Nel firmamento dei webcomics tedeschi, da qualche anno si è affacciata una stella italiana. Sarah Burrini è nata a Colonia 36 anni fa da genitori misti italiani/tedeschi, ed è l’autrice di Das Leben ist kein Ponyhof [gioco di parole tedesco, traducibile come “La vita non è uno scherzo”], una commedia nata come fumetto online nel 2009 che nel 2012 ha vinto il Premio Sondermann – uno dei maggiori riconoscimenti fumettistici in Germania, attribuito dalla Fiera del Libro di Francoforte insieme al quotidiano Frankfurter Rundschau e ad alcune testate specializzate – per la categoria Webcomics.
Dopo avere letto la sua serie – di cui è presente anche una traduzione in inglese – e averla seguita per un po’ su Twitter, abbiamo deciso di conoscerla, per parlare della sua carriera e per capire qualcosa di più sul fumetto popolare tedesco di oggi.
Vista dall’Italia, la Germania sembra non essere “un paese per fumettisti”. Negli ultimi anni sono stati tradotti in italiano libri di autori come Reinhard Kleist, Anke Feuchtenberger, Line Hoven, Aisha Franz e Josephin Ritschel. Si tratta però di opere per lo più di nicchia, che non rendono conto di un mercato più vasto, in cui esiste uno spazio anche per il fumetto più pop. Si tratta di una scena ricca o ti consideri un’eccezione?
Sicuramente non sono un’eccezione. Ci sono diversi bravi fumettisti in Germania, anche se all’estero, nella gran parte, rimangano invisibili. Non tutti possono sostenersi col solo fumetto (neanch’io), ma esistono fumettisti di talento, anche nel settore del fumetto pop.
Cosa pensi della scena tedesca, dal tuo punto di vista?
La scena del fumetto tedesco è molto diversificata e prolifica. Ci sono fumetti umoristici, per adulti e per bambini, manga tedeschi e fumetti di avventura o fantascienza che vengono pubblicati sporadicamente. In Germania il fumetto è considerato in genere come qualcosa per i più piccoli, e lo sforzo maggiore, per tutti coloro che lavorano nel campo dei fumetti, è nel voler sfatare questa obsoleta credenza, che col tempo é divenuta un’abitudine. Attualmente in Germania siamo in pieno trend della graphic novel, che impone soggetti biografici, storici o adattamenti letterari.
I tuoi lavori, però, sembrano lontani da questa tendenza. Il tuo webcomic è una striscia, è una commedia, ed è disegnato in uno stile cartoonesco, piuttosto ‘americano’. Cosa ti piace raccontare e disegnare?
La mia striscia per me era sempre un modo per sperimentare con lo mio stile. Originalmente la striscia doveva essere un attività secondaria mentre realizzo fumetti più lunghi. I temi che mi interessano per fumetti più lunghi sono parecchi. Mi interesserebbe di disegnare fumetti mysteri o orrore, ma pure fumetti per giovani adulti, tipo quelli che pubblica la casa editrice americana First Second. Sto lavorando su qualcosa di questo tipo al momento, vediamo in che cosa risulta…
Ti senti più vicina a Nick Knatterton (celebre strip anni ’50 di Manfred Schmidt) o a Batman ’66, due serie cui sei stata accostata?
Una buona domanda a cui putroppo non posso dare una risposta chiara. Credo che è possibile di sentirsi vicino a tutti e due (anche se non oserei mai di paragonare quel che facció con opere cosí geniali). Ci sono temi per cui il fumetto umoristico è più adatto, d’altra parte i fumetti d’azione/di supereroe sono più adatti per veicolare altre idee. Mi affascinano tutti e due. Forse per me la mistura ideale sarebbe un fumetto umoristico su supereroi.
Qual è stato il tuo percorso: sei arrivata al fumetto per precisa volontà o per qualche accidente?
É stata davvero una mia precisa volontà. Sognavo di diventare fumettista da quando avevo 8 anni, e all’epoca già disegnavo le mie storie. Ora che lavoro veramente come fumettista, sono molto felice.
Come è iniziata la tua carriera nel fumetto?
Nella mia memoria non c’è un punto di partenza preciso. In realtà si è sviluppato tutto lentamente e costantemente. Ho iniziato a creare delle fanzine con gli amici, e a suo tempo fui assunta per la versione tedesca di MAD magazine.Tra l’altro ho lavorato per alcuni anni in uno studio d’animazione e ho fatto uno stage in uno studio fumettistico negli Stati Uniti (il Periscope Studio di Portland, presso cui lavorano autori come Terry Dodson, Erika Moen, Jeff Parker, Stev Lieber e altri; NdR). Durante il mio soggiorno negli Stati Uniti ho scoperto l’esistenza dei fumetti online e mi è venuta l’idea di crearne uno. Forse questo é stato il punto di partenza per la mia carriera professionale.
Com’è, quindi, lavorare nel fumetto in Germania?
Qui si mette il dito nella piaga. Purtroppo manca la massa di lettori tradizionali del fumetto come in Italia, in Francia o negli Stati Uniti che sono cresciuti con i fumetti nazionali. La cerchia di lettori è molto più piccola, non si può davvero parlare di un mercato tedesco per fumetti. D’altra parte, attraverso l’internet si sono sviluppati nuovi modi per raggiungere più da vicino i lettori e finanziare cosi’ il proprio fumetto.
Sei una lettrice di fumetti italiani?
Sarebbe una grande perdita NON leggere i fumetti italiani; hanno così tanto da offrire. Sono cresciuta con i fumetti italiani, ingozzandoli nelle vacanze estive. Allora ho sempre letto Dylan Dog, Cattivik, Corto Maltese ed altri. Oggi mi piacciono, fra i tanti, autori come Mattoti, Gipi, Manuele Fior e soprattutto Zerocalcare.
Quanto ti ha influenzato il fumetto e quanto il fatto di essere sia italiana che tedesca?
Mi ha influenzato di essere in grado di leggere in tutte due le lingue. Essere capace di leggere l’italiano mi ha aperto un intero nuovo mondo, soprattutto un mondo di fumetti più “adulto”. Attraverso Bonelli ho scoperto la mia passione per il fumetto in bianco e nero che volevo realizzare in Astrum Noctis. Anche lo stile iperdinamico dei disegnatori Disney italiani ha decisamente influenzato i miei fumetti umoristici.
A quali progetti stai lavorando?
Lavoro quotidianamente al mio fumetto online Das Leben ist kein Ponyhof, ma mi sto adoperando per lo sviluppo di altri progetti che per ora sono ancora troppo poco concreti per parlarne. Mi piacerebbe molto lavorare su fumetti più lunghi.
Pensi di avvicinarti al nostro mercato?
Anche se non ho piani decisi, per questo momento, il mercato italiano sarebbe decisamente interessante, e potrebbe essere una meta. Vediamo cosa porta il futuro.
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La bibliografia di Sarah è già molto ampia. Dal 2008, la serie per bambini Benni und Teddy; dal 2009, La vita non è uno scherzo online (in originale: Das Leben ist kein Ponyhof); dal 2011: Das Leben ist kein Ponyhof volume 1 & 2, pubblicato nella casa editrice Zwerchfell, poi dal 2014 da Panini (Germania); 2012: Astrum Noctis – Die Abtei der Geheimnisse (Astrum Noctis – L’abbazia dei misteri), con Eva Fairy (testo) e Ambra Colombani (disegni seconda storia), pubblicato da Lepredizioni a fumetti, Italia e 2013 da DaniBooks (Germania)