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Il successo inaspettato del nuovo fumetto di Hulk

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Negli ultimi tre mesi The Immortal Hulk, la nuova serie di Hulk scritta da Al Ewing e disegnata da Joe Bennett e Ruy Josea, ha scalato inaspettatamente le classifiche di vendita relative al direct market (il mercato delle fumetterie). Nel periodo tra aprile e giugno il titolo si è piazzato nella top 10 con un venduto tra le 80 e le 90 mila copie, scavalcando regolarmente Batman e Detective Comics, le storiche testate dedicate al Cavaliere Oscuro, un gigante dell’editoria che è quasi sempre in vetta alle classifiche.

Già Bleeding Cool ne registrava l’eccezionalità lo scorso giugno, riportando che la testata vende più del doppio di quanto ci si aspetterebbe da un titolo di quella fascia. Ora, Comicbook ha analizzato il fenomeno cercando di guardare oltre le semplici cifre, che spesso sono gonfiate da espedienti come la messa in circolazione di svariate copertine alternative o da operazioni che prevedono l’acquisto da parte dei rivenditori di molte copie che poi, però, non finiscono nelle mani di lettori paganti.

Il sito ha evidenziato che sì, in effetti The Immortal Hulk #16 vantava otto copertine variant, una delle quali, venduta con la formula 1:25 (per ogni albo con la copertina variant il rivenditore doveva acquistare 25 copie normali), si è dimostrata incredibilmente popolare, tanto da venire ristampata e utilizzata come base per una serie di variant in uscita a settembre che celebrerà il successo della serie. Ma i numeri 18 e 19 sono stati distribuiti rispettivamente con 2 e 3 copertine alternative, mantenendo alte le vendite.

La variant cover di The Immortal Hulk #16 disegnata da Joe Bennett

Il numero uno è uscito nel giugno 2018, insieme ad altre testate che debuttavano con una nuova numerazione: Justice League, Doctor Strange, Thor, Tony Stark: Iron Man e Deadpool. Di queste, Justice League è stata la più venduta, ma la sua vita editoriale è andata in calando, come dimostra il grafico sottostante di Comicbook.com, finendo per essere sorpassata da The Immortal Hulk, che era partito con dati buoni seppur in media con il resto dei debutti.

Il confronto è ancora più chiaro se si guarda l’oscillazione percentuale nel numero di copie vendute numero per numero, che quindi tiene conto soltanto di quanto una serie sia stata in grado di mantenere i propri lettori. In questo caso, la situazione delle testate è comune: una perdita che va dal 25% al 50% rispetto alle vendite del primo numero. L’unica a svettare è la serie di Hulk, che non solo non ha registrato abbandoni significativi (mai più del 7%) ma che dal numero 13 in poi ha allargato il bacino di pubblico (con l’unica eccezione del numero 18).

Né il nome degli autori (non certo di primo piano), né quello del personaggio (mai tra i primi in classifica) o ancora il successo di critica riescono per ora a spiegare una tenuta così forte nelle vendite.

La bontà del prodotto potrà anche aver scatenato un passaparola tra gli affezionati, ma come si spiega il picco improvviso? Che sia bastata una variant cover andata a ruba? «Una cosa è chiara, guardando alle vendite di serie simili nell’anno precedente» scrive Comicbook, «The Immortal Hulk rappresenta un caso unico nel mercato d’oggi. […] Il perché del suo successo resta aperto alle ipotesi».

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