Ogni settimana su Sunday Page un ospite ci spiega una tavola a cui è particolarmente legato o che lo ha colpito per motivi tecnici, artistici o emotivi. Le conversazioni possono divagare nelle acque aperte del fumetto, ma parte tutto dalla stessa domanda: «Se ora ti chiedessi di indicare una pagina che ami di un fumetto, quale sceglieresti e perché?».
Questa domenica è ospite Peter Milligan, sceneggiatore inglese che ha avviato la propria carriera nei primi anni Ottanta collaborando con la rivista 2000 AD. In seguito ha lavorato per DC Comics (su serie come Detective Comics, Animal Man, Shade the Changing Man, Human Target, Hellblazer) e Marvel (su X-Force, X-Statix, X-Men).
Questa è una pagina di Skreemer, un tuo fumetto del 1989, realizzato per DC Comics. Come mai l’hai scelto?
So che potrebbe sembrare un po’ sfacciato, ma ho deciso di scegliere una pagina di un fumetto che ho scritto. Non per parlare della sceneggiatura o della storia, ma dei due disegnatori coinvolti, entrambi ormai tragicamente deceduti: Steve Dillon e Brett Ewins.
Steve era il più famoso dei due, per via del suo lavoro su Preacher e tutto il resto. Ma anche Brett ha prodotto dei disegni fantastici nel corso della sua carriera. Questi due disegnatori erano molto diversi l’uno dall’altro. Brett forse non aveva il talento naturale di Steve, l’abilità di disegnare pagine al volo mentre tracannava una pinta di birra al pub, ma aveva qualcosa di diverso: un’abilità incredibile nel mettere su carta un personaggio con una sola immagine. Un grande senso del design. E una feroce intelligenza che spesso brillava, sia che stesse lavorando su fumetti come questo o una storia di Judge Dredd per 2000AD.
Skreemer fu la mia prima serie scritta per DC Comics e l’idea – di un gangster benedetto o maledetto con informazioni sul futuro – mi venne in mente una sera mentre parlavo con Brett. In questa pagina – semplice ma composta benissimo – vediamo la mano sia di Brett che di Steve. Il design di Skreemer, immenso e pieno di pathos, e la linea fluida di Steve. Skreemer passa gran parte del tempo in piedi sul precipizio, come se stesse giocando con il futuro e con il destino che ha intravisto. Se può saltare, se può cadere, significa che il suo destino può cambiare.
Non c’è niente di vistoso in questa pagina. Niente che svetti, è solo una pagina, semplice e bellissima, che racconta bene quello che sta succedendo nella storia. E a volte, da sceneggiatore, non potresti chiedere niente di meglio.
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