Tom Wolfe – scomparso lo scorso 14 maggio a 87 anni – è stato molte cose nella sua vita: giornalista, saggista, scrittore, critico d’arte. È diventato noto come autore del romanzo Il falò delle vanità, è stato fautore del “New Journalism” – una corrente che utilizzava stili ed espedienti della letteratura nel giornalismo – e ha coniato l’espressione “radical chic“, oggi largamente abusata. Forse, però, non tutti sanno che Wolf è stato anche un personaggio dei fumetti di Marvel Comics.
Nell’opera di non-fiction del 1968 intitolata Electric kool-aid acid test lo scrittore descrisse l’influenza delle storie del Dr. Strange di Steve Ditko su gran parte della cultura psichedelica degli anni Sessanta, a partire dalle esperienze di Kelsey Kasey, autore del romanzo Qualcuno volò sul nido del cuculo.
Dopo la lettura del saggio, lo sceneggiatore di fumetti Roy Thomas decise così di “ricambiare”, inserendo Wolfe in una storia proprio del Dottor Strange, pubblicata nel 1969 sul numero #180 della testata dedicata al personaggio (con i disegni di Gene Colan e Tom Palmer).
Nella storia – da cui sono tratte le due pagine che seguono –, il Dottor Strange incontra casualmente per strada Tom Wolfe, e i due rivelano di essere vecchi amici che non si vedevano da molto tempo.
All’uscita dell’albo, Wolfe scoprì l’omaggio di Thomas e lo apprezzò molto, tanto da concedergli di realizzare una parodia del suo articolo Those Radical Chic Evenings, pubblicato originariamente sul New York Magazine nel 1970 (poi diventato un libro). In esso, raccontando di un party in un appartamento a New York Park Avenue popolato da ricchi liberali che volevano supportare le Pantere Nere, lo scrittore utilizzò l’espressione per definire quelle persone che si autoprofessavano di sinistra ma conducevano una vita agiata, frequentando determinati “salotti” per dimostrarsi impegnati, senza però esserlo davvero.
La storia di Thomas apparve nell’agosto del 1971 su The Incredible Hulk #142, con i disegni di Herb Trimpe e John Severin, e vede Hulk essere coinvolto da una famiglia benestante in un esclusivo ricevimento di beneficenza, con la promessa di raccogliere fondi per fargli comprare un paese tutto suo, dove poter vivere in pace. In realtà, la figlia di tale famiglia avrebbe voluto che i soldi fossero destinati alla causa del femminismo, ma dato che un ricevimento simile è stato già realizzato da poco, le viene detto che non sarebbe stato abbastanza chic.
Ovviamente, trattandosi di un racconto di supereroi, la serata viene rovinata da un supercriminale, in questo caso l’Incantatrice. Nelle pagine della storia – che trovate di seguito – appare anche lo stesso Wolfe, con indosso il suo distintivo completo bianco.