Ogni settimana su Sunday Page un ospite presenta una tavola a cui è particolarmente legato o che lo ha colpito per ragioni tecniche, artistiche o emotive. Le conversazioni possono divagare nelle acque aperte del fumetto, ma tutto parte dalla stessa domanda: «Se ti chiedessi di indicare una pagina che ami di un fumetto, quale sceglieresti e perché?».
Questa domenica è ospite Adam Tempesta. Fumettista e street artist torinese, classe 1992, è autore unico dei fumetti Disegni da fatto, Itero Perpetuo e Inerzia. Ha vinto il premio Fumetto Cover Design 2017 di Be Comics! e ha collaborato con marchi come Corriere della sera e The Royal Cinema of Toronto. Come ha scritto Marco Andreoletti, la singolarità di Tempesta sta «nelle superfici piatte, negli sfondi, nelle esplosioni splatter adagiate su di un mondo gommoso».
Ho deciso di scegliere questa pagina in particolare da Very Casual di Michael DeForge, perché trovo che il ritmo sia perfetto. Il libro in questione è uno dei miei preferiti e rispecchia bene un’idea di sequenza. Inoltre trovo molto impattante la colorazione, perché mi sa molto di un retro rivisitato, tendente al manga.
Quest’opera è stata una delle prime che ho scoperto con DeForge. Inizialmente è stata davvero un colpo scoprire questo autore e tutto il suo immaginario; questo libro levitava come un fantasma nella mia mente.
Uno degli aspetti che subito mi ha colpito quando l’ho letta è stato il balloon dimezzato dalla griglia di una delle vignette della tavola, perché credo sia quello che fa entrare nel vivo di ciò che sta succedendo qualsiasi lettore, anche se non ha ben presente di quello che sta succedendo. Personalmente quel balloon spezzato è stato una sorta di scossone, come quando stai guardando un film, ti assopisci ma poi succede qualcosa che ti fa riprendere; è stato un dettaglio fortissimo, che mi ha fatto prestare attenzione subito a tutto il resto delle vignette rafforzando così la pagina nella sua interezza.
Uno degli altri motivi per i quali ho scelto questa tavola sono i personaggi che interagiscono tra di loro, per via del design ma anche per come comunicano (caratteristica che io personalmente adoro di DeForge).
Come comunicano e interagiscono questi personaggi da farteli piacere così tanto?
Mi piace moltissimo come questi personaggi comunicano perché uno di loro è sempre immobile, mentre l’altro muove solo la testa. Questa cosa secondo me genera una grande carica comica, un po’ come l’effetto degli sketch demenziali alla Griffin. Inoltre sono entrambi agghindati in maniera molto strana, dovrebbero essere temibili perché sono dei centauri ma in realtà più si scoprono dettagli del loro abbigliamento, più tutto quello che sta succedendo diventa una parodia.
Ti ricordi come hai scoperto questo fumetto?
Mi hanno fatto scoprire questo fumetto i miei editori, proprio il giorno in cui gli proposi lo storyboard di Itero Perpetuo. Appena finito l’incontro, ricordo mi fiondai subito a ricercarlo.
C’è una lezione che, da autore, hai imparato da questo fumetto e che utilizzi nei tuoi lavori?
Da DeForge ho imparato che il fumetto è molto più interessante (almeno per me) se parla di cose di vita quotidiana mixate con surrealismo, sci fi e fantascienza. Da DeForge ho sempre guardato il suo modo in cui prende tutto alla leggera, come se un suo libro fosse il racconto che mi sta facendo in un pub, una sera.
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