Che Dynit avesse intenzione di esplorare un settore che ha ancora molto da offrire del manga giapponese in Italia era stato palesato dai primi titoli pubblicati: non solo una chiara preferenza per le serie brevi, i volumi autoconclusivi o antologici, ma anche approcci che ibridano categorie di manga diversi (shojo e seinen per lo più).
Con Blue, manga di Kiriko Nananan del 1997, Dynit fa un altro passo in questa direzione proponendo un’autrice poco nota in Italia. Per conoscerla meglio si potrebbe partire dal nome del movimento artistico a cui ha aderito, particolarmente efficace nel definire il suo lavoro: “nouvelle manga”.
Si tratta di un movimento nato a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila a cui hanno aderito autori franco-belga e giapponesi (tra cui ricordiamo Frédéric Boilet, Kan Takahama e persino Jiro Taniguchi), i quali condividono intenti stilistici e autoriali.
Le storie del nouvelle manga affondano nel quotidiano, si imprimono di quella malinconia che è tipica di un certo cinema europeo e in particolare francese, con ovvio riferimento alla Nouvelle Vague, da cui prendono spunto. E Blue rientra perfettamente in questo contesto.
Kayako e Masami sono all’ultimo anno delle superiori. Si scoprono innamorate ma contemporaneamente devono fare i conti con il futuro e con un passato opprimente. Ciò che impressiona immediatamente di Blue è l’approccio visivo e stilistico dell’autrice.
Kiriko Nananan rinuncia alla frenesia estetica di un certo tipo di manga (soprattutto shonen), si allontana dalla leggerezza tipica di autori come Rumiko Takahashi o Akira Toriyama, rifiuta gli elementi costitutivi del seinen o ancora di più dello shojo, ma si differenzia anche da quel realismo essenziale tipico del gekiga, rinunciando a un character design facilmente riconoscibile.
Con Blue Kiriko Nananan mette in scena una storia che visivamente sfiora il minimalismo. Gli sfondi stessi quasi scompaiono, l’uso dei retini è praticamente del tutto assente, le tavole grondano di bianco talvolta spezzato dal nero della china. Un minimalismo che contribuisce a generare un effetto di sospensione: Blue sembra immerso in una dimensione sognante, con l’ovvio intento di dare risalto a ciò che importa veramente alla mangaka, i personaggi.
Trattandosi di una storia quasi iperrealista, i personaggi della vicenda sono al centro di tutto, a partire dalla loro stessa messa in scena. Il tratto con cui Kiriko Nananan li mette su carta, che è anche il punto forte della sua produzione, evidenzia la sua volontà di allontanarsi dagli stereotipi del fumetto giapponese per sposare una sensibilità tutta europea.
Le scelte registiche sono molto interessanti: quasi sempre il taglio delle vignette è studiato in maniera da selezionare una parte specifica del corpo o del volto. È quasi impossibile trovare primi piani completi. Ma nonostante questo stare addosso ai personaggi, Blue vive di un respiro piuttosto ampio.
La trama è semplice, in linea con il tratto, ma è la sincerità con cui viene affrontata a rendere Blue un’opera interessante. È proprio questo il segreto del suo successo di critica e di vendite in patria e in Francia, che l’hanno portata a essere trasposta in un film diretto da Hiroshi Ando.
I dubbi, i sensi di colpa, la confusione, il turbinio incomprensibile dei sentimenti: tutti elementi che vanno a costruire quella fase instabile eppure meravigliosa che è l’adolescenza. Kiriko Nananan ne affronta gli elementi costitutivi senza aver paura di addentrarsi nei meandri più oscuri di quella stagione esistenziale, votando l’intera struttura narrativa al femminile (sono poche e sporadiche le presenze maschili). Addirittura esclude dalla narrazione quasi tutti gli adulti: i genitori delle ragazze si intravedono, come a rappresentare un’assenza ingombrante.
Blue è un manga con cui i lettori italiani potranno scoprire un lato inedito della produzione fumettistica giapponese. In chiusura, il volume propone una postfazione di Francesca Scotti, autrice di Elissi (di recente pubblicazione Bompiani), un romanzo le cui tematiche legate alla quotidianità sono affini a quelle affrontate dal fumetto di Nananan.
Blue
di Kiriko Nananan
Traduzione di Asuka Ozumi
Dynit, settembre 2018
brossurato, 216 pp., b/n
16,90 €