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Dalla Bibbia al Papa: 5 fumetti Marvel per il Natale

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Natale, giorni di alberi e regali, cenoni, panettoni, finestre adornate e canti di stagione. Ma per chi è cristiano è anche la seconda festa religiosa più importante dell’anno. Per questo, pervasi anche noi dallo spirito natalizio, abbiamo deciso di proporvi alcune letture fumettistiche a tema religioso, pubblicate non dal Vittorioso o dal Giornalino – storiche testate cattoliche italiane – ma addirittura dalla laicissima Marvel Comics. Fumetti che vanno dalla Bibbia a Giovanni Paolo Secondo fino a un improbabile supereroe.

Bible Tales for Young Folk (1953-1954)

bible marvel comics

Nei primi anni Cinquanta, il mercato dei fumetti di supereroi era in crisi nera e gli editori differenziavano le loro produzioni il più possibile sperando di trovare una gallina dalle uova d’oro. I generi più in voga erano horror e fantascienza – prima che si abbattasse la scure della censura bigotta e werthamiana -, oltre a romance e western, che si affiancavano a pubblicazioni didattiche e storiche.

Anche la Atlas Comics, casa editrice che sarebbe diventata Marvel nel decennio seguente, le stava provando tutte, arrivando addirittura a pubblicare quello che era a tutti gli effetti un bigino a fumetti del catechismo cristiano: cinque albi usciti tra il 1953 e il 1954 che raccontarono brevemente gli episodi più importanti della Bibbia. Troviamo la creazione del mondo (nella versione sacerdotale, per l’esattezza), il Diluvio, la vita di Davide, Daniele nella fossa dei leoni, Ester, un po’ di parabole…

Piatto forte del primo numero, però, è senza dubbio il racconto della nascita di Gesù. L’autore è una vecchia conoscenza dei true believers, quel Joe Sinnott che sarebbe poi diventato uno dei massimi inchiostratori Marvel, spettacolare sulle matite di Jack Kirby.

La serie non sembra aver avuto particolare successo, ma ha lasciato un codino simpatico: se cercate Jesus of Nazareth sulla wiki della Marvel scoprirete che il Gesù di Terra-616 (l’universo principale dei fumetti) è stato creato (e non generato!) proprio da Sinnott. Chissà che cosa avrebbero detto al riguardo i vescovi del Concilio di Nicea

Francesco: Fratello dell’universo (1981)

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Facciamo un salto avanti di quasi 30 anni. Nei primi anni Ottanta, la Marvel era ormai un’azienda diversissima rispetto alla Atlas e, di fianco ai comic book di supereroi, pubblicava varie riviste in bianco e nero destinate a un pubblico più adulto. La più famosa si intitolava Savage Sword of Conan ed era legata indissolubilmente al nome di John Buscema.

Proprio al disegnatore principale del fumetto più violento della Casa delle Idee – prima che arrivasse il Punisher di Garth Ennis – fu chiesto di disegnare un fumetto sulla vita di San Francesco d’Assisi, da pubblicare nel 1981 in collaborazione con il Franciscan Communications Office di New York per gli 800 anni dalla nascita del santo. Ai testi, Mary Jo Duffy, in uno dei suoi primi lavori per l’editore; le chine, invece, furono della veterana Marie Severin.

Questo team d’eccezione realizzò una storia molto fedele alle agiografie classiche di Francesco e che guardava in più punti a Fratello sole, sorella luna di Franco Zeffirelli. La narrazione era molto semplice e didascalica, e Big John si lasciò prendere la mano solo nelle scene più concitate, come quella dell’impressione delle stimmate, che trasformò l’iconografia tradizionale secondo il “metodo Marvel”.

Una curiosità: in chiusura della versione originale del fumetto fu pubblicato il Cantico delle Creature di San Francesco, ma non nella traduzione ufficiale, bensì in quella del musical Francis. Oltre che negli Stati Uniti, Francis, Brother of Universe è stato pubblicato in vari paesi, unico in questo elenco. In Italia è recentissima l’edizione di Editoriale Cosmo/Nona Arte.

Life of John Paul II (1983)

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Negli anni Ottanta la vera Superstar cattolica non era Gesù, ma Giovanni Paolo II. Nel 1983 Karol Wojtyła era Papa da soli cinque anni quando Marvel Comics pubblicò un fumetto sulla sua vita: era un tema caldo, soprattutto dopo l’attentato del 1981, che l’aveva portato ancora più alla ribalta sui media mondiali.

L’incarico di scrivere il fumetto fu affidato a Steven Grant (che poco dopo avrebbe riportato al successo il Punisher, un personaggio leggermente diverso dal Santo Padre), mentre ai disegni troviamo John Tartaglione, con le chine del già citato Sinnott. Tartaglione non era un nome di punta della Marvel, a differenza di Buscema, ma era l’uomo giusto per quel lavoro: un solido disegnatore, capace, rapido, che aveva ormai superato i 60 anni senza essere mai stato sulla cresta dell’onda.

fumetti natale

Come scrisse Mark Evanier in occasione della sua scomparsa, a un certo punto della sua carriera, era «il tuttofare da chiamare quando c’era un progetto che aveva bisogno di ricerche storiche o che aveva tematiche spirituali». E Life of John Paul II fu il suo più grande successo, con milioni di copie vendute in tutto il mondo anche senza particolari edizioni estere, segno inequivocabile di quanto Wojtyła fosse famoso ben prima di essere canonizzato santo.

Mother Teresa of Calcutta

Mother Teresa of Calcutta comics

Un successo travolgente come quello di Life of John Paul II non poteva restare un caso isolato: la Marvel aveva trovato una gallina dalle uova d’oro con le agiografie dei santi contemporanei e mise subito in cantiere un altro titolo, dedicato a Madre Teresa di Calcutta (anche lei ancora vivente, ricordiamolo).

Squadra che vince non si cambia, quindi la parte grafica andò di nuovo al duo Tartaglione/Sinnott. Per la sceneggiatura fu coinvolto David Michelinie, che all’epoca aveva scritto un po’ di tutto in Marvel, soprattutto Avengers, Spider-Man, Indiana Jones e Iron Man, dove aveva creato War Machine. Entro la fine del decennio avrebbe firmato cicli fondamentali come la Guerra delle Armature e la nascita di Venom.

Mother Teresa of Calcutta comics fumetti natale

Nonostante questo team di successo, non si replicò il miracolo. Evidentemente la suora albanese non era amata quanto il Papa polacco, e le vendite non convinsero la Marvel a investire ulteriormente sul filone. Dopo una breve fiammata, sembrava fosse giunta la fine per i fumetti confessionali della Casa delle Idee…

Life of Christ – The Christmas Story (1993)

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Qui in Italia non conosciamo l’editore Thomas Nelson, ma nei paesi di lingua inglese è un colosso dell’editoria cristiana. Il suo maggior successo è Heaven Is for Real, tradotto da noi come Il paradiso per davvero, da cui è stato tratto anche un film nel 2014 che ha incassato ben 100 milioni di dollari.

Nei primi anni Novanta un dirigente della casa editrice deve aver deciso che il modo migliore per ampliare il proprio catalogo fosse aprire una collana di fumetti di tematica religiosa, e per farlo si rivolse alla Marvel. Dalla joint venture nacque Nelson Comics, che pubblicò ben 8 comic book nel giro di un paio d’anni. Questo per dare un’idea del successo…

Il titolo chiave della collana fu chiaramente Life of Christ. Come nei migliori fumetti di supereroi, il primo numero è una origin story, la nascita di Gesù. A realizzarla, un team interamente femminile composto dalla sceneggiatrice Louise Simonson, moglie di Walt e sua collaboratrice in diverse opere, e da Mary Wilshire, che aveva già disegnato Red Sonja, Firestar e Barbie.

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Uscì nel 1992 sotto Natale (anche se la copertina riportava “febbraio 1993”), mentre a Pasqua fu la volta di un vero e proprio sequel, Life of Christ: The Easter Story. Poi nulla più. Evidentemente i fumetti su Gesù e gli altri titoli Nelson – che per la cronaca erano adattamenti dei classici della narrativa religiosa come Il pellegrinaggio del cristiano, In His Steps e Le lettere di Berlicche di C.S. Lewis – non avevano appassionato i lettori di Spider-Man e X-Men.

Bonus: Illuminator (1993)

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Per fortuna Nelson Comics aveva un titolo che svettava su tutti gli altri, pensato proprio per rivaleggiare con Capitan America e soci. «Per portare in chiesa i lettori di supereroi – deve essersi detto qualche membro della famiglia Camden che lavorava in Nelson – dobbiamo creare il nostro supereroe. Un eroe cristiano, con i poteri della luce divina e che combatte il Diavolo». Un’idea geniale e di chiaro successo, che infatti è durata ben tre numeri (febbraio-agosto 1993), ma ci ha regalato un vero capolavoro del cattivo gusto, Illuminator.

«Non è un eroe da un altro pianeta.» «Non è un oscuro vendicatore della notte.» «Non è un mutante radioattivo.» Come se non bastasse lo slogan «The hero that keeps the Faith» (l’eroe che mantiene la Fede), anche gli strilli in quarta di copertina di Illuminator sottolinearono subito la sua differenza rispetto al resto dell’offerta fumettistica.

Quello ideato nientemeno che dal direttore editoriale Marvel Glenn Herdling (che aveva pochissime sceneggiature al suo attivo) e da Craig Brasfield, un tizio che cercava di imitare McFarlane, è uno dei personaggi più noiosi mai stampati sulla cartaccia dei comic book. È il classico loser che viene investito dalla luce divina, guadagna il potere di volare e picchiare duro e con un casco da moto gira a sconfiggere i demoni ma anche a fare giustizia sui bulli della sua scuola.

illuminator marvel comics

Più che dalle parti di Reaper siamo da quelle di Settimo cielo, con un Matt dai superpoteri scarsi: gli eventuali fan adolescenti di Illuminator, invece che essere trascinati in avventure mozzafiato, sono costantemente messi in guardia nei confronti dell’abuso di alcol, delle droghe, del fumo e del sesso prematrimoniale. La spalla dell’eroe è un vecchio pastore, ex soldato in Vietnam – così che possa fare un bel discorso contro le guerre – e la base segreta il campanile della parrocchia. Eccitante, nevvero?

Inspiegabilmente, le vendite di Illuminator non devono essere andate bene. In soli tre numeri, la qualità dei disegni e il numero di pagine crollarono radicalmente (sì, è incredibile ma vero) e la serie chiuse senza un vero finale. Un vero peccato, visto l’enorme potenziale promesso dallo strillo «Like a nuke from Heaven…».

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