Siamo arrivati al quarto episodio e ancora le vicende di Watchmen non accennano a chiarirsi, anzi, affastellano punti interrogativi come fossero torrette di pancake in un brunch domenicale.
La puntata è piaciuta a testate come IGN e il New York Times per la capacità di trattare il tema della fragilità della vita attraverso varie situazioni – o anche semplici scambi di battute – che si integrano alla storia in maniera molto coerente. Alan Sepinwall, su Rolling Stone, scrive ironicamente che questo è l’episodio «più lineare», «per quanto la parola “lineare” possa essere utilizzata con relatività parlando di questa serie, certo».
Cosa succede
Lady Trieu, trilionaria titolare delle aziende Trieu – quelle che hanno acquisito tutti i cespiti di Adrian Veidt – si presenta sulla porta di casa di Katy e Jon Clark, una coppia di coltivatori, offrendo un erede, un bambino biologicamente loro che i due non sono mai riusciti a generare. La donna, diventata ricca producendo farmaci e tecnologia biomedica, vuole in cambio i terreni dei Clark. I due accettano e, poco dopo aver stretto l’accordo, dal cielo piomba un oggetto incandescente che Trieu dice essere suo.
Angela, intanto, è impegnata a distruggere le prove del passaggio di Will: fa a pezzi la sedia a rotelle, brucia il volantino “Prendetevi cura di questo bambino” e cancella ogni impronta. Si reca poi al centro per l’eredità culturale e scopre che Will, oltre a essere suo nonno paterno, aveva due genitori morti nel massacro di Tulsa. Uscita dal centro, incontra Laurie, davanti alla carcassa della sua macchina. La ispeziona e trova le pillole di Will.
Angela chiede aiuto a Specchio (che nel tempo libero fotografa le occasionali piogge di calamari) per nascondere la tunica del KKK di Crawford e le prove che incriminano Will. Mentre si disfa di alcune di esse, Angela viene vista da un uomo vestito da supereroe, che scappa via e, ricoperto di lubrificante, scivola dentro un condotto fognario.
Laurie, che ha preso il posto di commissario ad interim, ha già scoperto che nell’auto di Angela c’erano delle impronte riconducibili a William Reeves, e che questi era attivo tra gli anni Quaranta e Cinquanta come poliziotto. Dato che l’auto è stata gettata da un veicolo volante Trieu, le due si recano al Millennium Clock – la monumentale opera di Lady Trieu il cui scopo è resistere a ogni attacco umano o naturale e «segnare il tempo».
Nel tragitto, Angela e Laurie discutono della natura dei supereroi: sono persone che hanno subito un trauma da bambini e sviluppano uno spiccato senso per la giustizia. Le maschere che portano servono per nascondersi da quel trauma. La teoria di Laurie è confermata dal fatto che Angela è orfana mentre lei, come spiega l’agente Petey, è figlia di due supereroi che hanno avuto una relazione turbolente: suo padre, il Comico, aveva infatti tentato di stuprare la madre, Spettro di Seta. Laurie, poi, accenna indirettamente al fatto di aver avuto una relazione con il dottor Manhattan.
L’imprenditrice consegna loro la lista dei nomi di tutte le persone capaci di pilotare il veicolo e poi, parlando in vietnamita, chiede ad Angela se ha ricevuto le pillole. Adrian Veidt, nel frattempo, sta allevando dei feti che poi fa crescere in un’incubatrice ottocentesca: sono nuove copie dei servitori Signor Phillips e Signorina Crookshanks. I due nuovi cloni gli servono perché, la notte prima, Veidt era stato colto da un raptus e aveva ucciso tutti i suoi camerieri. Messi al mondo i due, l’uomo si fa aiutare per scaraventare i resti con una catapulta. Veidt segue il loro tragitto nel cielo con un cannocchiale: dopo pochi secondi, i cadaveri svaniscono nel nulla. L’uomo afferma che, dopo quattro anni di reclusione, è pronto per fuggire dalla sua prigione.
Al Millennium Clock, Bian Trieu – la figlia di Lady Trieu – si sveglia di soprassalto. È attaccata a una flebo e ha avuto un incubo particolarmente realistico. La madre la rimette a letto e poi parla con Will Reeves, chiedendogli se il messaggio delle pillole non fosse troppo passivo-aggressivo. Se voleva far sapere la verità ad Angela, dice Trieu, bastava dirla. Inoltre, avanza delle perplessità sull’accordo che i due hanno stretto. Will dissente e, alzandosi in piedi, conferma la sua volontà di andare avanti.
Sotto la maschera (appunti e riferimenti)
• Il titolo originale dell’episodio, If You Don’t Like My Story, Write Your Own, è un passo de Le cose crollano (1958), romanzo dello scrittore nigeriano Chinua Achebe che descrive la Nigeria nel passaggio tra la vita pre-coloniale e l’arrivo dell’imperialismo europeo. È considerato un caposaldo della letteratura africana. Il suo protagonista, inoltre, finisce per impiccarsi. Una modalità di morte con cui ormai gli spettatori di Watchmen dovrebbero avere familiarità.
• La coppia di contadini di nome Clark che riceve in dono un figlio è l’ennesimo riferimento al mito di Superman.
• Katy Clark sta leggendo Fogdancing (Danzando nella nebbia nella traduzione italiana), che è uno dei libri scritti da Max Shea, l’autore fittizzio de I Racconti del Vascello Nero, il fumetto dentro al fumetto presente in Watchmen. Secondo le cronache, Shea scomparve in circostanze misteriose, in realtà era stato reclutato da Veidt per aiutarlo a congegnare il suo piano. Quando si parla di riferimenti oscuri ed easter egg, non penso si possa andare più easter di così.
• No, d’accordo, forse c’è un riferimento ancora più oscuro. Mentre Laurie e Angela sono in macchina, la radio trasmette You’re My Thrill di Billie Holiday, che è la stessa canzone che nel fumetto fa da sottofondo alla prima impresa eroica di Spettro di Seta e Gufo Notturno. Mannaggia, Lindelof sa davvero il fatto suo.
• Una bella idea di design: la ghianda che riceve Angela al centro culturale contenente il proprio albero genealogico sotto forma di ologramma interattivo. Ho comprato uno spelucchino per le fragole, comprerei anche quello.
• Alla base del Millenium Clock, Lady Trieu ha installato una serra in cui far crescere un ecosistema vietnamita, per mantenere la promessa che aveva fatto alla madre di non abbandonare mai il proprio paese. Ricorda un po’ Karnak, la base operativa di Veidt, che nel fumetto possedeva un vivaio di piante e animali esotici.
• Topher – il figlio maggiore di Angela – ha un peluche che assomiglia molto a Bubasti, la lince geneticamente modificata di Adrian Veidt.
• Calvin, il marito di Angela, passa la colazione a spiegare ai figli che il paradiso non esiste, che veniamo dal nulla e che nel nulla finiremo, dopo essere morti. Una bella lezione di ateismo da impartire assieme al pasto più importante della giornata. Certo, fa un po’ strano in un mondo in cui esiste un supereroe che è la cosa più vicina a Dio mai testimoniata dall’uomo.
• La furia omicida di Adrian Veidt pare sia stata scatenata dall’ennesima offerta del signor Phillips di usare un ferro di cavallo al posto del coltello. Veidt dice: «non mi serve, ancora». A cosa diamine gli servirà mai un ferro di cavallo?
• Una transizione molto watchmeniana tra il cannocchiale di Veidt e la luna che brilla sopra la casa di Angela, in aggiunta al fatto che lo scorso episodio Veidt stava costruendo degli scafandri, potrebbe indicare che l’uomo sia confinato non sulla Terra ma in qualche zona dello spazio profondo, magari proprio sul nostro unico satellite naturale.
• L’uomo che vede Angela gettare le prove relative al coinvolgimento di Will ha un costume e dei poteri molto simili a quelli di Slyde, un cattivo apparso in Amazing Spider-Man che aveva creato un rivestimento antiaderente che lo rendeva difficile da catturare. Se la citazione fosse confermata, Lindelof meriterebbe la medaglia di vero Marvel Zombie (e avrebbe anche creato le basi per un universo condiviso Marvel-DC).
• La coppia all’inizio dell’episodio vende – indovinate un po’ – uova. Inoltre, i titoli di testa (che cambiano a ogni puntata) rappresentano la scritta “Watchmen” con il tuorlo di un uovo. Ora, io attenderei la fine della serie per fare i dovuti voli pindarici con la fantasia, ma è evidente che ci sia un interesse da parte di Lindelof verso le uova. Nel corso della Storia l’uovo è stato associato – a seconda dei periodi e delle culture – a molti concetti diversi, i più comuni comprendono mito cosmogonico, vita, ricchezza, fecondità, immortalità e resurrezione. Nella serie compare in scene che affrontano temi simili a quelli elencati. Ci aggiungerei l’idea di eredità, che Lady Trieu enfatizza all’inizio dell’episodio. Tanto per dirne un’altra, in questa puntata Calvin sta preparando delle omelette, poco prima di spiegare ai figli che il paradiso non esiste.
Cosa ci dice Peteypedia
Eccoci arrivati alla parte più attesa di questi recap (dopo il mio solito vaneggiamento sulle uova): quella in cui vi aggiorno sui nuovi documenti inseriti in Peteypedia, il portale HBO che contiene informazioni sul mondo di Watchmen raccolte dal personaggio dello show Dale Petey, agente speciale della task force anti-vigilanti. Come al solito non molto utili ai fini della trama ma interessanti per chiunque volesse approfondire l’universo della serie e scoprire i retroscena dei personaggi. Proprio come i materiali paratestuali inseriti in ogni albo di Watchmen. In questo senso, Peteypedia sta diventando il giochino più nerd per chi ha letto il fumetto. I due nuovi incartamenti sono:
• La trascrizione, risalente al 1995, di una deposizione di Laurie Blake (qui indicata con il cognome materno, Juspeczyk). Nel testo, veniamo a sapere che Laurie e Dan (rispettivamente nelle loro identità di Spettro di Seta e Gufo Notturno) hanno ucciso Timothy McVeigh, ex-sottoufficiale dell’esercito statunitense reduce della guerra del Golfo e diventato il terrorista responsabile dell’attentato di Oklahoma City. Nella realtà, McVeigh fu condannato a morte nel 2001. Ancora una volta, pur per via indiretta, Watchmen dialoga con la Storia americana. Viene inoltre rivelata l’origine del vibratore del Dottor Manhattan: Dan l’aveva costruito per Laurie perché «pensava che accendessi ancora dei ceri per il mio ex, quindi mi ha fatto questo enorme vibratore blu come a dirmi “vai a farti fottere”. Letteralmente». Laurie spiega che lei e Dan si sono lasciati perché «lui voleva dei bambini, io volevo le armi».
• Un progetto del vibratore firmato da Dan. Ecco, forse adesso la cosa ci sta sfuggendo di mano (nessun doppio senso voluto).
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