In seguito all’intervista ad Antonio Serra pubblicata oggi sulle nostre pagine, in cui il co-creatore di Nathan Never e Legs ha affrontato il tema dell’omosessualità nel fumetto popolare toccando anche alcuni aspetti relativi allo stato dell’editoria fumettistica attuale, l’autore ha voluto inviarci una lettera per chiarire e precisare meglio alcuni punti.
Cari amici di Fumettologica,
non credo sia inaspettato vedere arrivare una mia comunicazione dopo la pubblicazione dell’intervista fattami dal bravo Massimo Basili. Come sempre succede quando si ha a che fare con una lunga telefonata che affronta molti argomenti, le parole dette, una volta scritte, appaiono come macigni inamovibili che trasformano una realtà dinamica e certo difficile in un catastrofe già avvenuta.
Quindi, entrando nel dettaglio delle scelte della Casa editrice, è inequivocabile che la crisi dell’editoria abbia messo alle strette diverse delle testate edite da Sergio Bonelli Editore, a che si fatichi ogni giorno di più a raggiungere dei risultati che un tempo erano, per così dire, scontati. Ma ancora oggi, e non c’è bisogno di dirlo, la Bonelli è leader del settore Fumetto in Italia, manda in edicola personaggi di enorme successo, e anche se, opinione personale, io credo, come traspare dalle mie parole, che il Fumetto come forma espressiva stia per raggiungere il suo capolinea, l’intento di tutti noi qui in Casa editrice è quello di difenderli, i fumetti, proporne di nuovi, sollecitare un pubblico sempre più distratto a comprarli, leggerli e amarli come li amiamo noi.
La cosa mi sembra evidente sia dall’entusiamo con il quale parlo dei progetti in cui sono direttamente coinvolto, ma anche dal fatto che nuove idee e nuovi personaggi vengono continuamente messi in cantiere, come ho detto pensati e strutturati per avere una vita non solo nelle edicole, ma anche su altri supporti multimediali, inevitabile sviluppo di un mondo e di una società che cambia davanti ai nostri occhi sempre più rapidamente. Ma dai fumetti sempre partiremo e sempre torneremo, come vuole la nostra tradizione, della quale anche io faccio parte.
È anche evidente che, come uomo di un’altra epoca e di un’altra generazione, fatico e capire l’impatto che quello che una persona dice può avere sulla rete. Quindi mi scuso di aver creato un ingiustificato allarme persino nei miei stessi collaboratori, e vi ringrazio per aver ospitato questo mio chiarimento.
– Antonio Serra