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Chi è Thanos, il cattivo di “Avengers: Infinity War”

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L’abbiamo visto per la prima volta nella scena dopo i titoli di coda di Avengers. L’abbiamo rivisto in Guardiani della Galassia, burattinaio di Ronan l’Accusatore e padre adottivo poco affettuoso di Gamora e Nebula. Ora lo vediamo in Avengers: Infinity War, intento a massacrare a forza di cazzotti e onnipotenza tutti gli eroi più potenti della Terra.

Ma chi è davvero Thanos, il supermegacattivo messo al centro delle trame del Marvel Cinematic Universe che nessuno che non fosse appassionato di fumetti di supereroi aveva mai sentito nominare fino a qualche anno fa?

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La copertina del primo numero di Infinity Gauntlet del 1991, saga in cui Thanos diventa onnipotente grazie al Guanto dell’Infinito. Copertina di George Pérez.

Thanos e Jim Starlin

Thanos fu creato su The Invincible Iron Man #55 del febbraio 1973 da Jim Starlin, fumettista di Detroit che aveva esordito in Marvel solo l’anno precedente. Starlin, insieme ad autori come Mike Friedrich, Steve Englehart, Steve Gerber, Gerry Conway, Don McGregor, faceva parte della prima schiera di appassionati del lavoro di Lee, Kirby e Ditko che si ritrovò a scriverne e disegnarne i personaggi; questa generazione, nella prima metà degli anni Settanta, riuscì a coniugare il rispetto dei personaggi che avevano ereditato con l’inserimento di tematiche nuove per dei fumetti per ragazzi, trame politiche, attenzione alla realtà sociale, temi religiosi, visioni lisergiche. Abbiamo quindi la morte di Gwen Stacy, la saga di Capitan America ispirata al Watergate, la lotta di Pantera Nera contro il KKK, la nascita di Howard il Papero, gli esordi di Shang-Chi e Star-Lord e soprattutto i fumetti cosmici di Starlin.

Quella su Iron Man, per il fumettista di Detroit fu un’esperienza brevissima, solo due numeri per “tappare un buco”. In queste storie, però, gettò le basi per quarantacinque anni di saghe: Thanos, Drax il Distruttore e gli abitanti di Titano vennero tutti introdotti sul numero 55, per poi migrare sulla testata dedicata a Capitan Marvel.

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La prima comparsa di Thanos, molto meno possente e meno viola di come siamo abituati. Il tizio verde nella colonna di destra è Drax il Distruttore. Testi di Jim Starlin e Mike Friedrich, matite di Jim Starlin, chine di Mike Esposito.

Il rapporto tra Thanos e Starlin è un rapporto quasi unico per il fumetto di supereroi, in quanto autore e personaggio sono legati in modo fortissimo. Se un autore crea un personaggio per la Marvel o la DC, infatti, ne perde completamente i diritti – ma mai la paternità artistica –, e sono le redazioni a decidere a chi affidarne le storie. Qualsiasi autore, inoltre, può utilizzarli liberamente, senza che il creatore ne sia informato. Così è anche per Thanos, ovviamente, che negli anni Duemila è stato messo al centro di varie saghe e maxieventi (Annhilation, Infinity, Secret Wars), utilizzato in serie e miniserie e, ovviamente, nei film nel Marvel Cinematic Universe.

Ma prima del nuovo millennio il personaggio compariva solo nelle opere di Starlin, che lo inseriva in quasi tutte le testate su cui si trovava a lavorare. Persino di recente, anche se Thanos compariva nei blockbuster di carta e di celluloide, Starlin continuava ad avere la totale libertà di realizzare le proprie storie, senza preoccuparsi della continuity ufficiale Marvel.

In parole povere: Starlin poteva fare quello che voleva, fregandosene di quello che nel frattempo succedeva nelle storie di Avengers, X-Men, Guardiani della Galassia e compagnia. L’uso del passato è obbligatorio, visto che Starlin se ne è appena andato dalla Marvel sbattendo la porta, infuriato proprio per una decisione presa sul suo personaggio.

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Jim Starlin in compagnia di Thanos. Foto dal profilo Facebook dell’autore.

Thanos e la Morte

Thanos nasce su Titano, la luna di Saturno. Figlio di Mentore, fratello di Eros, scopriamo con il tempo che appartiene alla stirpe degli Eterni, ma che è nato con un’alterazione genetica tipica dei Devianti. I semidivini Eterni e i deformi Devianti sono due razze create dagli alieni agli albori della Terra e ideate da Jack Kirby nel 1976. L’attribuzione di Thanos a queste razze è avvenuta dunque a posteriori. Kirby ha un’enorme importanza per la creazione di Thanos, che, soprattutto nelle sue prime apparizioni, è visibilmente ispirato a Darkseid, il tiranno spaziale del ciclo del Quarto Mondo, sia nel fisico che nel carattere.

A differenza sua, però, il Titano non vuole dominare l’universo. Il suo obiettivo è portare un pegno del suo amore alla donna che ama, Lady Morte, la personificazione della morte stessa: nelle prime storie vuole sterminare la popolazione della Terra; poi, diventato onnipotente grazie al Guanto dell’Infinito, uccide metà della popolazione dell’universo; infine riesce a cancellare l’intera esistenza solo per compiacerla.

Il legame tra il Titano e la Morte è chiaro già dal suo nome, che deriva dal greco Thànatos (morte, appunto). Il persona dedica tutta la sua vita, ogni sua azione, alla sua amata, ma il suo amore è destinato a restare sempre frustrato dalla freddezza e dall’impassibilità di Lady Morte, che non accetta mai di diventare sua sposa. Questo continuo inseguimento di un amore impossibile lo rende folle: vive fuori dalla moralità dei mortali, disinteressato ai concetti di bene o male. Nonostante questo, resta un freddo calcolatore e un abile stratega, pianificando attentamente ogni passo necessario al raggiungimento del suo obiettivo.

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Thanos dichiara il suo amore per la Morte, da Captain Marvel #31 del 1973. Testi e matite di Jim Starlin, chine di Al Milgrom.

Thanos e i suoi nemici

Se la grandezza di un eroe si vede dai suoi nemici, possiamo tranquillamente specchiare il concetto e dire che la grandezza di un cattivo si vede dagli eroi che deve affrontare. Thanos ha combattuto, e spesso sconfitto, tutti i principali supereroi Marvel, a partire dai Vendicatori, ma sono tre quelli con cui si è confrontato più lungamente.

Innanzitutto, il Titano ha addirittura un nemico creato ad hoc da un dio per ucciderlo. È Drax il Distruttore, fatto sorgere dalla terra da Cronos, dio di Titano, per fermare il suo discendente impazzito. Se Thanos ha un unico obiettivo, lo stesso è per Drax: finché la sua preda sarà in vita, lui continuerà a darle la caccia. Nelle prime storie, il Distruttore era un avversario furbo e intelligente, non il rozzo demente che ci hanno presentano i film sui Guardiani della Galassia. Nei fumetti, la trasformazione in cretino è avvenuta per colpa di Dragoluna, che lo ha colpito con i suoi poteri mentali riducendone drasticamente l’intelletto. Il personaggio è diventato così un bruto, verde ed enorme, che gareggia con Hulk per potenza e stupidità.

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«Perché, se Thanos vive di nuovo, lo stesso deve fare Drax, il Distruttore!». Silver Surfer #35 del 1990, testi di Jim Starlin, matite di Ron Lim e chine di Tom Christopher.

Tra i principali avversari di Thanos troviamo anche un vero protettore dell’universo: Mar-Vell, un soldato alieno, un Kree, inviato a spiare la terra per preparare un invasione aliena, ma che decise di tradire il suo popolo e difendere il pianeta. Ideato da Roy Thomas e Gene Colan per mere ragioni commerciali, ovvero “mettere il cappello” sul nome di Capitan Marvel in modo che nessun altro editore potesse utilizzarlo, è stato titolare di una testata minore, una di quelle che vendevano poco e su cui gli autori potevano sbizzarrirsi a sperimentare.

Starlin era subentrato come autore della testata il mese prima di creare Thanos e vi traghettò all’interno la sua nuova creazione. Cap fronteggiò insieme ai Vendicatori e a Drax gli sgherri del tiranno spaziale, ma quando questo si impadronì del Cubo Cosmico – un artefatto che garantisce l’onnipotenza – tutto sembrò perduto. Thanos si trasformò in un dio, abbandonando le sue spoglie mortali e il Cubo ormai svuotato della sua energia.

A quel punto, Mar-Vell mutò anche lui, da guerriero a dio. La sua coscienza fu riplasmata dall’entità cosmica chiamata Eon e divenne improvvisamente consapevole dell’intero cosmo. Se quella di Thanos era una divinità superumana, quella di Mar-Vell era umana, la perfezione raggiunta tramite la coscienza di sé e del mondo. Thanos non aveva avuto la stessa illuminazione, era mutato nell’essenza ma non nella coscienza, e aveva mantenuto così un tallone di Achille che Mar-Vell sfruttò per sconfiggerlo.

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Mar-Vell distrugge il Cubo Cosmico, da Captain Marvel #32 del 1974. Testi e matite di Jim Starlin, chine di Dan Green.

Capitan Marvel è inoltre uno dei pochi supereroi morti per davvero. È morto nel 1982, di cancro. Thanos, che all’epoca era morto anche lui, comparve nelle ultime pagine del graphic novel La morte di Capitan Marvel, per accompagnare il suo antico nemico nell’abbraccio della sua amata Lady Morte.

Anche il più grande avversario di Thanos è una creazione che Starlin ha ereditato da Roy Thomas. Si chiama Adam Warlock ed è un essere sintetico divenuto il messia di un mondo artificiale, che muore e risorge per salvarlo. Tipo un Gesù Cristo dello spazio. Nel corso degli anni, Starlin ne ha indagato i lati più oscuri: il desiderio di morte e soprattutto l’influenza che ha su di lui la Gemma dell’Anima – una delle sei potentissieme Gemme dell’Infinito – che porta in fronte.

A un certo punto, Thanos intervenne per aiutarlo a sconfiggere il Magus, la versione malvagia della personalità di Adam proveniente dal futuro e a capo della Chiesa Universale della Verità (una sorta di setta religiosa cosmica). Solo in seguito, quando la testata di Warlock arrivò agli sgoccioli e Starlin fu costretto a terminare la sua storia su due numeri speciali, il Titano rivelò i suoi piani: voleva impossessarsi di tutte le sei Gemme dell’Infinito, per fonderle in una artefatto più potente e sterminare l’universo. Ovviamente Warlock, i Vendicatori e l’Uomo Ragno riuscirono a sconfiggerlo. Thanos fu trasformato in una statua di pietra, e Warlock trovò una vita serena su un mondo racchiuso all’interno della Gemma.

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La (prima) fine di Thanos e Warlock, su Marvel Two-In-One Annual #2, 1977. Testi e matite di Jim Starlin, chine di Joe Rubinstein.

Dieci anni dopo il Titano mise di nuovo insieme le sei Gemme, forgiando il Guanto dell’Infinito – un costrutto presente anche nei trailer di Avengers: Infinity War – e diventando onnipotente. Adam Warlock però tornò nel regno dei vivi per guidare gli eroi terrestri e le divinità cosmiche in battaglia. Sconfitto Thanos, il Tribunale Vivente – giudice supremo del creato – costrinse l’eroe a dividere di nuovo i sei manufatti. Fu così creata la Guardia dell’Infinito, composta da sei membri, ognuno custode di una singola Gemma. Oltre che da Warlock stesso, il gruppo era composto da Gamora, Drax, Pip il Troll, Dragoluna e un sesto membro misterioso, che in seguito sarebbe stato rivelato come lo stesso Thanos.

Nel momento in cui raggiunse l’onnipotenza, Thanos subì subito un cambiamento radicale nell’animo. Nemmeno l’uccisione di metà dell’universo, nemmeno l’essere divenuto pari  se non superiore – di Lady Morte per potenza fece sì che lei lo accettasse come amante. Fu in quel momento che qualcosa si ruppe nel titano, che accettò di farsi sconfiggere e si “ritirò a vita privata” su un pianeta senza nome. Da quel momento, il Titano Folle divenne piuttosto il Titano Saggio, spinto da sete di conoscenza e desiderio di ordine nel cosmo.

Di conseguenza, mutò anche il rapporto tra Thanos e Warlock. Il primo sembrò aver rinunciato al potere assoluto e anche alla brama amorosa nei confronti della morte e combatté al fianco dell’eroe sia nella Guerra dell’Infinito contro il redivivo Magus, sia nella Crociata dell’Infinito contro la Dea, incarnazione della parte eccessivamente buona di Warlock.

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Il Magus con il Guanto dell’Infinito, attorniamo da ben due Thanos e dalla solita miriade di supereroi-carne-da-macello delle saghe cosmiche, nella doppia cover di Ron Lim e Al Milgrom per l’ultimo capitolo di Infinity War (1992).

I due esseri cosmici sono stati alternativamente nemici e alleati in varie occasioni, come nella recente saga della Rivelazione dell’Infinito, in cui hanno assistito insieme al collasso di due diverse realtà. Il Warlock dell’universo principale è scomparso, mentre quello dell’altro è diventato la personificazione dell’intero suo mondo di provenienza, un essere onnipotente che ha finito per prendere il posto del Tribunale Vivente.

Thanos e gli altri autori

Come si diceva prima, Thanos non è stato utilizzato solo da Starlin ma anche da altri autori, che per questioni di propria poetica o di direttive editoriali hanno dato delle visioni molto diverse del personaggio. In particolare, nessun autore al di fuori di Starlin ha indagato l’evoluzione del suo carattere successiva al ravvedimento: per tutti è ancora il cattivissimo Titano Folle devoto alla Morte.

L’interpretazione più interessante di questo amore l’hanno data Jason Aaron e Simone Bianchi nella storia L’ascesa di Thanos, del 2013, che ha raccontato la giovinezza di Thanos su Titano, la sua scoperta del piacere di uccidere e l’origine della sua ossessione. Il loro Thanos è attratto dalla Morte per desiderio di essere amato, in quanto lei è l’unica che lo accoglie e gli dimostra affetto. La madre, impazzita nel darlo alla luce, cerca di ucciderlo non appena lo vede. Il padre Mentore lo ignora, dopo aver vissuto la sua nascita semplicemente come un successo scientifico. Suo fratello Eros e gli altri bambini lo considerano diverso, ignorandolo o temendolo a seconda dei casi. L’unica presenza costante al suo fianco in tutti quegli anni è proprio lei, Lady Morte.

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La copertina di Simone Bianchi per Thanos Rising #2, 2013.

Altra saga fondamentale – per quanto meno riuscita – è Infinity, sempre del 2013, scritta da Jonathan Hickman. In questa storia, Thanos giunge sulla Terra approfittando dell’assenza dei Vendicatori, impegnati a combattere una guerra nello spazio; apparentemente, come al solito, è alla ricerca delle Gemme dell’Infinito. In realtà sta cercando suo figlio Thane, per ucciderlo con le proprie mani. Al termine della saga viene sconfitto proprio da lui e finisce intrappolato in una condizione di non-morte all’interno di un parallelepipedo d’ambra.

Infinity è importante per la mitologia thanosiana soprattutto perché introduce l’Ordine Nero, il gruppo formato dai luogotenenti di Thanos (Fauce d’Ebano, Proxima Media Nox, Supermassiva, Gamma Corvi e Astro Nero) che compare nel film Avengers: Infinity Wars.

È palese – anche solo guardando le date delle due miniserie – che la recente maggiore attenzione al personaggio e la semplificazione nella sua caratterizzazione siano legate alla sua presenza nell’universo cinematografico. Come in altri casi, gli autori dei fumetti devono assecondare la linea editoriale dei film, per produrre un prodotto comprensibile a chi conosce i personaggi solo per le pellicole.

Niente voli pindarici, quindi, su coscienze cosmiche e universi che collassano. Vietato sfruttare le sfaccettature di un personaggio che il suo stesso creatore ha trasformato da classico cattivo in qualcos’altro. È molto più utile, semplice e efficace un più prosaico cattivo cattivissimo che vuole ammazzare tutti.

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