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Sunday Page: Rich Barrett su “American Flagg”

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Ogni settimana su Sunday Page un autore o un critico ci spiega una tavola a cui è particolarmente legato o che lo ha colpito per motivi tecnici, artistici o emotivi. Le conversazioni possono divagare nelle acque aperte del fumetto, ma parte tutto dalla stessa domanda: «Se ora ti chiedessi di indicare una pagina che ami di un fumetto, quale sceglieresti e perché?».

Questa domenica è ospite Rich Barrett, autore del graphic novel Nathan Sorry, designer (USA Today, Nascar, Columbia University) e critico per Mental Floss e The Comics Journal.Ho scelto la prima pagina di American Flagg di Howard Chaykin perché è uno dei miei fumetti preferiti in assoluto, nonché uno dei migliori fumetti mai prodotti (e purtroppo letto da pochissima gente). Uscì nel 1983, anticipando molti dei fumetti che definirono gli anni Ottanta come Il ritorno del cavaliere oscuro e Watchmen, ed è un’opera altrettanto importante perché ha cambiato le aspettative riguardo quali generi di storie potevano raccontare i fumetti e come raccontarle. Dato che venne pubblicata da un editore indipendente, First Comics, fu anche antesignano di tutto quel movimento anni Novanta che diede origine a Image Comics al mondo creator-owned che conosciamo.

Quanti anni avevi quando l’hai scoperto?

Forse dodici, non più di quattordici comunque. Ero probabilmente troppo giovane per i contenuti sessuali del fumetto, ma plasmò le mie aspettative su cosa potevano essere dei fumetti non-supereroistici. Penso di averlo trovato tra gli arretrati di qualche fumetteria, quindi qualche anno dopo la sua pubblicazione. Fino a quel momento leggevo solo fumetti di supereroi ma mi stavo stancando del genere. Ero nell’età perfetta per apprezzare gli anni Ottanta, un momento storico in cui i fumetti generalisti stavano diventando sofisticati e molti fumetti pensati per gli adulti cominciano a circolare di più.

E di questa pagina cosa ci racconti?

Ho scelto questa pagina non tanto perché è la migliore disegnata di tutta la serie ma perché prepara la scena per quello che sarà il fumetto. I fumetti sono un delicato equilibrio tra parole e immagini e Chaykin usa le parole per altri scopi oltre che fornire informazioni con dialogo e narrazione. Crea un testo visivo con le parole e riesce a replicare i rumori di fondo e i suoni ambientali meglio di chiunque altro. Nelle edizioni successive questa pagina è preceduta da un prologo di dieci tavole, ma il fumetto originale iniziava con questa immagine, mettendoti in mezzo tra il dialogo e gli altri rumori. Chaykin è anche un incredibile designer e il modo in cui struttura la pagina, tra le vignette e i balloon e il titolo è davvero meraviglioso.

Quando scoprii American Flagg! mi esplose la mente grazie alle visioni complesse di sesso e politica, anche se devo ammettere che all’inizio mi interessava solo il sesso. In questa Chicago del 2030 Chaykin ci mostra che la promiscuità è all’ordine del giorno grazie a una pillola del giorno dopo chiamata Mañanacillin che è segretamente parte di un piano governativo per sterilizzare la popolazione. Chaykin ama la moda e l’intimo femminile in particolare, quindi quasi ogni donna è mostrata con della lingerie, una cosa abbastanza interessante per il me stesso tredicenne. Certo, è un po’ pruriginoso ma ci sono anche personaggi femminili forti e ben costruiti quindi non credo si possa etichettare come sessista (anche se un po’ lo è).

Il world building in questo fumetto è così intrigante e mi aprì la mente alle meraviglie della fantascienza distopica. Chaykin immaginò un futuro pieno di regimi corporativisti, reality tv, effetti speciali, cultura da centro commerciale, crisi climatiche, ascesa dell’Islam e caduta dell’Unione Sovietica, tutte cose che sono diventate realtà in un modo o nell’altro.

American Flagg è un’opera citata spesso da addetti ai lavori, ma poco dal pubblico, quasi fosse un fumetto per fumettisti. Secondo te come mai non è diventato un lavoro canonico?

 A differenza de Il ritorno del cavaliere oscuro e Watchmen, che sono bestseller sempreverdi, American Flagg è rimasto intrappolato nel bidone degli arretrati per vent’anni finché Dynamic Forces e Image Comics non l’ha raccolto in volume nel 2008. Penso ci fossero state delle raccolte economiche prima ma una vera riedizione non era mai stata possibile a causa di problemi relativi a diritti legali. Caykin usò inoltre delle tecniche di stampa complicate che si rivelarono ancora più complicate da riprodurre con la stampa moderna. Questa assenza dagli scaffali durante gli anni formativi del graphic novel resero il fumetto un classico dimenticato invece che un lavoro contemporaneo.

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