Ogni settimana su Sunday Page un autore o un critico ci spiega una tavola a cui è particolarmente legato o che lo ha colpito per motivi tecnici, artistici o emotivi. Le coversazioni possono divagare nelle acque aperte del fumetto, ma parte tutto dalla stessa domanda: «Se ora ti chiedessi di indicare una pagina che ami di un fumetto, quale sceglieresti e perché?».
Orbene, questa domenica converso con Joe “Jog” McCulloch, critico e autore su The Comics Journal. Tra le altre cose cura la rubrica This Week in Comics! e questo lo rende a tutti gli effetti il Dario Forti americano. Fumettologica ospita le traduzioni dei suoi scritti nella column The Italian Jog.
Sewer, di Yoshihiro Tatsumi, una storia breve in cui uno spazzino trova un feto nelle fogne (e a sua volta abbandonerà quello della compagna). L’hai già postata sul tuo tumblr scrivendo «Penso a questa pagina almeno una volta al mese». Spiegaci un po’…
Ci penso sempre perché è un esempio perfetto di come una sequenza possa dettare l’umore della pagina. È diverso dalla ‘rappresentazione pura’ – qui ci sono soprattutto personaggi che gesticolano e nuvole di effetti sonori. In più, le onomatopee sono tutte state riscritte in inglese e la pagina è stata modificata per seguire l’ordine di lettura occidentale. Quindi stiamo guardando a una versione estremamente modificata del disegno originale di Tatsumi. Nonostante tutto, la pagina comunica l’ambientazione, l’azione – perfino il suono – in maniera perfetta. Mi sembra di essere stato davvero nel locale. Ci sono poche indicazioni, oltre allo stereotipo dei vestiti della band, sul tipo di musica che stanno suonando, eppure mi sembra di averla sentita. Non potrei replicare il ballo dei personaggi, ma in qualche modo lo capisco, perché discerno il ritmo e la tensione incalzante dalla giustapposizione dei corpi: le masse intricate e distorte della seconda vignetta che si lanciano in quella successiva. Le posizioni opposte delle vignette cinque e sei, lo zoom nella settima e l’allontanamento nell’ottava, la donna che si ripiega, come presa dal dolore, come se stesse reagendo allo sguardo fuori inquadratura del suo compagno, sudato e con gli occhi da insetto. Tutto questo è non soltanto ritmico ma incorpora anche il dramma dei personaggi, che raggiunge l’apice quando collidono nella penultima vignetta e l’uomo urla, la prospettiva cambia ancora come in un battito cardiaco irregolare.
In pratica adesso la tavola è disassemblata nelle sue più piccole componenti. Se rimettessi insieme tutti gli ingranaggi di questa pagina-orologio, segnerebbe ancora l’ora giusta?
Direi di sì. Aiuta che la pagina sia una storia completa per conto suo – c’è un inizio, uno svolgimento e una fine, con l’azione che sale fino al climax. Non penso che tutte le tavole debbano comportarsi così, ma nel suo genere questa è sicuramente una delle più esemplari. Inoltre, concettualmente, la musica nel locale aiuta per l’effetto complessivo della sequenza – ci si può immaginare che per tutta la scena ci sia musica in sottofondo e questo forse aiuta a metterti in sintonia con il ritmo. E, ovviamente, c’è la simbologia dell’effetto sonoro, che minaccia di premere e sballottare i personaggi. Tutti gli elementi sono tesi a rendere l’illusione controllata della realtà.
In più, c’è una tensione tra l’artigianato di Tatsumi e la sua abilità nel costruire la pagina. Penso sia una pagina buffa, perché il personaggio è disegnato in pose rigide mentre balla. Allo stesso tempo, sono molto dirette e credo che il potere dei migliori fumetti di Tatsumi sia proprio nell’espressione diretta dell’insoddisfazione e dello sconforto. Alcuni potrebbero definirlo privo di arte o grossolano, o anche accidentalmente umoristico, ma non io non rido per l’umorismo. È dalla pura nudità dei suoi sentimenti che nasce la sorpresa. O l’ammirazione. Ammiro questa pagina!
È un esempio interessante perché è una delle poche pagine in cui il personaggio ha una qualche espressione facciale disegnata sul volto. L’ironia mi sembra trasparire anche dalla scelta del ballo, un atto connotato sessualmente, che qui però è privo di qualsiasi sensualità (nonostante tutto intorno alla pagina, prima e dopo, vi siano continui accenni al sesso) e diventa forzato e aspro. Non so se questa cosa abbia senso per te.
La mia interpretazione è che quel ballo sia tanto sessuale quanto agonizzante e auto-distruttivo. L’uomo non è uno dei tanti personaggi sessualmente frustrati di Tatsumi; ha messo incinta la donna e questa non può ballare senza provare dolore. Le ultime due vignette suggeriscono certamente il sesso e l’orgasmo, ma anche la disperazione perché qui la sessualità è legata alla povertà, in quanto si allude all’incapacità di poter provvedere alla prole. Stanno inseguendo un’intensità di emozioni che crea solo altra sofferenza.
A parte di un’umanità senza speranze, secondo te di che parla?
Questo era il progetto di Tatsumi negli anni Sessanta e Settanta: la rappresentazione della gente (uomini soprattutto) spersa nel mezzo del miracolo economico del Giappone che cresceva, i loro desideri erano insperabili dal commercio. Anche se inarticolati, e in maniera brutale, l’uomo qui è innocente rispetto al suo collega, che vede i corpi umani come opportunità per arraffare qualche oggetto di valore. L’uomo invece si identifica con i corpi, perché sa che non può permettere al proprio figlio di fare la stessa fine. Non sappiamo se alla fine abbraccerà l’etica del collega, anche se sa per certo che deve tornare a lavorare alla fine della storia. È la vittoria del progresso sulla biologia.
Questa storia è presa dalla raccolta The Push Man. Del gruppo è la tua preferita?
No, la mia preferita è la storia successive, Telescope. È quella in cui un guardone impotente – menomato in un incidente automobilistico – inizia a guardare nella finestra di una donna grazie a uno di quei telescopi a gettoni dei luna park. La metafora è evidente già così. Stringe un fatto con un vecchio, che è un amante o un cliente della donna; il vecchio si sente rivitalizzato dal sapere che qualcuno lo guarda mentre giace con la donna. La sua virilità è basata sulla tecnologia, mentre quella del guardone è stata compromessa dalla tecnologia. Come obbligato da questo nuovo equilibrio, il guardone si getta dal tetto e le monete del telescopio cadono sul suo corpo morto. Otto pagine, molte senza dialogo. Veloce, semplice. Tatsumi al suo meglio.
*English version in the next page.