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“Grimorio”, la stregoneria in tutte le sue potenziali declinazioni

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Grimorio è un progetto indipendente che fonde illustrazione e fumetto avente come tema centrale la stregoneria in tutte le sue potenziali declinazioni. Attualmente è finanziabile su Indiegogo – anche con una Combo Pack che coinvolge il progetto di Marco Rocchi su Kickstarter POErtraits – e ha raggiunto nel giro di pochissimo l’obiettivo principale. Tra i nomi coinvolti ci sono anche Antonio de Luca, Mirko Failoni, Noemi de Maio, Morena Forza, Giovanni Pota, Isabella Mazzanti, Silvia Vanni, Greta Xella.

Abbiamo fatto due chiacchiere con le curatrici di questo volume, Ariel Vittori e Laura Gugliemo, che porteranno Grimorio a Lucca Comics and Games 2016.

Raccontateci di voi. Chi siete, cosa fate, come siete arrivate a fare quello che fate, che ruolo ricoprire all’interno del progetto Grimorio.

Laura: Io ho iniziato paradossalmente con l’animazione tradizionale che ormai non faccio più da un sacco di tempo e un po’ mi dispiace. Però la mia formazione è di animatore e sono finita a fare quasi tutt’altro, cioè giochi (sia da tavolo che videogiochi) e in questo sto trovando molto spazio e lavoro. Mi piace tantissimo ed è un campo molto interessante che offre tante possibilità diverse per chi, come me, non ha uno stile visivo adatto all’infanzia che il campo che nell’illustrazione assorbe più “manodopera” in Italia. Per quanto riguarda Grimorio la storia è un po’ particolare: nonostante le mie mani in pasta nelle arti visive non ho mai smesso di scrivere storie. Quindi la prima storia di Grimorio era una cosa scritta da me per Ariel per un’antologia americana che però è stata rifiutata.

Ariel: Grimorio è nato proprio da quell’esperienza. Eravamo spinte dall’idea che questa e altre storie che ritenevamo valide avessero bisogno di una casa, di un posto in cui stare. Infatti abbiamo un sacco di esordienti o nel fumetto o nell’illustrazione, tra cui Freddie Tanto, Monica Sangermano, Sumi. Parlando di me, io ho cominciato proprio pensando al fumetto che è stato l’origine di tutto. Ho cominciato da piccola leggendo gli Spiderman di mia mamma o Alter Linus di mio padre, o ancora i manga (miei). A dodici anni ho deciso che per vivere avrei voluto fare fumetto. Ho imparato da autodidatta, verso i diciotto anni, dopo aver studiato su forum, manuali e altro. Attraverso diversi Workshop, in particolare uno di Morena Forza. Insomma, alla fine sono arrivata alla mia prima pubblicazione l’anno scorso in un libro per l’infanzia con Mondadori, ho partecipato a un’antologia americana intitolata Food Porn, sarò pubblicata il mese prossimo in una rivista francese, L’Immanquable, con una storia erotica.

Grimorio ruota intorno alla figura in qualche modo emblematica della strega. Perché avete scelto questa icona, c’è una motivazione politica?

Laura: Per quanto riguarda la scelta del tema è nata per due motivi. Il primo è che la storia originale di cui si parlava prima riguardava una strega. Il secondo è che questo è un tema sufficientemente popolare da offrire un immaginario comune ma che lascia tantissima libertà interpretativa. Per quanto riguarda la motivazione politica, secondo me non c’è stata, ma alla fine è emersa. È un tema così ricco e aperto che ci ha permesso di svilupparlo in svariate forme.

Ariel: Ma anche a prescindere dal tema, per le persone che abbiamo scelto per questo progetto era inevitabile che emergesse un sottofondo politico e femminista, nel senso positivo del termine. In alcune storie è stato affrontato in maniera un po’ queer.

grimorio

Il crowdfunding è uno strumento molto usato da artisti per realizzare i propri progetti senza compromessi. Per voi qual è stata la reale motivazione a optare per questa formula di autofinanziamento?

Laura: Sono convinta che il meccanismo interno del crowdfunding con cui si autoregola sia la validazione immediata di un’idea tramite la reazione del pubblico che sono i tuoi clienti. Quindi se la tua opera non è ben recepita dal pubblico che la fruirà a quel punto bisognerà chiedersi se è un prodotto realmente valido. Ma se è ben recepito, ben venga. È uno splendido sistema che aiuta molto chi crea. In particolare per un antologico, passare per un editore è difficile per diversi motivi. Se il prodotto è forte, con delle potenzialità commerciali, è giusto che il pubblico abbia la possibilità di contribuire a un progetto in cui crede. La reazione è la conferma se il progetto è valido o meno.

Parliamo della struttura di Grimorio, che coniuga illustrazione e fumetto. Come avete dato forma a forme di linguaggio in qualche modo distanti in termini di narrazione?

Laura: Su una cosa non sono completamente d’accordo perché secondo me anche un’illustrazione può raccontare una storia. Nella nostra ottica questo aspetto è stato importante, anche gli autori che hanno voluto contribuire con una singola illustrazione si sono impegnati a costruire una situazione, qualcosa che stesse dietro l’immagine. Penso ad esempio al lavoro di Fabio Mancini, in quella singola tavola stanno succedendo tante cose e si può immaginare molto. La qualità narrativa spero che sia una cosa che ci contraddistingua. Stiamo puntando a dare una buona alternanza di ritmi, tra una storia breve e un’illustrazione, una storia lunga e un’illustrazione, in modo da accompagnare il lettore attraverso linee più o meno lunghe.

Grimorio vanta una rosa di artisti notevole. Qual è stato il metodo di selezione/scelta dei nomi coinvolti? E come riuscirete a integrare stili e approcci diversi senza far risultare il volume “schizofrenico”?

Ariel: Cercavamo un’estetica che è emersa con le scelte. Credo che, in un certo senso, sia unificata senza dover intervenire a posteriori perché il nostro gusto direzionato in una particolare maniera abbia fatto emergere questa uniformità. Ci sono modi diversi di giocare con il colore ma tutti hanno in comune l’essere al di fuori del mainstream. Tanti artisti che non sono presenti nel progetto mancano non tanto perché non ci piaceva il loro lavoro ma perché magari erano lontani dall’idea che avevamo per Grimorio.

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Il crowdfunding è stato un successo. Completamente finanziato nel giro di poco, sebbene l’obiettivo economico fosse basso. Qual è stato, secondo voi, il segreto di questo entusiasmo?

Laura: Secondo me il successo è come abbiamo organizzato la parte precedente il lancio. Abbiamo fatto vedere abbastanza da incuriosire, comunicato però con chiarezza e trasparenza. Anche il fatto di aver messo un goal piccolo ha aiutato. Ma anche l’aver coinvolto un pubblico innanzitutto di addetti ai lavori, che sono fondamentalmente i nostri amici, e successivamente appassionati che conoscono chi è stato coinvolto. Insomma, era gente interessata per lo meno a questa tipologia di prodotto.

Ariel: Per me è magia! Mentre succede non riesco a non pensare che si tratta di magia, anche perché è davvero stato inaspettato questo piccolo successo. Una piacevole sorpresa.

Progetti futuri?

Laura: Grimorio volume 2! Scherzi a parte, sono impegnata molto nel settore dei videogiochi, in particolare su un paio di titoli di cui non posso davvero parlare. Ma di uno posso parlarne, si tratta di Crossroads, una visual novel di ambientazione storica, attualmente in lavorazione con un microteam di history nerds come me.

Ariel: Oltre a quello che ho già detto prima, a Lucca dovrei uscire con un graphic novel erotico con temi molto alternativi e particolari, parla di transessualità e BDSM, che uscirà con SlowComix. Sto lavorando anche come grafica per l’interfaccia di videogiochi, di cui un progetto di cui sono fiera che si intitolerà The Day We Left, in parte visual game che rientra nella tipologia punta e clicca. Questo sarà un progetto che a breve avrà un crowdfunding su Kickstarter. Mi piacerebbe, in futuro, fare un’antologia erotica italiana di stampo politico, che sia il più queer e femminista possibile.

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