Futurama è morta, viva Futurama!
Negli Stati Uniti, la sitcom fantascientifica creata da Matt Groening è terminata ormai da un anno, ma qui in Italia gli ultimi episodi sono stati trasmessi di recente su Italia 1 (con un doppiaggio infelice, va detto). Per celebrare la serie, che appare in un crossover nella nuova stagione de I Simpson, abbiamo stilato la lista dei migliori episodi.
Prima della classifica vera e propria, due parole sugli episodi rimasti fuori, a cui va una semplice menzione d’onore ma che meriterebbero di più, tanto sono capaci di bilanciare fantascienza, scienza vera e propria, commedia ed emozioni sincere: La serie è atterrata, Un amore stellare, Muta come un pesce, Dossi e paradossi e Il prigioniero di Benda. Quest’ultimo, per dire cosa lasciamo fuori, ha il vanto di aver dimostrato una teoria (o prova, a seconda dei pareri) matematica. E scusate se è poco.
Ora, ecco a voi i migliori dieci migliori episodi di Futurama.
10 – Gioco di toni (Game of Tones), settima stagione
Uno degli ultimi episodi in ordine di produzione, Gioco di toni ripesca il passato di Fry e porta in scena la sua famiglia d’origine, che già tante soddisfazioni aveva dato nel corso degli anni. Un’astronave aliena orbita attorno alla Terra inviando un messaggio sonoro di quattro note. Il segmento musicale, ripetuto in continuazione, rischia di distruggere il pianeta, ma Fry ricorda di averlo sentito nel suo presente. Viene così costretto a scovare tra i suoi ricordi per capire l’origine del problema.
Un terzo atto messo insieme con goffaggine e fin troppo debitore di Incontri ravviccinati del terzo tipo e Inception non scalfisce il cuore della puntata in cui, complice l’accompagnamento musicale di Manchild degli Eels, la relazione tra Fry e sua madre ha il tanto meritato lieto fine.
9 – Cuore di cane (Jurassic Bark), quarta stagione
Se Gioco di toni poteva emozionare nel finale, l’episodio in questione vi distruggerà dal primo minuto. Nel XX secolo, Fry aveva un cane, Seymour, un bastardino che sapeva latrare I’m Walking on Sunshine. Questa è la storia di quel cane e della sua vita senza il suo padrone.
Gli sceneggiatori giocano sporco perché le trame con animali/cuccioli sono quelle più a rischio di lacrima ma, per quanto furbo, questo Hachikō in salsa fantascientifica è uno di quegli episodi che colpiscono alle spalle emotivamente. E se non vi colpisce, probabilmente siete morti dentro.
8 – Il nonno di se stesso (Roswell That Ends Well), terza stagione
Come ci ha raccontato David X. Cohen, il viaggio nel tempo non era tra gli argomenti che lui e Matt Groening volevano toccare durante le prime stagioni, eppure un tema così affascinante non poteva non essere affrontato dai realizzatori. Arrivati alla terza stagione, pareva impossibile non farsi tentare da una storia in cui Fry e amici tornano nell’Area 51 del secondo dopoguerra.
Il nonno di se stesso è il primo tentativo di baloccarsi con le complicazioni delle sfasature temporali ed è una prova riuscita non tanto per la storyline principale, ma per tutte le sottotrame comiche intessute: da Zoidberg vivisezionato a Bender riassemblato in forma di disco volante, fino al Professore e Leela finta coppia borghese alla ricerca di un forno a microonde, tutte le gag sono a fuoco e danno ritmo a un episodio che più fantascientifico di così si muore.
7 – Pilota spaziale 3000 (Space Pilot 3000), prima stagione
Solitamente i primi episodi di una serie – le prime stagioni a dire il vero – non sono mai le prove migliori da parte degli sceneggiatori. Vanno introdotti i personaggi, sviluppate le personalità e presentate le dinamiche, insomma c’è tanto lavoro sporco da fare. Solo verso la terza stagione il meccanismo produttivo è rodato al punto da permettere allo show di trovare la propria voce.
Futurama, per quanto rispetti questa regola, presenta una prima stagione solida e con una puntata pilota fuori dai canoni. Molte idee verranno scartate (la cabina suicidi, il chip carriera), ma Pilota spaziale 3000 è uno dei primi esempi televisivi di commedia fantascientifica ben riuscita, riuscendo ad affrontare temi come la predestinazione stoica, lo spaesamento post-adolescenziale e i robot piegatori.
6 – Un parassita perduto (Parasites Lost), terza stagione
Essere infestati dai vermi non è esattamente un’esperienza gradevole, ma se questi vermi vi rendessero più forti, intelligenti, sani e, di fatto, migliorassero la vostra persona, non li vorreste? Anche al prezzo di essere snaturati al punto che i vostri cari starebbero amando i parassiti invece che voi?
È questo il dilemma che Fry deve risolvere in Un parassita perduto. Complici i riferimenti a Viaggio allucinante, con alcune variabili molto ispirate, come i robot in miniatura, la puntata segue i doppi binari della fantascienza e della soap tra Fry e Leela, tirando in ballo questioni esistenziali e gag corporali. In più è un’ottima lezione di anatomia (stando a quanto dice Zoidberg, il cibo viene digerito nel cuore, vallo a sapere).
5 – Nel frattempo (Meanwhile), settima stagione
Futurama è stata cancellata quattro volte nel corso della sua storia. O meglio, gli sceneggiatori hanno ideato quattro episodi nel corso degli anni pensando che sarebbero stati gli ultimi. Musica dal profondo, Nell’immenso verde profondo (l’ultimo dei film creati per l’home video), Processore accelerato e Nel frattempo, il quarto e per ora definitivo finale della serie. Come i suoi predecessori, punta tutto sulla tormentata relazione tra Fry e Leela. In possesso di un congegno che fa andare indietro nel tempo di dieci secondi, Fry resta bloccato in un loop mortale proprio poco prima di un appuntamento con Leela.
Nel frattempo sfrutta più di tutti le implicazioni dei viaggi nel tempo e presenta le migliori cose di un episodio di Futurama: violenza, Bender che si comporta da bastardo, Zoidberg che viene umiliato e un finale a modo ma non eccessivamente mieloso.
4 – Miele amaro (The Sting), quarta stagione
Futurama ha sempre fatto leva su determinati temi, facendoli diventare anche benzina narrativa per carburare gli episodi. Uno di questi è il sogno e come il tempo passato a dormire costituisca nel futuro una vera e propria esistenza parallela (basta ricordare che nel 3000, le pubblicità compaiono anche nel sonno). Esempio più fulgido di questo filone è Miele amaro, che mescola la fantascienza alle trame emotivo-sentimentali. Fry viene ucciso da un’ape durante una missione su un alveare spaziale e Leela inizia a ricevere la visita del giovane nei propri sogni.
La puntata prende un colpo di scena parecchio scontato all’interno del mondo delle serie tv – leggi alla voce Dallas – e lo infarcisce con una storia sulla paranoia e sulla pazzia. Quasi lynchiano.
3 – Il mestiere di Dio (Godfellas), terza stagione
Bender, alla deriva nello spazio, diventa la divinità suprema di una popolazione di omuncoli che si è insediata sul suo corpo, ma gestire il compito del Creatore è meno facile di quello che sembra e il robot finirà a interloquire con Dio stesso per risolvere il problema.
Che Futurama sia un consanguineo dei Simpson lo si capisce dalla facilità con cui lo show animato riesca a trattare, oltre alla commedia, i temi di politica, filosofia e religione. Il mestiere di Dio ha al proprio centro quest’ultimo argomento. Filtrando gli scritti di Sturgeon e Clarke, Il mestiere di Dio parla del senso delle divinità, della ricerca di una volontà superiore e tira in ballo tutte le maggiori credenze umane (per fare un esempio, la setta degli Teshuvah, monaci che credono nell’esistenza materiale di Dio e hanno costruito il telescopio più potente dell’universo per trovarlo, rappresenta un riferimento al concetto di redenzione ebraica, ma sono disegnati come buddhisti), senza per questo rinunciare a gag fulminanti – come il negozio di alpinismo con asini e sherpa sullo scaffale.
2 – Fry il ritardatario (The Late Philip J. Fry), sesta stagione
Dopo aver ricevuto un ultimatum da Leela per i suoi continui ritardi, Fry resta invischiato nel collaudo della nuova macchina del tempo del Professore.
Da un certo punto di vista, è un bene che Futurama sia terminata così presto. Il fulcro che la serie ha sulla relazione tra Fry e Leela è stato puntellato più volte nel corso delle stagioni e il tutto si è tradotto in un continuo tira e molla. Un altro paio di serie e gli autori avrebbero dovuto trovare altri sentieri da battere, pena far diventare ogni episodio dedicato ai due irritante come l’ennesima puntata in cui Homer e Marge mettono a rischio il loro matrimonio.
Fry il ritardatario è un tentativo di svecchiare questa dinamica con un innesto da fantascienza dura, il viaggio nel tempo. Un viaggio nel tempo che, per diversificarsi dalle altre iterazioni, può solo andare in avanti e mai tornare indietro. Le conseguenze delle azioni, qui, sono reali e, alla fine dell’episodio, per quanto le apparenze siano mantenute, nulla è più lo stesso. Teorie scientifiche, commedia e filosofia si mischiano in una puntata dagli esiti particolarmente felici. Questa è la voce più sincera di Futurama.
1. Il quadrifoglio (Luck of the Fryish), terza stagione
Tra i migliori episodi di Futurama, non poteva mancare quello che in pratica è il preferito di tutti. Seguendo la lezione de Il padrino – Parte II, Il quadrifoglio fa dialogare i due piani temporali di Fry, la sua vita negli anni Ottanta e quella nel Tremila. Colpito dalla sfortuna, il ragazzo è alla ricerca del suo quadrifoglio a sette petali, l’amuleto che tanta fortuna gli aveva portato negli anni giovanili e che lo aveva salvato dalle prevaricazioni del fratello maggiore, Yancy. Quest’ultimo, infatti, incapace di costruirsi una personalità sua, copiava di continuo caratteristiche e modi di fare del fratello.
Marea di riferimenti agli anni Ottanta (i produttori dovevano proprio odiare la musica di quel periodo, viste le frecciate che scagliano sulla colonna sonora di The Breakfast Club), un Bender in formissima e ventidue minuti costruiti senza una sbavatura – a livello di psicologie, immagini e strutture narrative – da far invidia a tanti lungometraggi.