Ogni settimana su Sunday Page un autore o un critico ci spiega una tavola a cui è particolarmente legato o che lo ha colpito per motivi tecnici, artistici o emotivi. Le conversazioni possono divagare nelle acque aperte del fumetto, ma parte tutto dalla stessa domanda: «Se ora ti chiedessi di indicare una pagina che ami di un fumetto, quale sceglieresti e perché?».
Questa domenica ospitiamo Alberto Ponticelli, autore di Blatta e Le 5 fasi e attivo come disegnatore sui mercati statunitense (Marvel, Image, DC Comics, IDW, Aftershock), francese (Casterman, Les Humanoïdes Associés) e italiano.
Ho scelto la penultima pagina di Quando soffia il vento di Raymond Briggs, fumetto del 1982 che ho letto a 15 anni ed è da sempre tra i miei preferiti. La storia narra di una coppia di coniugi anziani che vivono la loro vita di tutti i giorni, fino a quando una non meglio precisata guerra nucleare esplode intorno a loro. Sono anni di guerra fredda, la minaccia nucleare non è mai stata così concreta come in quel periodo.
I due sono persone genuine e ingenue, si fidano ciecamente di opuscoli governativi che spiegano come difendersi da eventuali esplosioni e radiazioni atomiche, e si preparano a seguirle alla lettera, completamente fiduciosi di quanto gli viene spiegato.
La guerra scoppia (la vediamo solo attraverso sparute splash pages quasi silenziose di missili e altri ordigni da guerra che si preparano minacciosi a fare la loro parte e che spezzano il ritmo delle altre tavole, fitte di vignette e di dialoghi), i due confidano nelle istruzioni che il loro governo-capo-padre ha dato loro, morendo lentamente; intanto portano avanti la loro routine di coppia affettuosamente affiatata.
I colori della storia virano gradualmente da tonalità accese verso una desolante desaturazione, termometro della loro salute che scema lentamente pagina dopo pagina fino ad un finale che è chiaro e senza speranza fin dalla prima pagina.
Nella tavola scelta, i due coniugi ormai moribondi continuano a parlarsi e a proteggersi. Lui recita fino all’ultimo la parte di chi sicuro di sé per tranquillizzare la moglie, ma è chiaro che la fine è vicina. nell’ultima vignetta, la buonanotte che si scambiano è raggelante: il disperato bisogno di sperare in un ennesimo, nuovo giorno insieme. Le scansioni delle tavole sono tutte molto simili, più di 20 vignette per pagina fitte di dialoghi; nessun effetto speciale, tutto è estremamente funzionale, comprese le splash pages di cui sopra.
Il bisogno di normalità è il vero protagonista della storia. La vita non è fatta solo di scene importanti. Gli intercalari qui sono tutto, a svelare le infinite sfumature di una storia d’amore reale e così vicina ad ognuno di noi.
Cosa rende questo fumetto uno dei tuoi preferiti?
Quando soffia il vento ci mostra la brutalità del potere in conflitto con l’umanità presente nel micromondo di ognuno di noi. I protagonisti, diventano velocemente figure che tutti noi riconosciamo perché presenti nei nostri ambienti familiari; empatizziamo immediatamente con la loro fragilità, consci della tragedia incombente. Ti senti incredibilmente triste, frustrato e arrabbiato alla fine della lettura; è un libro che ti obbliga a una reazione.
Ti ricordi come e quando hai scoperto quest’opera?
Avrò avuto 15 anni, leggevo davvero un sacco di roba tra libri, fumetti e riviste. Credo dunque di averlo scoperto in libreria, spulciando tra vari fumetti; ero rimasto molto colpito dalla lettura de La collina dei conigli di Richard Adams. Per qualche strano motivo che ormai non ricordo, ma che potremmo associare al contrasto-equilibrio tra iconografie rassicuranti (conigli, personaggi con gli occhietti, sorrisi amichevoli) e contesti inquietanti , associai questo libro al suo, così lo comprai e ne rimasi folgorato.
C’è per caso una lezione che, da autore, ti ha lasciato Briggs o ti ha colpito solo come lettore?
È uno di quei libri che da ragazzino mi ha insegnato a osservare le sfumature nelle persone. Mi ha colpito la lucidità di Briggs nel creare personaggi così realistici, capaci di emozioni incredibilmente sottili. I due protagonisti cercano disperatamente di accudire la propria quotidianità fatta di affetti, conflitti e umori per preservarla da meccanismi così violentemente lontani da loro-noi.
C’è anche un forte messaggio sull’autodifesa culturale, il bisogno di non restare ignoranti per non farsi stritolare da certi meccanismi di potere che fanno di noi ciò che vogliono. Un argomento molto attuale, purtroppo. È di sicuro tra i miei dieci fumetti di sempre ed è un peccato che nessuno lo abbia più ripubblicato.