In occasione dell’uscita nei cinema britannici il 10 giugno di When Marnie Was There (da noi in Italia invece si è già visto la scorsa estate, col titolo Quando c’era Marnie) l’animatore dello Studio Ghibli Yoshiaki Nishimura si è trovato di recente in Inghilterra per promuovere il film insieme al regista Hiromasa Yonebayashi.
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Intervistato dal Guardian Nishimura si è lasciato andare a dichiarazioni piuttosto controverse, interpretate come sessiste, che non hanno mancato di scatenare critiche dei fan sui social (soprattutto sui Twitter; qui ne hanno raccolte alcune). Alla domanda “Lo Studio Ghibli impiegherà mai una regista donna?” l’animatore ha così risposto:
Dipende dal tipo di film. A differenza dei film live-action, con l’animazione si deve semplificare il mondo reale. Le donne tendono a essere più realistiche e a gestire bene la vita di tutti i giorni. Gli uomini, invece, tendono a essere più idealisti, e i film di fantasia hanno bisogno di questo approccio. Non credo che sia un caso se vengono preferiti gli uomini.
Per quanto le affermazioni di Nishimura siano estremamente discutibili, rimane improbabile dover vedere in ottica maschilista l’attività dello Studio Ghibli. I film di Miyazaki e colleghi sono infatti da sempre caratterizzati da storie incentrate su forti personalità femminili (La città incantata, Kiki’s delivery service, Nausicaä, Omoide Poroporo, Quando c’era Marnie, solo per citarne alcuni). In parte, l’atteggiamento di Nishimura è senza dubbio inseribile in un contesto sociale, quello giapponese, ancora fortemente tradizionale, specie nei confronti delle donne e del loro ruolo nella società.