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Marvel dice che smetterà di uccidere i personaggi così spesso

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La morte di Capitan America, da The Death of Captain America, di Ed Brubaker e Steve Epting (2007)

Durante una conferenza tenutasi presso una fiera del fumetto in Svezia, l’editor in chief di Marvel Comics C.B. Cebulski ha parlato delle continue morti dei personaggi della casa editrice, soffermandosi sul processo creativo dietro queste decisioni.

«Sapete, la morte fa parte degli universi dei fumetti, in particolare fa parte dell’universo Marvel», ha detto Cebulski. «Ogni personaggio è stato ucciso e poi è tornato, in un modo o nell’altro. Diciamo sempre che ci sono due personaggi che non torneranno mai più e questi sono Gwen Stacy e lo zio Ben. Abbiamo anche detto che Bucky non sarebbe mai tornato e ora abbiamo il Soldato d’Inverno.»

«Ma il processo di uccisione di un personaggio non è facile, e molte persone pensano che la morte sia qualcosa che non prendiamo sul serio, ma per noi lo è davvero», ha spiegato Cebulski. «Ci sono molti dibattiti quando uno scrittore suggerisce che dovremmo uccidere un personaggio, perché la prima cosa che conta è il funzionamento della storia. E la storia non può funzionare solo per lo shock che crea una morte. Così, normalmente, prima se ne discute tra lo scrittore e l’editor e poi tra lo scrittore e l’intero team editoriale. Quindi il processo di uccisione di un personaggio è una decisione presa da tutti, ed è pensata sempre con la migliore storia in mente.»

Cebulski ha poi sottolineato come in futuro, sotto la sua guida, le morti nei fumetti Marvel diminuiranno drasticamente. Parole che arrivano in un momento in cui nelle storie dell’editore si stanno susseguendo diverse uccisioni:

«Non voglio che la morte venga usata per incrementare le vendite o per causare colpi di scena e reazioni come “Oh mio Dio, Johnny Storm è morto!” o “Wolverine è morto!”, quando poi i lettori sanno già che torneranno. Da ora, sceglieremo di ridurre sensibilmente le morti, le renderemo un po’ più importanti e durature.»

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