HomeRubricheOpinioniIl Museo del Fumetto di Lucca e la sua chiusura silenziosa

Il Museo del Fumetto di Lucca e la sua chiusura silenziosa

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Sappiamo tutti che per Lucca Comics & Games quella del 2014 è stata l’ennesima edizione da record, con 400 mila presenze stimate. Nessuno dei visitatori della fiera, in questa occasione, ha però visitato il MUF, ovvero il Museo Nazionale del Fumetto e dell’Immagine. Come mai? Il museo non proponeva mostre interessanti? Non c’erano in calendario convegni o tavole rotonde? Niente di tutto ciò: semplicemente, il MUF era chiuso.

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Chi si fosse avvicinato al portone della ex Caserma Lorenzini in Piazza San Romano, avrebbe trovato un cartello che segnalava la chiusura per inventario. Non erano indicate date o orari di nessun tipo. Anche il sito del museo non segnalava la chiusura straordinaria, e l’attività sembrava continuare come sempre.

Chi collaborava con il museo sapeva che negli ultimi anni i finanziamenti da parte del Comune di Lucca erano andati via via riducendosi. Inoltre si vociferava, da tempo, di un cambio di direzione. Qualcuno era persino stato informato in via ufficiosa della chiusura, non per inventario ma per un cambio di gestione voluto dal Comune. A fine dicembre, lo storico del fumetto Luca Boschi, da anni fra i collaboratori del museo, segnalava che non vi era stata ancora alcuna comunicazione ufficiale da parte delle autorità lucchesi.

Il problema delle opere conservate: e adesso?

Nel suo intervento, in tono sommesso ma non per questo privo di sincera inquietudine, Boschi indica alcuni problemi sollevati dalla chiusura della struttura. Soprattutto, si domanda cosa sarà delle collezioni conservate nell’archivio. Una mole non indifferente: fondi privati (di collezionisti, eredi di autori, gestori di diritti) composti da tavole originali, albi, annate rilegate di pubblicazioni rare e altri documenti concessi in conservazione al MUF. Sembra che i proprietari siano stati informati della chiusura/cambio di gestione, e che in qualche caso si stiano organizzando per riottenere i propri materiali.

Ma oltre ai fondi tracciabili, che ne sarà di tutti quegli altri materiali, ovvero delle donazioni che erano pervenute in vari momenti e forme al MUF? L’eventuale nuova gestione prenderà in mano l’archivio e li metterà a disposizione? E i collezionisti ed enti che hanno collaborato in passato per mostre realizzate insieme al museo, i cui pezzi sono ancora custoditi nella struttura, come riavranno ciò che è loro? Se non sono stati ancora contattati significa che non esiste una schedatura di questi materiali, a differenza dei fondi, e che quindi nel caos del passaggio di consegne rischieranno di andare persi?

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Boschi ricorda anche che il Comune di Lucca e l’allora direttore del museo Angelo Nencetti hanno firmato nel 2009 un accordo di collaborazione con la Fondazione Franco Fossati, l’ente che gestisce WOW Spazio Fumetto, il Museo del Fumetto di Milano, per la costituzione di un “Centro nazionale sulla comunicazione delle immagini” (qui un altro articolo di Boschi sull’argomento). Il progetto – in alto mare per difficoltà legate a entrambi gli enti – prevede la costituzione di un “superarchivio” comune alle due realtà per creare un centro di studi sul fumetto tra Milano e Lucca. Un obiettivo certamente complesso e ambizioso, auspicato anni fa anche dall’attività svolta dal Comitato Nazionale “Fumetto 100”, che provò a spingere in questa direzione il Comune di Milano, contribuendo alla creazione dello Spazio WOW. Dall’accordo del 2009 sono nate varie collaborazioni, sia su Milano e Lucca sia in triangolazione con il Comicon di Napoli. Che ne sarà di questo progetto, che varrebbe la pena di riprendere e sviluppare?

Dal 29 dicembre – forse una reazione suscitata dall’intervento di Boschi – sulla home page del sito del MUF compare il seguente avviso:

Amministrazione Comunale con provvedimento a firma del Sindaco di cui al protocollo n. 88144/2014 ha deciso la temporanea chiusura del Museo del Fumetto a far data del 22/09/2014. La motivazione di tale decisione è da ricercarsi nella possibile attribuzione della sua gestione a Lucca Comics & Games in virtù del fatto che detta società gestisce “attività che appaiono uniforme dal punto di vista della materia trattata”. L’Amministrazione provvederà a fornire informazioni rivolte a comunicare l’attuazione di questa decisione.

In effetti, sul sito del Comune di Lucca è presente una news datata 23 settembre che indica la chiusura del museo e in cui si legge che:

Il progetto dell’amministrazione comunale prevede infatti il passaggio della gestione a Lucca Comics and Games”.

Nonostante questa sia la soluzione più logica, la più prevedibile (e prevista) dagli addetti ai lavori, ad oggi non ci sono ancora notizie ufficiali in merito. Tutto sembra essere fermo ancora al 23 settembre. Addirittura, sulla stessa pagina web del Comune, si segnalava la riapertura del MUF in data 30 ottobre, in occasione della manifestazione, riapertura che non è poi avvenuta.

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Va detto: che il primo museo italiano dedicato al fumetto sia stato chiuso nell’indifferenza generale, per giunta senza una comunicazione ufficiale che ne indichi i motivi, è qualcosa che non possiamo non sentire come una ferita. Le malelingue potrebbero dire che, se quasi nessuno si è accorto che il MUF è chiuso, allora forse chiuderlo non è stato un vero danno. È anche vero che negli ultimi anni Museo e Festival non sono riusciti a collaborare. Il danno si è ripercosso soprattutto sul museo, e un passaggio di gestione sotto Lucca Comics&Games potrebbe permettere di sfruttare meglio la struttura nei giorni della manifestazione.

La sfida della gestione

Bisogna anche dire, però, che molti hanno dubbi sull’interesse di Lucca Comics & Games a mantenere attiva una struttura per 365 giorni all’anno. Un museo, va detto, che sul territorio ha un bacino d’utenza potenziale limitato. Sappiamo tutti, infatti, che Lucca non è la città più comoda da raggiungere, né la più vivace o popolosa. Un museo del fumetto può sopravvivere a Milano o nelle altre metropoli che possono contare su centinaia di migliaia di potenziali visitatori. A Lucca ha invece bisogno di una strategia diversa. Lucca non è Milano né Roma. Qui si dovrà lavorare bene con le scuole, interessare i turisti stranieri presenti in città, allargare il proprio bacino ai capoluoghi vicini.

Non è un lavoro affatto facile gestire un museo. Tanto più un museo dedicato al fumetto, le cui dinamiche sono completamente diverse da quelle di una manifestazione commerciale o di un festival. Non possiamo che sperare che la nuova gestione del MUF sappia valorizzare ciò che riceverà in eredità. E soprattutto, auspicare che venga fatta chiarezza al più presto. Da parte del Comune di Lucca e da tutte le realtà coinvolte, sia in questa situazione che nel futuro del Museo del Fumetto.

*Alberto Brambilla è curatore presso WOW Spazio Fumetto.

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