di Vanessa Maran
Una foresta intricata e verdeggiante, un uomo che spicca in rosso mentre fuma la sua sigaretta e, tra il fogliame, tre ragazzini sperduti. Così si presenta la copertina di Malaterre. Una selva di rimpianti di Pierre-Genry Gomont, pubblicato in Italia da Edizioni BD.
Il forte accostamento tra aranci e verdi che accende la copertina caratterizza anche l’intero volume, che gioca proprio sul contrasto tra colori caldi e colori freddi. Questo contrasto accompagna dall’inizio alla fine la vita del protagonista di Malaterre, Gabrielle Lesaffre, uomo d’affari refrattario a qualsiasi regola, alcolizzato e fumatore incallito che, con inganni e investimenti poco puliti, cerca di migliorare la situazione economica della sua famiglia per risollevarla ai fasti di un tempo.
Curiosamente la storia di Gabrielle comincia proprio dalla fine, ossia dalla sua morte. Il resto del volume è un lungo flashback raccontato da un amico avvocato, che dal lettore viene dimenticato abbastanza in fretta perché non è un personaggio chiave della storia. È comunque adatto come voce narrante perché conosce il protagonista e, allo stesso tempo, ha un punto di vista oggettivo delle vicende che sta per raccontare, essendo coinvolto solo fino ad un certo punto.
Dopo il primo capitolo dedicato alla morte di Gabrielle, veniamo a conoscenza della sua infanzia e della sua indole ribelle, che esplode fin dalla prima giovinezza. Già da ragazzino, infatti, il protagonista scopre l’alcool, il fumo e le donne, piaceri che vivrà all’estremo anche nella vita adulta. Gabrielle cresce con il mito di una storica dimora africana che un suo antenato perse per stupidità e, da adulto, decide di ricomprarla per fondare il suo personale “impero coloniale”. La sua ossessione per la tenuta di famiglia è tale da coinvolgere i propri figli più grandi, Mathilde e Simon, cominciando un gioco crudele che distrugge emotivamente la ex moglie e sconvolge fratello e sorella, confusi dalle attenzioni iniziali del padre e poi dalla sua totale indifferenza nei loro confronti.
Teatro di Malaterre è un’ambientazione soffocante, che si traduce in pagine fortemente vignettate e ricche di dettagli sia quando la storia si muove in città, sia quando si sposta in Africa, dove la foresta regna sovrana e appare quasi sempre sullo sfondo, a cancellare qualsiasi possibilità di respiro.
Le emozioni dei personaggi principali, soprattutto quelle dell’inquieto e collerico Gabrielle, sono le protagoniste assolute del fumetto. La loro gestualità, le loro espressioni, persino i loro balloon esprimono i diversi stati d’animo di una famiglia che è caduta a pezzi già in partenza: solo i fratelli riescono a rimanere uniti, nonostante i sensi di colpa e quella “selva di rimpianti” che dà il sottotitolo al fumetto. Gomont ritrae i protagonisti con una linea espressiva e irregolare, nervosa, che definisce con tratti irregolari le frustrazioni, i sogni e i pensieri dei membri della famiglia Lesaffre fino al finale già annunciato. In cui le ambizioni di Gabrielle si spengono definitivamente. E si rivelano per quello che erano: un’utopia incompresa.
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