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Ogni settimana su Sunday Page un autore o un critico ci spiega una tavola a cui è particolarmente legato o che lo ha colpito per motivi tecnici, artistici o emotivi. Le conversazioni possono divagare nelle acque aperte del fumetto, ma parte tutto dalla stessa domanda: «Se ora ti chiedessi di indicare una pagina che ami di un fumetto, quale sceglieresti e perché?».
Questa domenica ospitiamo John Arcudi, sceneggiatore statunitense tra i creatori di The Mask. Nato in America ma con ascendenze genovesi, Arcudi ha lavorato a lungo per DC Comics e Dark Horse, contribuendo a sceneggiare moltissime storie dell’universo di Hellboy, dalle miniserie dedicate ai singoli personaggi alla testata B.P.R.D., scritta insieme a Mike Mignola.
Ecco la mia pagina. È tratta da una storia di Midnight, del grande Jack Cole, pubblicata su Smash Comics #82, della Quality Comics, nell’aprile 1949. Cole è conosciuto per il suo lavoro su Plastic Man, ma la sua creazione meno famosa – Midnight – gli ha offerto molte opportunità per produrre narrazioni inventive. L’editore della Quality, Everett “Busy” Arnold, aveva chiesto a Cole di inventarsi un personaggio simile allo Spirit di Will Eisner (che veniva pubblicato in un’altra testata della Quality, Police Comics) perché Eisner deteneva i diritti di Spirit e Arnold voleva avere pronto un personaggio simile nel caso Eisner avesse lasciato la Quality. Sarebbe potuto essere un semplice clone, ma Cole lo fece diventare speciale. In seguito lasciò la testata per alcuni anni e quando tornò, le storie di Midnight erano affossate da un mucchio di personaggi stupidi, ma Cole riuscì comunque a produrre dei grandi fumetti.
Cosa ti ha colpito di questa tavola?
La storia è una parodia del successo di Eden Ahbez, il paroliere di Nature Boy, un grande classico di Nat King Cole, alla fine del 1949. E la tavola che ho scelto è brillante! Si va da un posto all’altro in una pagina, usando in maniera molto intelligente una sola vignetta per mostrare il viaggio. La transizione non sembra né convulsa né sbrigativa. In più, Cole riesce a inserire un sacco di gag, come il prurito delle pulci e il pezzo sullo spray DDT. Nella pagina precedente scopriamo che Woodland Boy ha le pulci e le attacca a tutti, ma la gag con il DDT lo esplicita con una dimostrazione incredibile di compattezza narrativa che è allo stesso tempo una bella gag. Poi c’è Woodland Boy che legge Nature Magazine con i piedi, per rinforzare la sua natura selvaggia. E nella stessa vignetta, immagina di essere tornato nei boschi, con quella faccia malinconica. Anche se è lontano dalla foresta da solo una pagina, crediamo facilmente alla sua nostalgia.
A parte questo, la densità della narrazione è micidiale, come si vede bene nell’ultima immagine. Woodland Boy che sogna tempi migliori, due personaggi principali che corrono fuori dalla stanza mentre un terzo si chiede se quella sia l’idea migliore del mondo. La maggior parte dei fumettisti ci metterebbe almeno due vignette per spiegare questa situazione, ma Cole lo fa in una, con chiarezza e ironia. E ovviamente è tutto disegnato alla perfezione!
Tu hai usato Midnight in una storia dell’Elseworld DC, JLA: Destiny.
Sì, ma è stata solo una coincidenza. Mi servivano dei nomi di personaggi che la DC possedeva con cui potevo giocare per questa storia immaginaria. Non è che mi appassioni il personaggio, è la maestria di Jack Cole a interessarmi.
E quando hai scoperto Cole?
Ero parecchio giovane, non ricordo la data esatta, ma è stato con Plastic Man. Lo trovai in delle vecchie ristampe DC, in particolare una raccolta chiamata DC Special. Dopo quella iniziai a seguire qualsiasi cosa di Cole.
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