Per la prima volta nella loro storia, due colossi dell’editoria a fumetti, la statunitense DC Comics e la francese Dargaud, hanno collaborato alla realizzazione di un fumetto. Il protagonista è l’americanissmo Batman, ma l’autore proviene dalla scuola europea ed è uno dei più apprezzati disegnatori del mercato francese, ovvero l’italiano (ma nato in Svizzera) Enrico Marini, qui anche ai testi come già in altre sue opere personali (tipo le Aquile di Roma).
Il risultato di questo curioso incontro, intitolato Batman: Il principe oscuro, è una storia divisa in due parti e pubblicata in contemporanea negli Stati Uniti e in Francia (e con un minimo scarto anche in Italia, da RW Lion).
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Fin dal titolo, è possibile intuire come la storia ideata di Marini sia ricalcata sulla forma di una fiaba e, come tale, metta in scena situazioni spesso crude e al tempo stesso personaggi stereotipati. Al centro della trama – molto semplice e lineare – c’è l’ennesimo scontro fra Batman e il Joker, che in questo caso vestono panni metaforici, di un principe senza macchia con la missione di salvare la classica damsell in distress dalle grinfie del cavaliere nero di turno.
In questo caso, però, le tinte si invertono rispetto alla tradizione classica: il buono, Batman, è rappresentato principalmente dal nero del suo costume (nelle vesti del principe oscuro del titolo), mentre il Joker è un malvagio cavaliere bianco (che più bianco non si può). La “damigella” della situazione, invece, è una bambina che ha un legame particolare con Bruce Wayne, come si scopre nel corso della storia.
Nonostante il lavoro ultradecennale degli sceneggiatori per definirli, fino a renderli due icone riconoscibilissime anche a chi di fumetto ne fruisce poco, i due personaggi faticano a venire fuori dagli stereotipi che devono incarnare: Batman/Bruce Wayne è privo di ogni tipo di macchia e di furore, meno metodico e più irruento rispetto a come siamo abituati a vederlo; il Joker è banalmente un folle che uccide i propri scagnozzi solo per dimostrare di essere cattivo.
Sotto la patina nostalgica della storia, posizionata al di fuori della continuity ufficiale di Batman, la drammaticità degli eventi raccontati risulta così un po’ spenta, e le uniche figure che emergono come brillanti sono quelle femminili: Catwoman e Harley Quinn – per le quali Marini ha preso spunto da diverse fonti, offrendo dei personaggi più sfaccettati, nonostante le poche pagine a disposizione –, oltre alla madre della bambina rapita dal Joker.
La mancanza di una forte drammaticità si avverte anche a causa della poca personalità nei disegni. Ai magnifici scenari di una Gotham City dalle tonalità fiabesche (ricalcata in modo evidente su New York) si affiancano dei character design poco convincenti, forse anche a causa dei tanti punti di riferimento utilizzati e apparentemente poco interiorizzati. «C’è di tutto: un po’ di Nolan, un po’ di Mazzucchelli» ha dichiarato Marini in un’intervista. «Ho fatto un po’ a modo mio, ma le influenze si spingono molto in là, come per Aparo e Miller. Ci sono tanti disegnatori che mi hanno segnato.»
La grande conoscenza – e passione – per il personaggio si nota anche nella volontà di inserire tanti piccoli cliché classici della saga di Batman, dal Bat-segnale all’irruzione del personaggio attraverso una finestra (che viene così infranta), aggiungendoci anche qualche intrigante dettaglio più personale, come il commissario Gordon colto a “svapare” sul tetto della centrale di polizia.
Ma si tratta solo di brevi divertissment fini a se stessi. Nel complesso, l’attesa per questa storia (enorme, vista anche la macchina di marketing messa in moto) non è stata ripagata del tutto. Spetterà al secondo e conclusivo volume l’arduo compito di farci cambiare opinione.
Batman: Il principe oscuro vol. 1
di Enrico Marini
Traduzione di Davide Caci
RW Lion, maggio 2018
Cartonato, 64 pp a colori
€ 14,95