Sono passati 28 anni dal primo episodio di Dylan Dog, intitolato L’alba dei morti viventi e disegnato da Angelo Stano. Ne sono trascorsi 24 da quando cominciò a firmare le copertine della serie. Era il 1990 e nelle edicole italiane usciva il numero 42, La Iena. «Nel frattempo sono invecchiato, capelli bianchi, quei pochi che mi restano» scherza Stano al telefono «lui è sempre li: un 33enne baldanzoso, pronto a rilanciarsi con un’immagine più aderente ai tempi.» Da diversi mesi, infatti, si parla del rilancio editoriale di Dylan Dog, che inizierà col numero 377 intitolato Spazio Profondo e in distribuzione dall’ormai prossimo 27 settembre. E anche Stano è sempre lì: disegnatore-principe della serie, e inevitabile pietra di paragone per ogni intervento sullo ‘styling’ dell’eroe londinese.
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L’obiettivo è noto, e pare insieme chiarissimo e ambiguo, ambizioso e necessario: svecchiare il personaggio, renderlo più attuale per le nuove generazioni. Con la speranza di tornare a intercettare quel senso di ‘urgenza’ che il riottoso, inquieto, romantico Dylan sembrò interpretare nei primi anni ’90 grazie al rabdomantico raccontare di Tiziano Sclavi. «Questo è quello che vorremmo far passare attraverso la revisione della serie» spiega Stano «Dylan sarà calato più profondamente nella realtà di oggi, grazie ad alcuni piccoli ritocchi sul piano estetico e contenutistico.» Le novità più chiacchierate sono naturalmente quelle più geek, quelle più semplici da descrivere prima di confrontarsi con le trame o la psicologia del (complicato) personaggio: il pensionamento di Bloch – con il conseguente arrivo del nuovo ispettore Carpenter – e l’utilizzo della tecnologia. Dylan, pur avendo un pessimo rapporto con essa, affiderà a Groucho il compito di utilizzare uno smartphone.
Al di là degli aspetti che faranno la forza (o meno) delle nuove storie, Stano è anche un elemento di continuità con il passato. Visto il suo ruolo nella definizione della mitologia dylandoghiana, forse il principale. E per questo suona particolarmente importante sentirgli testimoniare come il rinnovamento di Dylan parta dal suo stesso creatore, Tiziano Sclavi: «sono galvanizzato dal fatto che ci sia una nuova attenzione da parte di chi lo ha creato, della casa editrice e del nuovo curatore della serie, Roberto Recchioni, che ci mette molto del suo.» La rivoluzione era già incominciata a settembre dello scorso anno quando, sul numero 325, Stano cambiò approccio al design della sue copertine. «Ho cominciato a usare il colore in modo molto meno fotografico rispetto a prima, cercando di rappresentare simbolicamente i temi proposti dagli episodi.»
Le cover hanno infatti subito un restyling che è grafico, ma ancor prima concettuale. Dopo decenni di immagini didascaliche, ideate per rappresentare la storia o una sua scena quasi ne fossero un estratto, un frammento in tono minore, oggi sono create da Stano con maggior libertà rispetto ai contenuti. Evocare, più che presentare, e badare alla bellezza e spettacolarità in sé della cover: «nel futuro, la consuetudine di puntare su un’azione chiave dell’episodio sarà sempre meno attuata. Si cercheranno immagini d’impatto più forti e che a volte possono sembrare fuori contesto.» Una ricerca di energia visiva che Stano non immagina però come lavoro da illustratore fine a sé stesso, ma che prenderà forma nel confronto con lo sguardo della serie sull’attualità: «In realtà si vuole proporre Dylan Dog attraverso quello che dovrebbe essere un manifesto del personaggio stesso, cioè un’attenzione alle problematiche di oggi, una maggiore attenzione ai problemi che sentiamo addosso e al cambiamento della società. Con tutto quello che ne è conseguito in questi anni: più insicurezza, poca chiarezza di idee e la paura di quello che ci riserva il futuro.»
La copertina di settembre, in cui lo storico logo della testata ideato da Luigi Corteggi appare impercettibilmente modificato (snellito dal grafico Paolo Campana), vuole essere una prima dimostrazione di quanto detto: «rappresenta la rinascita del personaggio con il coraggio di rimettersi in campo in maniera nuova.» L’illustrazione, un omaggio al 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, raffigura Dylan nudo, raccolto in posizione fetale, come inerte nei confronti del mondo e pronto a rinascere nuovamente.
Per il momento, Stano non ha in cantiere una storia di Dylan come autore completo (scritta e disegnata). Ma il disegnatore della cosiddetta “trilogia zombie” (gli epici, labirintici episodi 1, 25, 43 tanto centrali per la continuity sclaviana) si prepara al rientro sulla serie con le proprie matite e chine: «dovrei iniziare un nuovo episodio che farà parte di uno dei cicli futuri. Come è stato annunciato, infatti, le storie avranno una maggiore continuità rispetto al passato, la mia verrà inserita in un insieme di storie che avranno un filo conduttore comune.» Il suo prossimo fumetto per Bonelli non sarà però un Dylan Dog, bensì un’avventura di ambientazione storica, proposta probabilmente in uno Speciale: «Per la collana Le Storie» aggiunge, «ho lavorato a una storia che sarà presto pubblicata a colori.»
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Quando Stano subentrò a Claudio Villa come copertinista della serie, con la sua tiratura di oltre 300.000 copie, Dylan Dog era un vero e proprio caso editoriale. Una stagione irripetibile oggi. Stano si mostra consapevole del diverso contesto di mercato, e arriva a sostenere che con questo rilancio «sarebbe augurabile che il personaggio mantenesse l’interesse verso i propri lettori. Oggi è difficile pensare che una qualunque serie possa diventare un successo editoriale come è accaduto in quegli anni. L’editoria sta soffrendo moltissimo, non c’è niente da fare. Puoi avere idee formidabili, ma difficilmente otterrai risultati così sorprendenti con l’attuale crisi economica e la grande diversificazione dell’offerta dei prodotti d’intrattenimento.»
Tra realismo e cautela, la visione di Stano rimane quella dei grandi narratori popolari: «La cosa che mi auguro è che i lettori siano piacevolmente sorpresi dalla nuova gestione e che si divertano come ci divertiamo noi a scriverlo e disegnarlo. E che trovino la lettura piacevole e stimolante. Il premio migliore per il nostro lavoro, sarebbe quello di riuscire a far pensare oltre che divertire e intrattenere.» E per i lettori, ormai, l’occasione per verificare è arrivata: preceduto da una ‘storica’ conferenza stampa il 26, il lancio di sabato 27 settembre è dietro l’angolo. Per Dylan, sarà l’inizio di una nuova avventura. Per Stano, semplicemente la nuova tappa di un lungo percorso.