Come abbiamo già raccontato, a breve negli Stati Uniti esordirà Providence, nuova serie di Alan Moore ispirata a H.P. Lovecraft e pubblicata da Avatar Press.
Durante un’intervista concessa a Hannah Means-Shannon di Bleeding Cool, Moore si dilungato sulla figura di Lovecraft così come viene recepita dal panorama letterario attuale:
«La quantità di materiale critico disponibile oggi su Lovecraft è considerevole, e c’è il fatto che è stato, tardivamente, accettato dai canoni della letteratura americana come uno dei migliori autori del fantastico del macabro che l’America abbia mai prodotto, quasi quanto Edgar Allan Poe e di certo altrettanto distintivo.»
In seguito alla rivalutazione di Lovecraft a vari livelli, Moore ha quindi voluto rimarcare l’attualità di Providence:
«Ho visto possibilità, in Lovecraft, che prima non avevo scorto. Dato che ormai pianificavo questa storia da 4 anni, è una convergenza molto fortuita, se volete, per il mio interesse per Lovecraft e il mio desiderio di raccontare una differente storia lovecraftiana, una appropriata al 21° secolo e su come vediamo e capiamo oggi il suo lavoro. Così, tale desiderio è venuto a coincidere con un’improvvisa ascesa fulminea della popolarità di Lovecraft. Questo sembra un tipo di libro piuttosto fortuito. Sembra arrivare esattamente al momento giusto.»
Moore ha poi spiegato le motivazioni che l’hanno spinto a creare il suo nuovo progetto:
«Voglio creare una visione di H.P. Lovecraft che ritengo adeguata al nostro straordinario secolo e a quello che oggi comprendiamo guardando Lovecraft e il suo lavoro. Ritengo che il modo in cui abbiamo troppo a lungo percepito Lovecraft è una visione che è stata probabilmente superata 40, 50 o 60 anni fa. Ritengo che sia tempo per una rivalutazione di Lovecraft. In realtà, ho letto una recensione molto intelligente di Neonomicon in una rivista di critica lovecraftiana. Ero sorpreso di trovarla lì. Stavano facendo una lista di apparizioni di Lovecraft nei fumetti, che credo cominci con la prima apparizione canonica della Justice League America. A cui forse non avreste pensato come a una vera storia lovecraftiana. […] Questo particolare pezzo di critica diceva che, con Neonomicon, noi ci stavamo addentrando in una zona in cui la narrativa lovecraftiana è diventata capace di criticare Lovecraft.
[…]Ritengo che con questa [con Providence, N.d.r.], almeno secondo le mie intenzioni, io abbia creato quella che è la “mia” storia lovecraftiana definitiva. E’ una riproposizione del pastiche lovecraftiano a renderla un mezzo che ci dica di più su Lovecraft e sul suo mondo, invece che semplicemente allargare l’elenco delle divinità improbabili. E invece di rigurgitare tropi che erano nuovi ed eccitanti negli anni Venti, volevo creare storie che fossero fedeli all’essenza di Lovecraft, ma scioccanti e inaudite come erano le sue storie quando iniziarono ad apparire per la prima volta su riviste amatoriali a bassa tiratura e sulle pagine di Weird Tales.»