Con l’espressione di stupore di Wasp, nell’agosto 1971 i lettori italiani conobbero ˗ sul n. 9 di Il Mitico Thor dell’Editoriale Corno ˗ il personaggio di Capitan America, appena recuperato dai ghiacci dell’Alaska e destinato ad avere un ruolo centrale non solo per la testata dei Vendicatori, ma per tutto l’Universo Marvel, prima a fumetti e poi cinematografico, nei decenni a venire.
L’eroe «bianco, rosso e blu» – un naufrago del tempo, oltre che del mare, dopo anni di ibernazione – non fu però un volto nuovo, in quell’universo narrativo appena ideato da Stan Lee e Jack Kirby e ancora in forte espansione. Cap era già stato attivo durante la Seconda guerra mondiale, fin da quando sulla copertina del primo numero di Captain America Comics datato marzo 1941 (e pubblicato da Timely Comics, antesignana della Marvel) era stato rappresentato in un’azione di grande impatto, mentre tirava un pugno sul volto di Adolf Hitler.
Un bel modo di presentarsi per un eroe che all’apparenza era solo uno dei tanti eroi ‘patriottici’ nati in quegli anni, tra cui Uncle Sam (uno degli eroi meno conosciuti di Will Eisner), Minute-Man, Star-Spangled Kid e tanti altri, ma che si sarebbe affermato come personaggio di punta della propria casa editrice e dell’intero settore fumettistico. Capitan America era stato creato dai giovani Joe Simon e Jack Kirby per incarnare lo spirito dell’uomo comune dell’epoca, pronto ad affrontare il nemico nazista pur di salvaguardare la propria libertà, precedendo così l’ingresso in guerra degli Stati Uniti dell’anno successivo.
Non a caso, Cap era in realtà Steve Rogers, giovane ragazzo troppo gracile per poter essere arruolato, la cui determinazione fu però notata dalle alte cariche militari. A Rogers fu così proposto di sottoporsi a uno sperimentale siero del supersoldato che lo avrebbe trasformato in un potente guerriero dotato di un indistruttibile scudo. Finita la guerra, Cap è riuscito a restare popolare anche nei decenni successivi – fino ad arrivare a 75 anni di pubblicazioni –, soprattutto per merito della sua capacità di adattamento alla contingenza storica. A volte è stato presentato ancora come paladino posto in difesa contro le minacce esterne alla nazione, altre come voce fuori dal coro pronta a opporsi a governi statunitensi deviati (come nel caso Watergate degli anni Settanta o nello scandalo di Guantanamo dei Duemila), ma con una costante: Cap è la Sentinella della Libertà, pronta a sacrificarsi per difendere il popolo americano e – per un’estensione più chiara agli statunitensi che a tutti gli altri – mondiale.