Siamo entrati nello studio di Marta Baroni, che ha appena pubblicato il suo secondo libro con Bao Publishing, intitolato Uma del mondo di sotto. (Qui le prime pagine in anteprima).
Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?
Da quando ho finito Uma del mondo di sotto sono tornata a lavorare a progetti di illustrazione per ragazzi. In particolare adesso sto lavorando al secondo volume di Madelief, la serie di Guus Kuijer edita in Italia da Camelozampa. Sono entusiasta perché lui è uno dei miei autori preferiti. E poi da poco mi è capitato di lavorare di nuovo nel mondo dei giocattoli (un sogno che si avvera!), con la Quercetti. Avevo già collaborato con loro una volta realizzando dei Pop Out, adesso stiamo lavorando a un Gioco Moda per bambine che uscirà nel 2019.
Quali strumenti usi per disegnare?
Ho un sacco di quaderni per i bozzetti e per le prime idee. Poi in base al lavoro cambio un po’ il metodo. Diciamo in base a quanto sono anche emotivamente coinvolta. Quando lavoro a un mio fumetto voglio avere gli originali disegnati per bene, so che è una fissa e che mi rallenta ma non ne posso fare a meno. Ho disegnato Uma del mondo di sotto su due quadernoni Fabriano bellissimi, una pagina dopo l’altra nel formato reale in cui sarebbe andato in stampa, volevo proprio avere la sensazione di “vedere” il libro. Dopo questa fase passo all’inchiostro e al colore, entrambi in digitale.
Ho smesso di inchiostrare a mano dopo aver finito il mio primo libro, Al sole come i gatti, questo procedimento è stato una pazzia. Per i lavori più veloci a volte salto direttamente lo step matita e vado con la Cintiq, ma è raro perché mi piace troppo quella prima fase di scarabocchi sui quaderni.
Hai qualche abitudine prima di metterti a disegnare?
Cerco di svegliarmi presto perché la mattina sono mooolto lenta. Ho bisogno di un po’ di tempo per me, di solito un’ora. Faccio colazione lentamente, leggo qualche articolo, cazzeggio un po’ su Instagram, poi stacco tutto e vado in studio. Se sono in fase scrittura non metto nemmeno la musica, mi distrae troppo. Quando sono già in una fase avanzata del lavoro invece sì. In fase proprio avanzatissima, come i colori, metto in sottofondo una serie o dei film visti e rivisti, di solito cose della mia infanzia/adolescenza. Se lavoro nel fine settimana mi concedo la colazione al bar.
Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?
Il grosso dei miei libri in realtà sta a Roma, perché lo studio dove lavoro è una stanza condivisa con altre due illustratrici, Misstendo e Valentina Fuzzi, all’interno dello spazio Elastico a Bologna. Abbiamo una libreria non grandissima che condividiamo, io ho portato alcuni libri da cui non riesco a separarmi, come Scott Pilgrim di Bryan Lee O’Malley e altri che a volte porto a casa e sostituisco in base ai periodi. Una cosa che mi piace molto guardare prima di iniziare a lavorare è un vecchissimo numero di Fruit.
Hai un oggetto in studio a cui sei particolarmente affezionata?
Il Magic Trolls Babies di quando ero piccola! Ne ho tantissimi a Roma, ma lui era il mio preferito da sempre e l’ho portato a Bologna. E poi è in una delle tavole di Al sole come i gatti a cui tengo.