La serie HBO Watchmen, tratta dal fumetto di Alan Moore e Dave Gibbons, è iniziata domenica 20 ottobre in America. In l’Italia la trasmette Sky Atlantic, in versione originale sottotitolata ogni lunedì alle tre del mattino, in contemporanea con gli Stati Uniti. La versione doppiata va invece in onda alle 21.15 del lunedì successivo.
Dopo un pilota molto criptico – nello stile dello showrunner Damon Lindelof, autore di Lost e The Leftovers – il secondo episodio introduce qualche elemento che chiarisce alcuni aspetti della trama e rinforza la parentela con il fumetto di Moore e Gibbons. Restano però molti passaggi oscuri, incomprensibili anche per chi ha letto il graphic novel – che già dovrebbe avere vita più facile rispetto a uno spettatore vergine. Ci si addentra ancora di più nel discorso sul razzismo, con diversi riferimenti culturali alla questione.
Pur ammettendo che la serie rappresenta un adattamento molto (troppo?) libero del fumetto, la critica sembra apprezzare questa interpretazione sui generis di Watchmen. Vox si augura che diventi «uno studio intimo dei personaggi ambientato in un mondo dove un uomo blu vive su Marte», mentre il New York Times scrive che «uno degli aspetti liberatori dell’allontanamento dal testo di partenza è che Lindelof e soci possono colorare fuori dai bordi quanto vogliono».
Cosa succede
In un flashback, scopriamo che il bambino visto nel primo episodio era figlio di un soldato della prima guerra mondiale e che il biglietto “Prendetevi cura di questo bambino” era scritto sul retro di un volantino che l’esercito tedesco aveva fatto cadere sui soldati americani di colore in marcia. Nel messaggio la Germania invitava i soldati a passare dalla loro parte: li avrebbero trattati come loro simili, a differenza degli Stati Uniti.
Il vecchio in sedia a rotelle che ha impiccato Crawford dice di chiamarsi Will e di avere 105 anni, e rivela che il commissario aveva degli scheletri nell’armadio. Angela lo rinchiude nella sua pasticceria e si reca al Centro di eredità culturale di Greenwood, costruito in memoria della strage del 1921, dove è possibile risalire a tutte le persone coinvolte e ai loro discendenti. La donna fa analizzare il DNA di Will, in quanto probabile vittima.
La polizia sospetta che dietro l’omicidio del commissario ci sia il Settimo Cavalleria. Uno degli agenti, che indossa un passamontagna cremisi e si chiamare Terrore Rosso, vuole marciare su Nixonville per stanare i presunti colpevoli. La tensione porta uno degli abitanti del quartiere a scagliare una bottiglia contro le volanti, istigando Terrore Rosso, che ordina la carica, contro il parere di Specchio e Angela. Nel frattempo, una ragazzina asiatica va a prendere la rassegna stampa dall’edicolante, su incarico di una donna misteriosa.
Quello che sembra l’ex-marito di Angela si presenta alla porta dicendo che è il suo giorno di visita. La detective gli gira un assegna e lo manda via. In tv, viene mostrato uno spezzone della docu-fiction American Hero Story, in cui si narra l’origine di uno dei Minutemen, Giustizia Mascherata, la cui vera identità parrebbe essere quella del circense tedesco Rolf Müller.
In un secondo flashback assistiamo ai fatti relativi alla Notte Bianca: allo scoccare della mezzanotte di Natale di alcuni anni fa i suprematisti mascherati da Rorschach sono entrati nelle case di tutti i poliziotti di Tulsa uccidendo loro e le rispettive famiglie. Il commissario Crawford e Angela (e i loro cari) si sono salvati, ma altrettanto bene non è andata al partner lavorativo di Angela, ucciso nel letto insieme alla moglie.
Alla veglia funebre di Crawford, Angela finge un malore e, messa a riposo nella camera padronale, perlustra le stanze trovando un armadio segreto in cui è custodita la tunica del Ku Klux Klan.
A casa Veidt, si festeggia un altro compleanno. L’uomo dirige poi la pièce The Watchmen’s Son, in cui recitano i due camerieri. La rappresentazione si rivela essere la messa in scena della nascita del Dottor Manhattan. Per simulare l’incidente che trasformò Jon Osterman nel semidio blu, Veidt brucia vivo il servo che lo interpreta. Conclusa la rappresentazione, un esercito di repliche dei servitori sistema la scena e porta via il cadavere carbonizzato.
Angela riceve una telefonata dal centro culturale che indica Will come vittima delle violenze razziali del 1921 e dichiara che Will ha due discendenti in vita, uno dei quali è Angela. Stanca di tutti questi misteri, Angela lo dichiara in arresto e lo porta alla macchina ma appena l’uomo è nell’auto un magnete gigante porta via il veicolo. Dal cielo scende il volantino con la scritta “Prendetevi cura di questo bambino”.
Sotto la maschera (appunti e riferimenti)
- Il titolo originale dell’episodio, Martial Feats of Comanche Horsemanship, è una citazione del dipinto di George Catlin Comanche Feats of Martial Horsemanship, realizzato nel 1834. Catlin fu il primo artista americano a ritrarre le tribù indigene nei loro territori natii, contribuendo alla diffusione dell’immagine del vero Indiano d’America. Il dipinto è appeso in casa del commissario Crawford.
- Il flashback che apre la puntata fa riferimento al vero messaggio che i tedeschi inviarono ai soldati durante il primo conflitto mondiale. Il testo, intitolato To the colored soldiers of the U.S. Army, era rivolto ai quasi 370.000 soldati afroamericani impiegati dagli Stati Uniti a parte dal 1917. Pur costituendo forza bellica, questi soldati avevano tutti il ruolo ufficiale di addetti alla cucina, perché l’esercito impediva ai neri qualsiasi altro tipo di mansione.
- Al centro culturale Angela è accolta da un messaggio preregistrato di Henry Louis Gates Jr., figura di spicco degli studi letterari. Gates insegna all’università di Harvard e le sue ricerche si sono concentrate sulle origini della lettura afroamericana. Ha anche condotto lo show Finding Your Roots in cui le celebrità scoprono il proprio albero genealogico. Nella finzione della serie, Gates è diventato Segretario di Stato.
- Per ispezionare le stanza di Crawford, Angela usa gli occhiali di Gufo Notturno II.
- Durante la clip di American Hero Story compare Giustizia Mascherata. La voce narrante del personaggio dice di chiamarsi Rolf Müller e di aver finto la propria morte. Nel fumetto Giustizia Mascherata è una delle figure più misteriose del racconto: fu il primo supereroe a comparire sulle scene, nel 1938, e fu colui che fermò lo stupro ai danni di Spettro di Seta da parte del Comico. La donna, in cambio, si finse la sua ragazza per coprire la relazione che Giustizia aveva con il compagno di squadra Capitan Metropolis. Nessuno conobbe mai la sua reale identità, anche se si sospetta che fosse il circense tedesco Rolf Müller. Gran parte delle notizie sul suo conto provengono dagli stralci del libro di Holly Mason Sotto la maschera. Nella miniserie prequel Before Watchmen: Minutemen, scritta e disegnata da Darwyn Cooke, si afferma che Mason raccontò di proposito una versione distorta dei fatti, rendendo le informazioni sul personaggio del tutto inaffidabili.
- Müller è anche il cognome della dattilografa che, all’inizio dell’episodio, viene chiamata a battere a macchina il volantino delle «tre bugie».
- Topher, il figlio maggiore di Angela, sta assemblando un castello con i “magn-hattan blocks”, versione antigravitazionale targata Dottor Manhattan delle costruzioni magnetiche che in America chiamano “magneblocks”.
- Continua la presenza delle uova. Fateci caso, sono ovunque. Nel primo episodio erano protagoniste di una dimostrazione culinaria a scuola; in questo, Will ne mangia uno sodo. E durante i titoli di coda si sente Egg Man dei Beastie Boys.
Cosa ci dice Peteypedia
Peteypedia, il portale di HBO che contiene documenti e informazioni sul mondo di Watchmen raccolti dal personaggio dello show Dale Petey, agente speciale della task force anti-vigilanti, ha aggiornato il proprio database con tre nuovi documenti:
- Un articolo di giornale contenente il necrologio di Crawford, il commento alla sommossa di Nixonville, e l’accenno al Defense of Police Act (DOPA), entrato in vigore per proteggere l’identità della polizia, regolando l’uso delle maschere.
- Un memorandum di Dale Petey in cui si cita la messa in onda della seconda stagione di American Hero Story, che potrebbe scatenare un interesse mediatico verso i vigilanti mascherati. Petey dice che la prima stagione, incentrata sulla vita di Rorschach, era «una narrazione sensazionalistica e iper-pop che giocava spavalda con la Storia». Si nomina inoltre la ridistribuzione di The Book of Rorschach, un disco della band Sons of Pale Horse, chiamata così in onore dei Pale Horse, il gruppo che si stava esibendo al Madison Square Garden la notte in cui Ozymandias fece scendere su New York il suo invasore alieno. La nuova edizione del disco contiene un saggio scritto da Seymour David, il ragazzino che trovò il diario di Rorschach alla fine del fumetto. Petey lo descrive come un accademico da quattro soldi che scopiazza teorie altrui ma che è riuscito a radunare attorno a sé un piccolo seguito di lettori.
- Il terzo documento si riferisce a un ricorso realmente avvenuto relativo al massacro di Tulsa del 1921. Nel 2003, in seguito all’ammissione dei fatti da parte del governatore dell’Oklahoma, cinque sopravvissuti della rivolta, rappresentati da un collegio di avvocati, tra cui Johnnie Cochran e Charles Ogletree, avevano presentato un ricorso contro la città di Tulsa e lo Stato di Oklahoma, chiedendo un risarcimento morale. I tribunali federali e quello di appello avevano respinto la richiesta citando lo statuto di prescrizione. Ogletree aveva fatto ulteriori tentativi infruttuosi negli anni seguenti. Nella realtà alternativa di Watchmen, invece, le vittime – e i loro discendenti – hanno vinto il ricorso. Per questo, quello che è noto come Centro culturale di Greenwood, nella serie è diventato Centro di eredità culturale.
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