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In ricordo di Morris, 90 anni dopo

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Novant’anni fa, nella località di Courtrai, in Belgio, nasceva uno dei più grandi fumettisti europei. Si chiamava Maurice de Bevere, ma divenne famoso con il nome di “Morris” (pronuncia inglese di “Maurice”). L’enorme influenza del suo lavoro si è esercitata, com’è noto, attraverso la creazione di Lucky Luke, infallibile cowboy a spasso nel mitico contesto della frontiera nordamericana. Il personaggio apparve per la prima volta su Spirou nel 1947 e fu proprio in questa occasione che l’autore iniziò a usare il suo pseudonimo.

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Due anni più tardi, Maurice partì per gli Stati Uniti per vedere dal vivo il mondo che stava raccontando nei suoi fumetti. Viaggiò dall’est all’ovest, visitò gli studi cinematografici di Hollywood e conobbe Harvey Kurtzman, Jack Davis e René Goscinny. Aiutò i primi due a mettere in piedi il progetto di MAD e divenne amico del terzo, con il quale realizzò in seguito le più belle storie di Lucky Luke, a partire dal 1955.

In più di vent’anni, i due hanno sfornano 35 racconti che inseriscono di diritto il personaggio all’interno del prestigioso pantheon del fumetto franco-belga. Grazie alla genialità di Goscinny, capace di raccontare il West in maniera comica e avventurosa, e al tratto elegante e preciso di Morris, il successo della serie è cresciuto nel tempo, regalando di volta in volta nuovi personaggi memorabili come i quattro fratelli Dalton, Billy the Kid, Jesse James e lo stupidissimo cane Rantanplan (parodia di Rin Tin Tin). In totale, Lucky Luke ha venduto nella sua storia qualcosa come 250 milioni di volumi. Altro che “poor lonesome cowboy”…

“Gli imbecilli ci sono sempre nelle mie opere – spiega René Goscinny in una vecchia intervista (qui completa in francese) – Bisogna dire che amo molto gli imbecilli; insomma, li amo nella misura in cui li invento, e dove, di conseguenza, li posso controllare. Amo gli imbecilli perché sono una forza comica straordinaria. Amo il loro candore, la loro tenacità’, la loro infallibilità’ nell’errore, il bagliore di falsa intelligenza nei loro occhi, e il loro sorriso soddisfatto quando tutto crolla per causa loro tutto attorno e su di loro. Quando Morris, avendo ucciso i primi Dalton che creò, mi ha chiesto di resuscitarli, in un modo o nell’altro, ho con entusiasmo inventato i cugini Dalton, i quattro cavalieri della stupidità. Joe, William, Jack e Averell”.

Morris ci ha lasciati nel 2001 ma la saga di Lucky Luke prosegue tutt’oggi nelle mani di Achdé, Laurent Gerra e, ogni tanto, anche dello scrittore Daniel Pennac.

 

Un’intervista a Morris e Goscinny del 1974.

 

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