Varalda, socio fondatore, è il coordinatore del gruppo che si occupa della gestione del back office tenendo le fila degli step di realizzazione/consegne materiali, delle newsletter e dei contatti con gli associati. E infine Marco Miccione, socio fondatore, è il tesoriere: a lui il compito di tenere il conteggio di entrate e uscite, di eseguire i pagamenti ai fornitori e di bacchettarci quando sforiamo i budget. Tutti gli associati hanno la possibilità di rendersi attivi, affiancandoci agli stand in fiera o realizzando articoli/dossier per la rivista. L’aiuto dei soci è sempre ben accetto e necessario per dare maggior voce al collezionismo di originali.
Come funziona la formula dei vostri portofoli, rispetto al ruolo degli originali? Quest’anno ne avete prodotto uno che ha per protagonista Dylan Dog, con disegnatori di primo piano della serie.
Abbiamo realizzato Dylan Dog Monsters, un progetto nato in contemporanea con l’associazione ma concretizzatosi solo quest’anno, e che contiene illustrazioni di Bruno Brindisi, Corrado Mastantuono, Marco Soldi, Lola Airaghi, Daniele Bigliardo, Gianluca Cestaro, Maurizio Di Vincenzo, Enrique Breccia, Nicola Mari, Carlo Ambrosini, Paolo Bacilieri, Paolo Mottura, Eugenio Sicomoro. Per Lucca Comics 2015 stiamo preparando, invece, un portfolio dedicato a Paolo Mottura che ci delizierà con 15 reinterpretazioni di locandine cinematografiche di film che hanno fatto la storia del cinema. Naturalmente in chiave Disney! Un’occasione unica da non lasciarsi sfuggire, per associarsi a La Nona Arte.
I nostri portfolio offrono la possibilità agli associati di realizzare un piccolo sogno, ovvero acquistare una splendida illustrazione commissionata a un autore e vederla successivamente pubblicata. Funziona così: l’associazione si occupa del contatto con l’autore, concordando un numero di illustrazioni da realizzare (minimo dieci) con un tema comune. Contrattato il prezzo, caratteristiche di formato/tecnica e tempistiche, andiamo a proporre ai nostri associati, tramite newsletter, il progetto. In questo modo, loro hanno la possibilità di acquistare uno degli originali; in caso di richieste superiori al numero di illustrazioni concordate, i committenti vengono sorteggiati. Chi acquista l’originale metterà anche una piccola quota (veramente esigua rispetto al valore che acquisisce l’opera pubblicata) per sostenere i costi di stampa del portfolio. L’operazione quindi accontenta tutte le parti: l’illustratore che riceve il giusto compenso per le sue opere, il committente che acquisisce in collezione un’opera pubblicata al costo di una commissione privata e l’associato, che riceve un portfolio di qualità a un costo associativo assolutamente basso.
Sempre più spesso i disegnatori abbandonano la china e passano al digitale. In che misura questo ha un impatto sul collezionismo di tavole? Cosa accadrà quando verrà a mancare nuovo materiale?
Questa è la tipica domanda da un milione di dollari. Non posso che darti il mio punto di vista di collezionista da oltre 20 anni: ho sempre pensato che un artista non deve mai piegarsi al volere del mercato. Deve essere sempre libero di esprimere la sua arte con qualsiasi mezzo ritenga opportuno e sempre col pensiero rivolto al fruitore dell’opera. Per questo il digitale, come tanti altri strumenti, deve essere accettato come evoluzione di un percorso artistico. Certo questa tecnica cambierà sicuramente la scelta di acquisto del collezionista, che dovrà sincerarsi di cosa effettivamente sta comprando. Gli originali, con l’apporto del digitale, potranno discostarsi molto dalla versione pubblicata ma ricordiamoci, con proporzioni minori, che la stessa logica vale anche per eventuali fotocopie o ritocchi, che da sempre caratterizzano il lavoro sugli originali. Il mio consiglio è di vedere l’opera dal vivo e, ritocchi o meno, scegliere con il cuore la tavola che ha regalato emozione durante la lettura del fumetto.
Quest’ultimo punto mi lega alla seconda parte della domanda. Fino a che ci sarà il fumetto ci sarà collezionismo di tavole originali. Un mercato alimenta l’altro. Si legge in primis il fumetto, ci si innamora (per me è il termine giusto!) di una tavola e si cerca di acquistarla. Una volta appesa o inserita nel proprio book, che il suo valore salga o si abbassi passa in secondo piano: l’importante è poterla ammirare in ogni suo dettaglio e rivivere quell’emozione. Questa è la parte “romantica” del collezionismo. Poi esiste anche l’aspetto economico che, negli ultimi anni, ha visto esplodere il valore degli originali. Qui l’argomento si fa spinoso e per quanto mi riguarda il nocciolo della questione è questo: ogni forma d’arte nella storia ha lasciato in eredità nomi di artisti che tutti conosciamo, da Picasso a Monet a Michelangelo e così via. Ma anche tantissimi bravi “artigiani” che, col tempo, sono diventati sconosciuti. Quindi sì, ci saranno quotazioni enormi per artisti destinati, per qualità, a essere sdoganati nell’arte contemporanea, ma anche tanti che andranno a perdersi per eccessiva produzione o perché artisticamente troppo legati a doppio filo al personaggio che disegnano e senza il quale il loro valore di mercato si abbassa drasticamente. Quindi non tutto è oro quel che luccica e non tutte le tavole sono destinate a rivalutarsi nel tempo. Personalmente cerco di acquistare i lavori di illustratori nei quali vedo maturare un percorso artistico slegato alla sola narrazione fumettistica e che vedo esprimersi anche al di fuori dei vincoli editoriali. Penso a Kent Williams o ai nostri Simone Bianchi o Gabriele Dell’Otto, per fare qualche esempio. Naturalmente questo comporta l’impossibilità economica di acquistare quanto facevo un tempo, e di puntare solo pochi pezzi selezionati l’anno. Ma, ammettiamolo, è anche un modo per giustificarne il prezzo a mia moglie!