Il nuovo numero di LÖK ZINE, magazine bilingue (inglese/italiano) con base a Bologna, nato “per celebrare la scena culturale creativa del fumetto e dell’illustrazione”, vede la partecipazione degli illustratori Matteo Farinella, Jacopo Oliveri, Philip Giordano, Salvatore Giommarresi (di cui trovate una storia a fumetti in anteprima qui).
Una storia, quella di LÖK ZINE – spiega Chiara Faggiano nell’editoriale che apre il numero – “nata dalla voglia di renderci indipendenti, di affermarci come autori e come editori, di confrontarci, di uscire dal preconcetto per cui l’artista lavora bene solo separato dagli altri. Il nostro obiettivo è quello di mescolare, di amalgamarci con tutte le possibilità di espressione artistica, di conoscere e di far conoscere il nostro lavoro lavoro editoriale”.
In occasione del nuovo numero, abbiamo fatto una chiacchierata con la redattrice Elisa (Lois) Caroli.
Dopo la partecipazione ad Angouleme, il nome e l’attività della rivista hanno avuto particolare risonanza. Com’è cambiato, se è cambiato, il vostro lavoro negli ultimi mesi?
Essendo il secondo anno che partecipavamo ad Angouleme, l’impatto con il festival è stato meno traumatico, poichè c’era chi ci conosceva già. La presenza fisica nella sezione off ci ha aiutato a dare ancora più visibilità all’open call e scoprire nuovi autori internazionali, ciò ci ha permesso di confrontarci direttamente e gettare le basi per future collaborazioni; inoltre abbiamo incontrato di persona Arnaud Loumeau, bravissimo illustratore francese, con cui avevamo collaborato per la cover del numero 3, e che conoscevamo solo virtualmente. Ovviamente anche la partecipazione alla selezione delle produzioni alternative ha avuto il suo peso, ma tutto questo è stato accompagnato da un accurato lavoro sul web e su canali specializzati che già curavamo da tempo.
Qual è il vostro giudizio sull’attuale panorama dell’autoproduzione? Quali altre riviste consigliate di tenere d’occhio?
Il panorama dell’autoproduzione in Italia è florido ed è indispensabile come palestra per provare ed esprimersi, il problema è che non è molto valorizzato e riconosciuto, sicuramente non come all’estero. I festival danno un supporto fondamentale al lavoro che svolgiamo, ma il problema è che gran parte del pubblico non è educato “all’editoria altra”. Ho avuto modo di confrontarmi direttamente con il panorama dell’autoproduzione qui a Parigi dove molte barriere di “comprensione” non esistono e il lavoro scorre più fluido e libero. Altre riviste che vorremmo citare e con cui abbiamo collaborato sono Squame, e l’ormai chiusa Mrspoqui, con la quale abbiamo collaborato diverse volte; ovviamente è indispensabile citare Strapazin, Canicola e Nobrow, inesauribili fonti d’ispirazione.
Come avete strutturato questo nuovo numero?
Per il nuovo numero abbiamo scelto il tema “Identità” per poter prendere sempre più coscienza di che cos’è nostro magazine; abbiamo ridotto i testi e ci siamo concentrati sulle immagini, rivolgendo però un occhio al passato e quindi mantenendo uno spillato in bianco e nero che, a parte le sperimentazioni e le opportunità che ci ha concesso il numero 2, è sempre stato elemento fondante della forma LÖK ZINE. Il numero delle pagine è cresciuto: abbiamo fatto questa scelta per poter dare più spazio agli autori che hanno partecipato al contest, che in questa occasione sono stati veramente tanti. In riferimento ai contenuti, abbiamo avuto ancora la possibilità di pubblicare i lavori di Matteo Farinella, che apprezziamo molto e che partecipa al nostro progetto sin dagli inizi. Degni di nota, sempre per quanto riguarda i contenuti, il fumetto-gioco di Jacopo Oliveri e il minicomic pieghevole di Salvatore Giommarresi, utili per sottolineare la natura versatile di Lök Zine, e l’immancabile intervista all’autore di copertina, per approfondire il suo lavoro in riferimento con il tema, in questo caso un autore che seguiamo e amiamo da molto: Philip Giordano. In questo numero inoltre abbiamo inserito dei piccoli sponsor illustrati da noi, che ci hanno permesso di premiare ulteriormente gli autori e mantenere alta la qualità della rivista; l’aiuto di realtà che lavorano nel nostro stesso campo è molto importante, poichè LÖK ZINE sta crescendo con le nostre sole forze e l’ottimo riscontro del pubblico è la prova che l’impegno e la perseveranza sono il miglior investimento, sempre.
Quando e com’è nato il progetto per la rivista?
La rivista è nata nell’aprile del 2011. Eravamo un gruppo di studenti dell’accademia di Bologna, abitavamo tutti sotto lo stesso tetto, avevamo molta voglia di creare qualcosa di nostro e di avere uno spazio per sperimentare, così abbiamo pensato di aprire un magazine per iniziare a mettere in pratica i nostri studi e le nostre passioni.
LÖK ZINE rappresenta tutto ciò che noi vorremmo trovare in una rivista: incontro tra illustrazione e fumetto, lavori nuovi e freschi di autori che magari ci piacciono molto, ma ancora non “famosi”, la possibilità di interazione con il pubblico (da qui l’idea del contest) e continui stimoli attraverso tutti i campi dell’arte. E’ così nato un magazine: all’inizio molto eterogeneo e caotico, ma che via via ha preso una forma sempre più netta e definita per andare a centrare i punti chiave della nostra idea.
Come scegliete gli autori con i quali collaborare?
Per ogni numero indiciamo un contest online con un tema ad ampia lettura, dopodichè selezioniamo i lavori che ci piacciono valutando tutti insieme qualità, modo di raccontare, tecniche, coerenza; in questo modo veniamo in contatto con la maggior parte di autori che collaborano con noi. Indubbiamente poi c’è anche l’incontro diretto con autori che conosciamo di persona e di cui apprezziamo il lavoro. Questa modalità è risultata la più efficace per permetterci, anche is seguito, di mantere rapporti e collaborazioni.