In un’intervista rilasciata a Yahoo Movies, lo sceneggiatore scozzese Mark Millar ha parlato dei film DC Comics, spiegando perché secondo lui non funzionano.
L’autore di Kick-Ass e Wanted ha sostenuto che il problema principale siano i personaggi, troppo datati per il pubblico del nuovo millennio e, soprattutto, troppo basati sui loro superpoteri e troppo poco sulla loro personalità. Questo, secondo Millar, impedirebbe al pubblico di empatizzare con loro, a differenza di quanto accade con i film Marvel, dove i personaggi sono basati sulle loro identità segrete e i problemi della vita reale.
«Penso che sia davvero semplice: i personaggi della DC Comics non sono adatti per il cinema. E lo dico da grande fan della DC che preferisce i loro personaggi alla Marvel. Superman, Batman e Wonder Woman sono alcuni dei miei preferiti, ma penso che questi personaggi, ad eccezione di Batman, non siano basati sulla loro identità segreta bensì sui loro superpoteri. Invece i personaggi Marvel tendono ad essere basati sulla personalità di Matt Murdock o di Peter Parker o dei singoli X-Men. Nei personaggi Marvel tutto verte sulla personalità.
Per la DC Comics, escluso Batman, non è così. Batman puoi capirlo e puoi empatizzare con lui, ma queste cose non le puoi fare con un personaggio come Lanterna Verde, che ha un anello che gli permette di creare manifestazioni fisiche 3D, che può creare plasma verde con i pensieri ed è allergico al colore giallo! Come si fa a fare un film con un personaggio così? Nel 1952 aveva perfettamente senso, ma ora il pubblico non ha idea di cosa sia tutto questo.
Sarò criticato per queste parole, ma penso che in fondo sia davvero così. Abbiamo visto grandi registi, grandi scrittori e grandi attori, un sacco di soldi spesi, ma questi film non funzionano. Penso che i personaggi siano troppo lontani dal tempo in cui sono stati creati. C’è qualcosa in loro che li rende datati. I bambini li guardano e non li percepiscono molto fighi. Anche Superman. Io lo adoro, ma ormai appartiene a un’America che non esiste più. Rappresenta l’America del Ventesimo secolo e penso che il meglio lo abbia già dato allora».
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