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Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto la sua comparsa sull’ottavo numero della miniserie Doomsday Clock di DC Comics, sorta di seguito del Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons, scritto da Geoff Johns e disegnato da Gary Frank.
Putin appare in una sequenza dell’albo e ha una discussione con Superman, dapprima pacifica e poi via via sempre più carica di tensione. Il motivo dell’intervento di Putin, che tiene un comizio contro la minaccia dei supereroi americani, è il comportamento di Firestorm, accusato di aver attaccato cittadini russi.
All’inizio dell’albo, infatti, Firestorm si trova in Russia ed è intento a combattere contro eroi locali. Sconfitto, precipita in mezzo alla folla di curiosi radunatasi sul luogo dello scontro. Schiacciato tra le gente entra in preda a una crisi ed invece di scappare utilizza i propri poteri colpendo decine di persone per poi fuggire via costernato dal suo gesto.
Il risultato è un incidente internazionale che porta Vladimir Putin a interviene in prima persona. Sarà Superman a cercare di fare da paciere, incontrando personalmente il Presidente russo. Quest’ultimo accoglie il supereroe a braccia aperte per poi alzare i toni puntando il dito contro Firestorm, accusandolo di essere un agente statunitense che ha attentato al popolo russo.
L’albo si chiude con un cliffhanger che vede Firestorm piombare durante il discorso tra Putin e Superman, con quest’ultimo che cerca di fermarlo mentre alcuni eroi russi ingaggiano una lotta.
La presenza di un politico reale non è una novità per il mondo di Watchmen, visto che già nella miniserie originale appariva l’ex presidente americano Richard Nixon, che grazie alla vittoria nella guerra del Vietnam aveva abolito il limite dei due mandati presidenziali ed era arrivato agli anni Ottanta ancora in carica.