Tra gli ospiti più importanti dell’edizione 2018 di Lucca Comics & Games bisogna senza dubbio annoverare Leiji Matsumoto, il creatore di serie (a fumetti e animate) come Capitan Harlock e Galaxy Express 999. Abbiamo avuto l’occasione di incontrarlo, in una sorta di round table con pochi giornalisti selezionati, e non c’è stato un argomento specifico di discussione. Le domande hanno spaziato su tutta l’opera di Matsumoto e sugli elementi cardine del suo percorso autoriale.
Matsumoto si trovava a Lucca per ricevere il premio Maestro del Fumetto, ma cosa ha significato per lui essere considerato un maestro e quale eredità pensa di aver lasciato ai nuovi autori contemporanei? Sulla questione, Matsumoto sembra essere molto sicuro di sé: «Tendo a non pensare a cosa gli altri pensino di me. Ciò che conta davvero, per ogni autore o persona, è l’esperienza personale. L’esperienza personale cambia tutto».
Allo stesso tempo, Matsumoto fa fatica a individuare un suo erede: «Ogni persona, ogni autore è a se stante. Io ho sempre fatto opere seguendo la mia logica e i miei pensieri». Poi si concentra sulle differenze tra il passato e il presente, affermando di aver notato dei grandi cambiamenti nel modo di fare animazione: «Una volta l’animazione si faceva a mano, oggi si usa il computer. Nell’animazione fatta a mano c’era più cuore, oggi ci si concentra di più sulla realizzazione del prossimo episodio».
Per quanto riguarda le tematiche principali delle sue opere più famose, si è parlato soprattutto di Capitan Harlock e il suo legame con valori quali l’amicizia, la libertà e il non accettare le regole se queste si scontrano con questi stessi ideali, che per Matsumoto sono ancora oggi cruciali: «Il messaggio è sempre quello dell’amicizia, bisogna sempre prendersi cura dell’amicizia. Un valore fondamentale che con gli anni non si è minimamente scalfito».
Riguardo invece a una delle sue opere più belle, Galaxy Express 999, è interessante notare come Matsumoto concepisca l’idea di viaggio: «Il viaggio, per essere tale, deve richiedere tempo. Più che il tema del viaggio, in Galaxy Express 999, il punto centrale è arrivare a destinazione, passando di stazione in stazione. In questo passaggio sta il senso del viaggio, e quello del Galaxy Express non finirà mai».
Le opere di Matsumoto sono legate alla Storia del Giappone, ed è facile leggervi una sua personale interpretazione degli eventi. Sul perché per lui fosse importante raccontare la storia del suo paese e interpretarla con le sue opere e perché nella nuova generazione di autori ci sia una disaffezione nei confronti di essa, Matsumoto ha un’opinione piuttosto precisa: «Sono stato influenzato dalla storia perché l’ho vissuta in prima persona. Io, insieme alla mia famiglia, ho vissuto dei momenti tragici, ho visto la morte e la guerra. È da quelle esperienze che ho compreso la necessità di restare uniti di fronte a certe tragedie. Forse il fatto che le nuove generazioni non sentano questa necessità deriva dal non aver vissuto in prima persona quelle esperienze. L’esperienza rende consapevoli, non avendole vissute non possono capire. Io invece ho visto ragazzi della mia età morire a causa della guerra».
Parlando infine dei personaggi da lui creati, Matsumoto ha sottolineato una loro importante peculiarità: «I miei personaggi possono essere considerati come parte di un’unica grande opera. Posso dire di essere cresciuto insieme ai miei personaggi, visto tutto il tempo passato assieme. Proprio per questo non intendo porre la parola fine alla mia opera, perché per me significherebbe essere io stesso prossimo alla fine».