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Quando Walter Simonson omaggiò Sergio Toppi

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Nel dicembre 1991, Walter Simonson sceneggiò e inchiostrò una storia breve di Pantera Nera disegnata da Denys Cowan per l’ultima uscita – la sessantesima – della collana antologica Marvel Fanfare, che nel corso degli anni aveva proposto racconti dei personaggi classici della casa editrice ma con un piglio più autoriale. Chiamati anche a realizzare la copertina di quell’albo, Cowan e Simonson – rispettivamente disegnatore e inchiostratore del disegno – decisero di omaggiare Sergio Toppi, citandolo in maniera esplicita con un ‘after Sergio T.’ (ovvero ‘dopo Sergio T.’) posto in coda alle proprie firme.

Pantera Nera è il sovrano di un piccolo stato africano immaginario – il Wakanda, un paese ricco e tecnologicamente molto avanzato ma dalla forte impronta tradizionalista – così ai due disegnatori venne facile farsi influenzare dalla rappresentazione degli evocativi scenari esotici di Toppi, riprendendone il fitto tratteggio e il gusto raffinato per la composizione, come si può notare dall’immagine di seguito.

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Tra i grandi maestri del fumetto italiano, Toppi è forse quello più conosciuto e amato dagli autori americani, che lo scoprirono già nei primi anni Ottanta. Il più noto tra questi è Frank Miller, che non ha mai fatto mistero del suo amore per l’opera dell’autore milanese, la cui influenza emerge in modo evidente per esempio nella miniserie Ronin (DC Comics, 1983).

Anche lo stesso Simonson però si è sempre dichiarato un amante della sua opera, tanto da arrivare a considerarlo come un vero e proprio maestro, pur non avendoci mai lavorato assieme. Alcuni anni fa, Simonson raccontò di aver scoperto Toppi dopo aver trovato sulla bancarella di un mercatino il volume L’homme des maires, edizione francese marchiata Delcourt di L’uomo delle paludi, in origine pubblicato nel settembre 1978 all’interno della storica collana bonelliana Un uomo un’avventura. Pur non sapendo leggere il francese, Simonson fu molto colpito dalla potenza delle immagini e in particolare dalla cura dei dettagli e dalla composizione delle pagine.

Da lì in poi, l’autore negli anni Ottanta di un fondamentale ciclo di storie di Thor iniziò ad attingere molto da Toppi – soprattutto nelle scelte registiche, anche se reinterpretandole in uno stile personale più espressionistico e dinoccolato – tanto da arrivare a scusarsi pubblicamente per il “furto”. All’interno di un’intervista contenuta nell’ottavo volume della collana Modern Masters di TwoMorrows Publishing a lui dedicato, Simonson, parlando di una sua storia del 1981 tratta da Stephen King e intitolata The Lawnmower Man, dichiarò infatti quanto segue:

«C’è molto di Sergio Toppi in quel lavoro. Lui è un altro disegnatore il cui lavoro mi ha influenzato molto. Lo ha fatto per molti anni. L’ultima inquadratura con la testa grande del tagliaerba e il prato, la loro rappresentazione viene dritta da Sergio Toppi. Mi scuso con Sergio per avergliela fregata così sfacciatamente.»

lawnmowersimonson

Alla scomparsa di Toppi, nell’agosto 2012, Simonson volle poi dedicargli un messaggio commosso e ammirato sulla propria pagina Facebook:

«Sergio Toppi – RIP. Uno dei migliori artisti che si siano mai seduti a un tavolo a disegnare fumetti. E un meraviglioso narratore, per di più. Non riesco a quantificare la sua influenza sul mio lavoro nel corso degli anni. I suoi disegni erano sempre sorprendenti, sempre splendidi. […] Grazie di tutto, Sergio. Che Dio ti abbia in gloria.»

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