Ci sono storie che si potrebbero anche non raccontare mai, ad esempio perché Obelix non può bere la pozione. Si sa, viene detto più e più volte, che è caduto nel pentolone da piccolo, ma in un albo a fumetti della serie di Asterix non è mai stato raccontato com’è successo.
Per scoprire Come fu che Obelix cadde da piccolo nel paiolo del druido fino a una manciata di anni fa bisognava recuperare il volume omonimo pubblicato da Mondadori nel 1989, che su Ebay o sulle bancarelle aveva raggiunto cifre stratosferiche. Nel 2015 Panini Comics lo ha ristampato, è stato poi pubblicato nelle collane uscite in edicola ed è ora finalmente a disposizione del grande pubblico.
Ma che cos’è esattamente questo libro, che non compare nell’elenco degli albi di Asterix?
La prima edizione francese uscì nello stesso anno di quella italiana, per il trentesimo anniversario della nascita di Asterix. In quegli anni veniva pubblicata una nuova storia ogni 3-4 anni e le vendite erano sempre altissime, quasi 2 milioni di copie a titolo. Si stava per inaugurare il Parc Astérix a Plailly e stava per uscire nelle sale Asterix e la Grande Guerra, sesto film d’animazione del piccolo gallo. Il pubblico ne voleva sempre di più.
Ma René Goscinny era morto ormai da 12 anni, Albert Uderzo era da solo al timone della serie e le sue storie, per quanto coronate da un immenso successo di pubblico, non erano geniali quanto quelle scritte dal suo socio. Per festeggiare il trentennale bisognava pubblicare qualcosa di importante, inedito e all’altezza dei grandi classici della coppia. Non sarebbe bastato un nuovo racconto del solo Uderzo, sarebbe servito qualcosa di Goscinny. Ma cosa?
Per fortuna di Uderzo e delle Éditions Albert-René esisteva qualche storia di Asterix che non era mai stata pubblicata in volume. Tra tutte, la più adatta era Comment Obélix est tombé dans la marmite du druide quand il était petit, una sorta di prequel che raccontava il fatidico episodio che ha trasformato un piccolo bambino gallico paffutello nel guerriero più forte di tutto il villaggio. Non si trattava però di un fumetto, ma di un racconto illustrato pubblicato nel 1965 su Pilote 291.
Quel numero era dedicato all’epoca gallo-romana già dalla copertina, che rappresentava la battaglia di Alesia. All’interno, la rubrica “Pilotorama” trattava lo stesso argomento, e, nel suo episodio settimanale, Achille Talon di Greg raccontava ai nipoti del suo antenato legionario Talonus Minuta che aveva prestato servizio nella Gallia Transalpina. Gli autori di Asterix non potevano certo lasciarsi sfuggire l’occasione di creare qualcosa di speciale e offrirono dunque ai loro lettori la famosa storia mai narrata, raccontata in prima persona da Asterix.
Ripubblicare quel “racconto perduto di Goscinny” sarebbe stato perfetto per celebrare il trentennale, ma c’era un problema. La storia occupava solo due pagine del giornale, per un totale di circa 11mila battute (una volta e mezza questo articolo), mentre per poterlo pubblicare in libreria in formato cartonato “alla francese” sarebbe stato necessario arrivare almeno a 32 pagine.
Uderzo si mise allora a realizzare delle nuove illustrazioni a corredo, più precisamente 13 grandi tavole a colori, a volte su doppia pagina, e diluì lo scritto di Goscinny, spezzettandolo in blocchetti e inserendoli a fianco dei nuovi disegni. Il risultato fu un lavoro che certamente avrebbe giustificato la pubblicazione in volume.
Ma noi di Fumettologica siamo gente curiosa e siamo andati a recuperare il numero 291 di Pilote, per confrontare le due versioni del racconto: quella ufficiale e la prima, mai ristampata e di cui non si trovano nemmeno scansioni online.
Salta subito all’occhio quanto siano diverse le illustrazioni originali rispetto a quelle ridisegnate. Su Pilote i disegni sono solo tre, piccoli e in mezzatinta.
La rivista non era stampata tutta a colori, ma per ragioni tecniche e di risparmio alternava pagine in bianco e nero a pagine in due colori (solitamente nero e rosso) a pagine in quadricromia. Nel numero 291, mentre la pagina settimanale di Asterix e quella di Tanguy e Laverdure erano a colori, il racconto, pubblicato a pagina 2 e 3, dovette accontentarsi del bianco e nero.
A supplire alla mancanza di colore intervenne la felicissima matita di Uderzo, quasi all’apice del suo talento: erano gli anni di Asterix e Cleopatra, del Duello dei capi (la tavola 32 della storia è pubblicata proprio in quarta di copertina di questo albo) e di Asterix e i Britanni. Nelle tre illustrazioni apparvero Asterix e Obelix bambini, tondeggianti e paffuti, disegnati con un tratto molto morbido, tutto al contrario delle illustrazioni del 1988-1989, dove il segno si sarebbe fatto più tremolante e “ruvido”.
È interessante notare anche come Uderzo nella seconda stesura abbia modificato il punto di vista di due delle tre illustrazioni, disegnando il controcampo degli originali, forse per non ripetere pedissequamente il lavoro di ventiquattro anni prima.
Inoltre per l’illustrazione del momento fatidico in cui Obelix si sporge nel paiolo, decise di costruire una cornice nel racconto, mostrando chi sono gli interlocutori a cui Asterix si sta rivolgendo: non più genericamente i lettori di Pilote, ma un gruppo di bambini del villaggio che si è riunito intorno ai due guerrieri per ascoltare la storia della loro infanzia.
Altre differenze si trovano tra i comprimari che compaiono nelle due versioni. Nel 1965 il cast delle avventure di Asterix era molto scarno: Asterix, Obelix, Panoramix il druido, il capo Abraracourcix e il bardo Assourancetourix. Gli altri abitanti del villaggio sono una massa indistinta di guerrieri con i baffoni che compaiono quando c’è da pestare dei Romani o festeggiare con un banchetto. Per questo, nella prima versione tra i bambini che frequentano la scuola si riconosce solo il bardo, che al solito viene picchiato per impedirgli di cantare.
Nel 1989 invece il cast è al completo ed è facile distinguere il pescivendolo Ordinalfabetix e il fabbro Automatix, ovviamente responsabile delle martellate in testa al giovane cantore. Inoltre in una scena compare Abraracourcix con venti anni e 40 chili di meno.
Va segnalato che il racconto in questa versione ridisegnata è anche l’esordio nella serie dei genitori di Asterix e Obelix, che non erano ancora stati inventati nel 1965.
Come fu che Obelix cadde da piccolo nel paiolo del druido è un libro “stiracchiato”, 32 pagine ricavate da un racconto di sole due, arricchito con illustrazioni di un Uderzo ormai in fase calante. Nonostante questo resta una curiosità che gli appassionati di bédé devono avere nella propria libreria a fianco dei volumi a fumetti di Asterix, anche solo per ragioni di completezza. Ma la prima versione del racconto resta una chicca dimenticata, un gioiellino realizzato da due dei massimi autori francesi che non merita di giacere abbandonato nelle polverose collezioni di Pilote.
Per questo vi proponiamo di seguito le tre illustrazioni originali, ufficialmente mai ripubblicate.
Rifatevi gli occhi, per Toutatis!
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