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Cosa vi siete persi del sesto episodio di Watchmen

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Il sesto episodio di Watchmen, Questo essere straordinario, ha ribadito come Damon Lindelof abbia costruito un prodotto che riesce allo stesso tempo a essere un adattamento di Watchmen, un superamento di Watchmen e un travisamento di Watchmen. È la summa dell’atipicità all’interno di una serie già abbastanza atipica di suo.

Sarà che in America sono più sensibili alla questione, ma l’episodio ha colpito molto per questa doppia valenza, il discorso razziale da una parte e quello di ribaltamento del canone fumettistico dall’altra. Il New York Times ha pubblicato un bel pezzo d’opinione. «Tv come non ne ho mai vista prima» ha scritto la critica di Vox, mentre Esquire e IndieWire hanno scelto titoli altrettanto iperbolici per le proprie recensioni. «È un episodio di televisione singolare che ci chiede di considerare la natura dei lasciti e i modi in cui il trauma si imprime su una famiglia, passando attraverso le generazioni» scrive Vulture.

La puntata è dedicata a Will Reeves, nonno di Angela Abar nonché colui che dato il via agli eventi della serie uccidendo il commissario Crawford. Uniamo finalmente un po’ di puntini scoprendo come il piccolo Will sia sopravvissuto alla strage di Tulsa del 1921 e come sia poi entrato nel corpo di polizia di New York negli anni Quaranta. Questo essere straordinario li collega, legando Will a un’altra figura vista brevemente nello show e uscita dal fumetto: Giustizia Mascherata, uno dei Minutemen originali, ossia la squadra che poi ispirerà le azioni di Ozymandias, Dottor Manhattan e soci.

Cosa succede

watchmen episodio 6

L’episodio inizia con una clip tratta da American Hero Story in cui due poliziotti ordinano a Giustizia Mascherata di rivelare la sua identità. Dicono di sapere della sua relazione con Capitan Metropolis, il quale avrebbe tentato di ricattare il direttore dell’FBI J. Edgar Hoover filmando i loro incontri sessuali. Giustizia Mascherata si leva il cappuccio, rivelando il volto di un uomo bianco, e poi uccide i due agenti.

Laurie Blake spiega ad Angela il funzionamento delle pillole Nostalgia, che la detective ha ingerito nella scorsa puntata: i farmaci contengono le memorie di una persona e permettono di rivivere l’esistenza della stessa con un grado molto forte di immedesimazione. Creano dipendenza, perché la gente preferisce vivere nei ricordi, e per questo sono state messe al bando. Prima che possa firmare il consenso alla lavanda gastrica, Angela finisce in coma e inizia a rivivere la vita di Will Reeves.

Negli anni Quaranta, Will entra nel corpo di polizia di New York ed è uno dei pochissimi neri a indossare la divisa. Inizia fin da subito a sperimentare il diverso trattamento riservato agli uomini di colore: viene appuntato da un suo superiore nero, che gli sussurra di stare attento al Ciclope.

È fidanzato con la giornalista June, che altri non è che la bambina trovata da Will nell’erba alta dopo essere scappato dai disordini di Tulsa nel 1921. La ragazza è preoccupata che Will possa utilizzare la sua posizione come sfogo verso le ingiustizie e i traumi subiti da bambino, in particolare la morte dei genitori.

Un giorno Will vede un signore che dice di chiamarsi Fred vandalizzare un delicatessen ebraico. Lo arresta ma Fred viene preso in custodia da un agente che fa un segno di un “ok” sulla fronte. Il giorno dopo Fred è a piede libero. Dopo aver chiesto spiegazioni, Will viene aggredito in un vicolo dai suoi colleghi, che poi lo portano ad un albero e lo appendono per qualche secondo, intimandogli di farsi gli affari suoi, altrimenti la prossima volta lo impiccheranno per davvero. Malmenato e affranto, con ancora il cappio e il cappuccio addosso, sulla via del ritorno a casa Will vede una coppia di giovani venire derubati. Infila il cappuccio e sgomina gli aggressori. June, poi, gli consiglia di dipingersi gli occhi: otterrà giustizia solo se passerà da bianco. Nasce così Giustizia Mascherata.

La sua prima azione eroica è scoprire chi o cosa ci sia dietro al mistero di Ciclope. Nel negozio di alimentari di Fred, Will scopre un covo di razzisti e dei libri sul mesmerismo e il controllo mentale ma è costretto alla fuga prima di ulteriori indagini.

Nelson Gardner, alias Capitan Metropolis, lo invita a unirsi a un gruppo di vigilanti noto come Minutemen, nato ispirandosi proprio alle gesta di Will. Dopo l’iniziale scetticismo, accetta e instaura una storia d’amore segreta con Nelson. I Minutemen hanno un’agenda ben precisa, si prestano alle sponsorizzazioni e non paiono interessati a risolvere i problemi veri, come quello di Ciclope, quando Will li sottopone ai compagni.

In un cinema la popolazione nera è colta da un raptus collettivo che la porta a uccidersi a vicenda. Will capisce che dietro alla tragedia c’è Ciclope. Dopo il rifiuto di intervento da parte di Capitan Metropolis, interessato più al corpo di Will che alle sue idee, il giovane incontra Fred e scopre il nascondiglio di Ciclope, dove trova le macchine per il controllo mentale usate nel cinema. Giustizia uccide tutti i membri del gruppo e poi dà fuoco all’edificio. La relazione con June precipita. La donna, che nel frattempo ha partorito un figlio, Marcus, sembra aver intuito il tradimento del marito e lo lascia per tornare a Tulsa.

Dopo aver rivissuto la morte di Crawford dalla prospettiva di Will – e aver scoperto che il vecchio utilizzava le macchine per il controllo mentale di Ciclope – Angela si sveglia all’ombra del Millennium Clock, accolta da Lady Trieu.

Sotto la maschera (appunti e riferimenti)

watchmen episodio 6

• Il titolo originale dell’episodio, This Extraordinary Being, proviene da un passaggio dedicato a Giustizia Mascherata di Sotto la maschera, il memoir fittizio di Gufo Notturno I, al secolo Hollis Mason.

• Nel fumetto Giustizia Mascherata è una delle figure più misteriose: fu il primo supereroe a comparire sulle scene, nel 1938, e fu colui che fermò lo stupro ai danni di Spettro di Seta da parte del Comico. La donna, in cambio, si finse la sua ragazza per coprire la relazione che Giustizia aveva con il compagno di squadra Capitan Metropolis. Nessuno conobbe mai la sua reale identità, anche se si sospetta che fosse il circense tedesco Rolf Müller e che avesse simpatie naziste. Gran parte delle notizie sul suo conto provengono dagli stralci del libro di Mason Sotto la maschera. Nella miniserie prequel Before Watchmen: Minutemen, scritta e disegnata da Darwyn Cooke, si afferma che Mason raccontò di proposito una versione distorta dei fatti, rendendo le informazioni sul personaggio del tutto inaffidabili e lasciando spazio di manovra per Lindelof e i suoi.

• Quella compiuta dalla puntata è una mossa narrativa chiamata retro-continuity, un espediente molto utilizzato nei fumetti, specialmente a partire dagli anni Duemila, in cui il passato di un personaggio viene modificato con una rivelazione solitamente pensata a posteriori. La ret-con ha prodotto una delle peggiori storie dell’Uomo Ragno, Peccati del passato, in cui si scopriva che Gwen Stacy aveva avuto due figli da Norman Osborn, ma anche una delle migliori di Capitan America, Il soldato d’inverno. «Ci sono almeno sette pagine di note in cui io e gli autori dibattiamo sulla questione» ha commentato Lindelof a Decider.

• Lo sceneggiatore della puntata, Cord Jefferson, ha rivelato all’Hollywood Reporter che l’idea di un Giustizia Mascherata nero era ben chiara dall’inizio e che poi hanno lavorato a ritroso da lì. Lo sceneggiatore propose che un atto di razzismo avrebbe dovuto motivare Will a diventare un vigilante. Lindelof, dopo aver discusso l’intuizione con Jefferson, lo scelse per co-firmare la puntata. Descrivendo lo showrunner ha detto: «Damon è un tipo che non pensa che tutte le domande vadano risposte. Per lui va bene che le cose siano incasinate, complicate e confuse».

• La fotografia in bianco e nero, screziata da occasionali chiazze di colore, arriva dopo l’episodio in cui si è citato Pale Horse, il film che in questa realtà Steven Spielberg ha girato al posto di Schindler’s List, sempre in bianco e nero, sempre con la scena della bambina con il cappotto rosso.

• Jovan Adepo interpreta un giovane Will Reeves, nonno di Angela (Regina King). In The Leftovers, sempre scritta da Lindelof, King era la madre del personaggio di Adepo.

• Will si dipinge gli occhi di bianco, proprio come Angela, quando interpreta Sorella Notte, si pitta i suoi di nero.

• I poliziotti nella clip di American Hero Story citano i supereroi Capitan Axis, King Mob e Moloch, tutti cattivi apparsi realmente in Watchmen. King Mob è un nome che compare su una targhetta, in una sola vignetta. Eppure ci hanno scritto interi saggi brevi (soprattutto in riferimento al fatto che King Mob era il nome di un gruppo politico che promuoveva la rivoluzione proletaria nell’Inghilterra degli anni Settanta). Questo solo per confermare quanto possa essere profondo il carotaggio dell’opera di Moore e Gibbons. Online, alcuni recensori hanno scambiato l’accenno per una citazione all’omonimo personaggio creato da Gran Morrison per The Invisibles. La citazione avrebbe in realtà una sua ironica giustificazione, perché storicamente tra Moore e Morrison non corre buon sangue. Quest’ultimo non molto tempo fa aveva dichiarato di odiare il graphic novel di Moore e Gibbons definendolo «l’equivalente di 300 pagine di una poesia dell’ultimo anno di liceo».

• Il tenente che appunta il distintivo al petto di Will – e che Will afferma di ammirare – è Samuel J. Battle, una figura realmente esista: fu il primo ufficiale di polizia della città di New York, nel 1911.

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• Fred dice a Will di voler andare a casa a vedere Amos ‘n’ Andy, una sitcom radiofonica (e poi televisiva) ambientata a Harlem e creata, scritta e recitata da due attori bianchi, Freeman Gosden e Charles Correll.

• Will parla con un edicolante che sta leggendo il numero di Action Comics in cui debutta Superman. Dice che è meglio dei giornali perché «dà speranza». Sentendo la storia di Kal-El, Will rivive i fatti di Tulsa: entrambi sono stati bambini spediti lontano da casa dai propri genitori, che confidavano un futuro migliore per la prole. Nell’universo di Watchmen – stando a quanto dice il fumetto – eroi pulp come Superman sono serviti come trampolino di lancio per i vigilanti ma poi, una volta che questi hanno preso piede, sono stati relegati ai margini dell’immaginario collettivo.

• Nell’edicola compare una copertina del New Yorker che a quanto pare è il prodotto della distorsione tra la nostra realtà e quella dello show, perché quel numero non esiste (ho controllato).

• Nel flashback riguardante l’omicidio del commissario, Crawford dice che la tunica del KKK nel suo armadio era del nonno ed è la sua eredità. «Se ne sei così fiero perché la nascondi?» chiede Will. Questo essere straordinario recupera l’idea del retaggio che nei precedenti due episodi si stava facendo forza tra i temi della serie, resa nell’atto o nella preoccupazione dei personaggi di tramandare qualcosa (una conoscenza, dei valori, il proprio DNA, un trauma o anche oggetti materiali come un terreno agricolo o, per l’appunto, un capo di vestiario – che ovviamente rappresenta ben altro).

• Nella scorsa puntata si era parlato di un «trauma genetico» che, dopo l’attacco del mostro alieno, si è propagato di genitore in figlio. Nello studio dei disordini da stress postraumatico questo fenomeno esiste davvero e si chiama trauma transgenerazionale. È stato osservato per la prima volta negli anni Sessanta, nei figli o nei nipoti di sopravvissuti all’Olocausto e ne ha scritto in maniera sistematica Selma Fraiberg nella pubblicazione del 1975 Ghosts in the Nursery. Sembra che Angela, anche grazie all’aiuto delle pillole Nostalgia, stia vivendo una versione iperrealistica di quel disturbo, in quello è che il grande lascito del nonno.

• Nel cinema dove il gruppo Ciclope sperimenta il controllo mentale stanno proiettando The Secret Life of Walter Mitty (in Italia tradotto con il titolo di Sogni proibiti), con Danny Kaye. Il film parla di un uomo che sogna a occhi aperti ma che alla fine riesce a vivere le avventure di una vita. Kaye, secondo molte fonti – ma il fatto è stato smentito da altre e non v’è certezza in merito – avrebbe portato avanti una relazione decennale con l’attore Laurence Olivier.

• Come nella realtà i disordini di Tulsa sono stati oggetto di omertà e rimozione, così la storia di Giustizia Mascherata è raccontata attraverso il filtro dell’uomo bianco. La differenza tra la realtà e la finzione (consapevole o meno), tanto criticata da Dale Petey nei suoi memorandum apparsi su Peteypedia è finalmente palese.

• Alla presentazione dei Minutemen, Giustizia Mascherata e Capitan Metropolis sono gli unici individui a fuoco. Dietro di loro, appannati, si riconoscono Falena, Silhouette, Gufo Notturno I e il Comico. Nel gruppo militano anche Dollar Bill e Spettro di Seta I.

• Lady Trieu sta leggendo La fonte meravigliosa, scritto dalla filosofa dell’oggettivismo Ayn Rand, di cui era un impallinato anche Steve Ditko, co-creatore di Spider-Man e Doctor Strange per Marvel Comics e di supereroi come Captain Atom e Question per Charlton Comics. Furono proprio i personaggi di quest’ultima casa editrice a fare da base per quelli di Watchmen di Moore e Gibbons.

• La scorsa settimana ipotizzavo che Adrian Veidt fosse prigioniero sui satelliti di Giove Europa o Ganimede. È arrivato a soccorrermi lo stesso Lindelof che, in un’intervista a Collider, ha rivelato che in effetti si tratta di Europa.

Cosa ci dice Peteypedia

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Il portale HBO che contiene informazioni sul mondo di Watchmen raccolte dal personaggio dello show Dale Petey, agente speciale della task force anti-vigilanti, ha aggiunto tre documenti, due dei quali sussurrano fan theory molto ardite. Siamo forse di fronte a spoiler per il futuro o è fuffa per ammazzare il tempo? Di certo Peteypedia vuole lasciarci nel dubbio.

• La risposta di Laurie Blake ai memo di Petey. La donna è informale e sboccata tanto sulla carta quanto di persona. Si preoccupa che Specchio abbia tradito Angela troppo facilmente e sia un membro del Reggimento. Rivela inoltre che durante il coma Angela ha continuato a parlare fornendo informazioni su quanto stava accadendo nella sua mente. Blake ha registrato tutto. Pensava che Giustizia Mascherata fosse suo padre.

• Il testamento di Capitan Metropolis, con un’introduzione di Petey sulla vita dell’eroe. Gardner è morto l’8 agosto 1974 in un incidente stradale. Tutti i suoi beni sono stati lasciati a Will Reeves, che all’epoca lavorava in un cinema di Harlem. Parlando degli errori e delle riscritture di American Hero Story, rispetto alla recente rivelazione che Giustizia Mascherata era nero, Petey scrive: «Non avevo mai pensato che la più grande inesattezza storica di tutti è l’America stessa».

• Un articolo di giornale dedicato a Lady Trieu. Scopriamo che sua madre, Bian My, ha scritto un’autobiografia il cui titolo è Mamma pachiderma (nel quarto episodio avevamo visto il vasellame a forma di elefante dell’imprenditrice). Il giornale commenta inoltre le voci che vorrebbero Trieu figlia del Comico e il Millennium Clock una costruzione di facciata per nascondere una macchina del tempo.

Leggi la guida agli episodi di Watchmen

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