Nel 2013, il lavoro nel settore dell’animazione, nel sud della California, è stato protagonista di un vero e proprio boom. I dati raccolti dall’Animation Guild mostrano che il numero di lavoratori è stato pari a 3350, e i trend sembrano indicare un aumento. Questo risultato è dovuto principalmente a un fattore: il mercato dell’animazione produce soldi – nel 2013, quattro film animati, ovvero Frozen, Cattivissimo Me, Monsters University e The Croods, hanno incassato circa 3,5 miliardi di dollari in tutto il mondo, un nuovo record – quindi i produttori aumentano il numero di creazioni, comportando una quantità sempre maggiore di lavoro e quindi di assunzioni.
Il trend di crescita del numero dei lavoratori del settore è ben rappresentato dal seguente grafico:
Anche il lavoro in ambito televisivo è in aumento, in particolare per quanto riguarda gli storyboarder e i designer, anche in questo caso grazie agli alti profitti generati negli ultimi tempi. Ma sono anche i nuovi media a spingere il settore. DreamWorks, per esempio, sta producendo contenuti Internet per Netflix. Ovviamente, molti lavori, a partire dall’intercalazione, vengono comunque commissionati all’estero per risparmiare. Le mete più quotate sono Filippine, Cina, Giappone e Sud Corea, ma anche Canada, dove le tassazioni sono favorevoli alle mega-corporazioni.
Nonostante questo, il 75-80% della quantità complessiva del lavoro viene ancora svolta a Los Angeles, dove risiede anche la maggior parte dei talenti dell’industria. Ma quali sono invece le aziende che impiegano più personale? Disney e DreamWorks, insieme, raccolgono più del 50% del totale, mentre il restante è diviso tra piccole e medie compagnie, come illustra la “torta” che segue: