Uscito originariamente in Giappone nel 2009 e pubblicato ora in Italia da Dynit, Nekomichi di Hisae Iwaoka traccia con incredibile equilibrio le direttive di una famiglia con le sue idiosincrasie, i cui tempi sono dettati da un gatto che hanno deciso di chiamare Calzamaglia.
Un giorno il papà arriva in casa con questo cucciolo e la mamma casalinga si rifiuta di tenerlo, convinta solo dal figlio di nove anni. È comprensibile: la donna non lavora ma si occupa di tutto, dal preparare la colazione allo svegliare marito e figlio, lavare i panni, preparare la cena e via dicendo. Ma, nonostante il rifiuto iniziale, giorno dopo giorno la donna si affeziona sempre di più, fino a comprendere quanto Calzamaglia sia fondamentale nella vita di tutti e tre.
Hisae Iwaoka è un nome poco noto, eppure in Italia questa mangaka è stata pubblicata in diverse occasioni, con buoni riscontri. Bao ha pubblicato Fiori di biscotto e il fantascientifico Dosei Mansion, ora Dynit pubblica Nekomichi, che cronologicamente è stato pubblicato dopo i due titoli prima citati.
Il character design, rotondo, dolce e kawai – volendo usare un’espressione un po’ abusata – è il marchio distintivo di Iwaoka. La testa dei personaggi è volutamente più grande, le espressioni volontariamente forzate, i corpi abbandonano le forme che tutti noi conosciamo per diventare parte di una visione distorta della realtà eppure intrisa di realismo. Si tende quasi a un minimalismo: le tavole abbondano di bianco, ci sono pochi neri e molti retini, questi ultimi usati con incredibile sagacia per generare un senso quasi epico e talvolta nostalgico di alcuni momenti, amplificato dalle ardite prospettive che l’autrice usa con sapienza.
Considerato inoltre che buona parte di Nekomichi si svolge all’interno della casa della famiglia che ospita Calzamaglia, si potrebbe pensare che la sensazione, nel corso della lettura, sia claustrofobica. Invece, grazie soprattutto al talento dell’autrice nipponica, nello sfogliare le pagine di questo manga emerge un ampio respiro, una poesia interna che prorompe con naturalezza.
Lo stile grafico e la tecnica di Iwaoka, poi, accompagnano il tono e il contenuto di Nekomichi con assoluta coerenza. Il volume, composto da pillole, capitoli a se stanti che formano una fotografia generica della vita, più che una storia unica, è tendenzialmente un libro leggero, comico ma con sfumature più drammatiche. Infatti, nonostante i numerosi sketch e i momenti spassosi, al centro di Nekomichi ci siano la solitudine di una donna e il rimpianto di scelte sbagliate.
La quotidianità della madre, le sue routine che si ripetono all’infinito, tanto che un semplice incontro con vecchie compagne di scuola le genera una tremenda insicurezza, sono ammorbidite dalla presenza del gatto che con il suo atteggiamento apparentemente indifferente cambia gli equilibri dell’intera famiglia. La donna trova nuove forme di tenerezza, nuovi modi di amare e dimostrare affetto, inedite prospettive con cui interpretare le persone che le stanno attorno e soprattutto se stessa.
C’è un momento, in Nekomichi, particolarmente rivelatorio: la donna si immagina la sua vecchiaia dopo la morte del gatto e il vuoto esplode in tutta la sua drammaticità, in un momento che sarebbe dovuto risultare simpatico ma che, al contrario, rivela le reali intenzioni di Hisae Iwaoka, cioè di raccontare la preziosità di ogni singolo momento di ciò che siamo soliti chiamare vita.
Nekomichi
di Hisae Iwaoka
traduzione di Federica Lippi
Dynit, ottobre 2019
Brossurato, 216 pagine
16,90€
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