Il chiodo, di Alan Davis (1998)
Un “Elseworlds” – ovvero una storia fuori continuity – in tre albi, scritto e disegnato da uno degli autori più amati negli anni Novanta e ambientato in una realtà parallela molto diversa da quella a cui siamo abituati, in cui la storia della Terra è cambiata per colpa di un piccolo particolare, che ha messo in moto una catena di eventi di proporzioni gigantesche, come riassunto nella poesia di George Herbert che apre il fumetto:
In mancanza di un chiodo è andata persa una scarpa,
per mancanza di una scarpa è andato perso il cavallo,
per mancanza di un cavallo è andato perso il cavaliere,
per mancanza di un cavaliere è andata persa la battaglia.
Così un regno è andato perso – tutto per mancanza di un chiodo.
Ed è proprio un chiodo ad aver forato la ruota del furgoncino di Jonathan e Martha Kent e impedito loro di arrivare in tempo all’appuntamento con il destino, l’arrivo di una capsula spaziale contenente un neonato, destinato a diventare il più grande eroe del mondo.
Senza Superman, la storia è cambiata molto. Lex Luthor è il sindaco di Metropolis, e con le sue politiche draconiane ha mostrato al mondo che la città può cavarsela benissimo senza alcun protettore con superpoteri. I metaumani sono malvisti dai cittadini americani, la JLA stessa – capitanata da Wonder Woman – è oggetto di sospetti da parte dell’opinione pubblica. In tutti gli Stati Uniti si scatena una campagna stampa contro i supereroi, aumentano le aggressioni contro di loro, che pian piano, uno a uno, vengono fatti sparire. La Justice League cerca di correre ai ripari, spendendosi politicamente, indagando, menando le mani, ma tutto precipita sempre più…
Alan Davis come autore unico scrisse una miniserie interessante, che tiene alta l’attenzione del lettore con colpi di scena e con la curiosità di vedere come sono diversi i vari personaggi in questo universo (il migliore è Krypto, ovviamente perché è il più trash). Ma sono i disegni il punto di forza della storia, potenti, espressivi e puliti, tra le cose migliori di sempre dell’autore.
Questa storia è stata pubblicata in Italia nel volume Justice League America: Il chiodo.
(Alberto Brambilla)