HomeMangaBilly Bat di Naoki Urasawa, ovvero il potere dei fumetti

Billy Bat di Naoki Urasawa, ovvero il potere dei fumetti

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Billy Bat è una serie di 20 volumi disegnata da Naoki Urasawa e sceneggiata in collaborazione con Takashi Nagasaki. Realizzata tra il 2008 e il 2016 (e da noi ancora in fase di pubblicazione) è una storia incalzante e commovente, epica ma anche lirica.

Siamo nell’America maccartista e Billy Bat è un fumetto noir di discreto successo, ambientato in un mondo di animali antropomorfi e incentrato sulle avventure di un pipistrello detective. Il suo creatore, il nippo-americano Kevin Yamagata, scopre per caso che il suo personaggio esiste da diverso tempo. Temendo di aver plagiato inconsapevolmente l’opera di qualcun altro, il fumettista torna in Giappone per indagare. Scopre così che Billy Bat è ben più vivo di una semplice immagine su carta, e che le storie disegnate che lo vedono protagonista hanno una diretta, e in genere tragica, corrispondenza con quanto accade nella realtà.

Questo è l’incipit di una storia che ha tutto il sapore e lo spessore delle saghe cui Naoki Urasawa ci ha abituati finora – da Monster a 20th Century Boys: un intreccio di vicende che si svolgono su piani temporali diversi, una folla di personaggi tra cui spiccano eroi ed eroine immersi in situazioni più grandi di loro, bambini che sognano chi saranno da grandi, killer spietati ma anche grandi personalità della Storia. Tutto questo si muove intorno al misterioso Billy Bat.

Rispetto alle sue opere precedenti, però, Urasawa riesce a fare un passo in avanti.

Chi è Billy Bat? [no spoiler]

È questa la domanda che arrovella i protagonisti della serie, e ovviamente i lettori. Billy Bat è un personaggio dei fumetti, ma che vive oltre i fumetti. Sembra unire persone distanti nel tempo e nello spazio, e chi lo conosce sa che ce ne sono due, apparentemente indistinguibili, uno bianco e uno nero, uno buono e uno cattivo.

In quanto protagonista di un fumetto, Billy Bat è disegnato in stile cartoonesco. E mantiene questo aspetto anche quando interagisce con i personaggi ‘umani’ – resi invece con il consueto stile elegante, essenziale e realistico di Urasawa. Il contrasto tra le due modalità di rappresentazione crea in chi legge un senso di spaesamento, e fa emergere il lato inquietante e perturbante di Billy. Questa sensazione si amplifica nel momento in cui, con il progredire della storia, nel lettore si fa avanti un’inequivocabile verità: nell’intenzione di Urasawa, Billy Bat è un expy (exported character), ossia è direttamente ispirato a un altro personaggio dei fumetti e dei cartoni, forse il più famoso al mondo.

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Billy Bat è quindi un’entità misteriosa e potente. Ma poiché appare indissolubilmente legato al medium fumetto, sembra comunicare direttamente solo con chi davvero ama i fumetti: chi li disegna e chi li legge.

La missione del mangaka 

Kevin Yamagata, come altri personaggi della serie, è un fumettista. Disegna convinto di vivere un’esistenza tranquilla e invece scopre che ogni suo gesto quotidiano è invischiato nella grande Storia. Nel raccontare questa situazione, Urasawa celebra il mestiere che ha scelto, e ne fa una metafora: il fumettista come simbolo dell’uomo di fronte alla spietatezza del mondo. Può lottare per renderlo un posto migliore solo restando sé stesso, e quindi cercando di fare al meglio quel che più ama.

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I fumettisti di cui ci racconta Urasawa diventano progressivamente tutt’uno con il loro lavoro, mostrando una dedizione assoluta tipica della cultura giapponese. Sembrano quasi riprendere la leggendaria figura di Katsushika Hokusai (l’autore della Grande Onda di Kanagawa, per intenderci) che in tarda età si firmava come «il vecchio pazzo per la pittura» e che nel suo testamento spirituale si augurava di disegnare fino a 110 anni allo scopo di riuscire a raggiungere la perfezione. Anche se il referente più vicino e pertinente è sicuramente Osamu Tezuka – il cui basco nero compare sulla testa di diversi personaggi.

La riflessione sul lavoro e lo statuto del fumettista è dunque uno dei cardini della storia. Ed è probabilmente un’esigenza autentica di Urasawa che, nonostante l’aspetto inossidabile, ha ormai superato i 50 anni e, proprio durante la lavorazione di Billy Bat, nel 2014, ha avviato un interessante progetto televisivo: Urasawa Naoki No Manben.

Urasawa usa l’espressione cinese Manben per indicare «la dedizione allo studio con profondo impegno». Il titolo di Urasawa Naoki No Manben indica 4 (finora) miniserie di 4 documentari ciascuna realizzati con NHK (corrispettivo giapponese della nostra RAI). I video riprendono alcuni mangaka famosi (come Kazumi Yamashita, Kazuhiro Fujita, Moto Hagio, Daisuke Igarashi) al lavoro, allo scopo di mostrare al grande pubblico la fatica, la passione e la dedizione che ci sono dietro la creazione di un manga.

Il progetto si ispira a un filmato del 1986 in cui Osamu Tezuka in persona, eccezionalmente, apre le porte del suo studio alle telecamere. Urasawa intervista i colleghi entrando nei dettagli della loro tecnica, confronta il loro metodo ed il proprio, stimola alcune riflessioni sul senso del lavoro del mangaka e sugli effetti che tutto questo suscita nei lettori.

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All’inizio è un pezzo di carta bianco, ma quando un mangaka disegna, emergono mondi e personaggi… E alla fine viene stampato e arriva a tutti, e tutti sono felici di leggerlo, giusto? Ma non era solo un pezzo di carta bianco del tutto ordinario? La gente divora i manga a tutta velocità, e questo è ciò che noi vogliamo. Ma dietro c’è così tanto lavoro. Se i lettori si soffermassero anche solo un po’ su questo aspetto, non trarrebbero ancora più piacere dai manga?

La “chiamata alle armi” dei lettori

Se Billy Bat fosse solo questo, un meta-fumetto che riflette sul lavoro del mangaka, avrebbe il difetto di essere interessante solo per i fumettisti o aspiranti disegnatori, ma non è così. Buona parte dell’azione è infatti portata avanti da un’altra categoria di personaggi: i lettori di fumetti, o meglio, i lettori di Billy Bat. Tutti loro ricordano a menadito i particolari delle storie che li hanno più segnati e decidono più o meno consapevolmente di vivere secondo gli ideali rappresentati dal loro eroe.

Anche i lettori, come i fumettisti, in un certo senso fanno del fumetto la propria vita. E se il loro eroe vuole salvare il mondo, affrontano ogni pericolo e paura pur di essere alla sua altezza. Attraverso questo ritratto ideale del lettore, al fumetto viene restituita una dignità ancora spesso negata: il fumetto non è (solo) intrattenimento, ma trasmissione di valori irrinunciabili.

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Ammirando la lealtà, il coraggio, l’onestà degli eroi di carta, il fumetto ci ricorda che cosa significa essere far parte del mondo, e in che cosa consista la nostra umanità. Leggerlo significa sottoscrivere un codice d’onore, che ci impegna a trasferire nel mondo reale tutto il buono che leggiamo nelle vignette.

Una buona storia può cambiare il mondo. Questo, per Urasawa, è il potere del fumetto.

Billy Bat
di Naoki Urasawa e Takashi Nagasaki
RW Goen
20 volumi in b/n

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