HomeFocusProfiliBianca Bagnarelli, Premio Nuove Strade 2014 a Napoli Comicon: intervista

Bianca Bagnarelli, Premio Nuove Strade 2014 a Napoli Comicon: intervista

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Sabato scorso, nell’ambito dei Premi Micheluzzi a Napoli Comicon, Bianca Bagnarelli ha vinto il Premio “Nuove Strade”. Attivo dal 2001 e promosso da Napoli Comicon e Centro Fumetto “Andrea Pazienza”, si tratta del principale riconoscimento assegnato ai ‘talenti emergenti’ del fumetto italiano (per la lista completa visitate il sito del CFAPAZ).

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Bagnarelli, classe 1988, è nata a Milano ma vive a Bologna. Nel 2010 ha co-fondato Delebile, etichetta indipendente che pubblica fumetti di autori italiani e internazionali. Negli ultimi 3-4 anni le autoproduzioni di Delebile si sono via via affermate rendendo l’etichetta una delle realtà emergenti più vivaci del panorama fumettistico nazionale, e generando una certa attenzione anche all’estero. Nel 2013, la stessa Bagnarelli ha collaborato con diverse riviste importanti nel panorama alternativo internazionale: suoi fumetti sono stati pubblicati sulla lettone š (Kus) e sulla svizzera Ampel Magazine.

La sua produzione più recente è uscita sulle pagine del nono numero di NoBrow, l’antologia della casa editrice inglese Nobrow Press, che pubblica fra gli altri Luke Pearson – per citare un autore da qualche tempo conosciuto in Italia. «L’esperienza con Nobrow si è rivelata fantastica. Era la prima cosa che facevo che non fosse una fanzine. È stato strano lavorare in un altra lingua e fare tutte quelle conversazioni Skype senza mai incontrarli davvero. Loro sono gentili e molto attenti e curano tutto in modo maniacale.» racconta Bianca.

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«L’anno scorso, a meno da due mesi dall’uscita del numero 8, Nobrow ha pubblicato su Facebook un invito a mandare il proprio portfolio per selezionare nuovi autori da pubblicare nel lato dedicato all’illustrazione di quel numero. Così ho mandato subito una mail. Penso abbiano avuto più di 400 risposte, ma hanno scelto me e un’altra persona.» Per l’ultimo numero della rivista, It’s Oh So Quiet, ha scritto e disegnato la storia breve Say hi for me. «I numeri sono tematici, e questo era dedicato al silenzio. I colori da usare sono quattro, e li assegnano loro. In questo modo il volume ha un’unità particolare e sembra che tutte le storie si appartengano l’una all’altra in modo molto forte. Magari non ci se ne accorge subito, perché gli autori sono molto bravi a usare i colori e a manipolarli con retini, sovrapposizioni e tecniche diverse.»

La storia in questione nasce da uno spunto autobiografico, e racconta il viaggio solitario in treno di una bambina: «L’dea della storia ce l’avevo già: raccontare questo viaggio in treno che ho fatto più volte da bambina durante le vacanze in montagna. Mio padre partiva sempre prima di me e io lo raggiungevo in treno da sola. Era un viaggio suggestivo. Partivo da Milano, dalla Stazione Centrale, dove c’è molto caos, rumore, grigio e un senso di schiacciamento molto forte. Stando in questo trenino interregionale sfigatissimo, con l’aria condizionata a palla, e facendo sei ore di viaggio verso nord, avevi questo senso di isolamento molto piacevole. Era una cosa che avevo voglia di raccontare. E quando è venuto fuori il tema del silenzio mi sembrava perfetta. Così, ho rielaborato quella mia esperienza.»

Leggi anche: Say hi for me, di Bianca Bagnarelli

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La prima tavola di ‘Say hi for me’

«Jason è un riferimento irrinunciabile. È uno dei miei fumettisti preferiti e ci faccio riferimento senza rendermene conto. Recentemente ho riletto Sshhhh! e Hey, aspetta… proprio il mese scorso, senza farci caso.» Così rivela l’autrice, pensando ai fumettisti che fanno proprio dell’assenza di parole una delle cifre stilistiche più caratteristiche. E sui progetti futuri aggiunge: «Sto lavorando a un volume che sta curando Sam Alden, una raccolta di quattro storie ancora in divenire. Con Delebile, inoltre, abbiamo mandato da poco le richieste di partecipazione al prossimo numero, che uscirà per la prossima Lucca Comics.»

Ma non è tutto: «Ho appena consegnato quello che sarà il mio primo libro: Fish. Uscirà ad ottobre per Nobrow, sarà di 24 pagine e verrà pubblicato nella serie 17×23. Inoltre, per un altro editore sto lavorando a una raccolta di racconti brevi collegati fra loro dall’ambientazione.» E a quando un lavoro lungo? «Lo sto facendo. Si tratterà di un fumetto autoconclusivo sulle 90/120 pagine, di cui per ora ho solo scritto la storia. Ci sto ancora ragionando sopra.»

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Bianca sembra inoltre appartenere a una nuova generazione di autori cresciuti e maturati con la Rete. Una generazione abituata a esprimersi in un contesto dalle potenzialità ‘globali’, cui internet offre grande visibilità: « Questa generazione esiste. Ed è interessante vedere come la rete abbia cambiato la modalità con cui gli autori si propongono al pubblico. E anche come questa generazione abbia assorbito internet in maniera così completa, e probabilmente, inconsapevole. Se io, come pure gli altri giovani autori italiani, ne faccia parte o meno, questo non saprei dirlo. È come se da noi le cose succedessero con più lentezza, che in questo caso non è necessariamente un male.»

È soprattutto a strumenti come Tumblr che la Bagnarelli si affida, online: «Tumblr fornisce degli strumenti di monitoraggio del traffico degli utenti abbastanza limitati. E il sistema dei follower, che quasi sempre usano identità fittizie e nickname, non costituisce un buon metodo d’indagine in questo senso. Direi piuttosto che Tumblr ha il pregio di rendere più probabile che altri giovani autori che non vivono nel tuo paese (e che di solito vivono in America) vengano a contatto con il tuo lavoro. In generale la rete facilita la diffusione del lavoro di autori ancora poco conosciuti, semplicemente perché il materiale è lì, accessibile, disponibile a chiunque se ne voglia interessare.»

Leggi anche: il futuro del fumetto italiano è in Delebile?

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