Dopo i migliori graphic novel e le migliori serie, posiamo il nostro sguardo sul “meglio del 2015” in chiave retrospettiva. Ovvero proviamo a fare un punto sulle opere del passato – remoto o recente – ritornate sugli scaffali nell’ultimo anno. Che siano grandi classici rimasti a lungo inediti nel nostro Paese, oppure importanti riedizioni di materiale che mancava dai cataloghi editoriali da qualche (se non molto) tempo.
Se il passato della Nona arte è un mare in cui perdersi, in questa categoria – che i francesi chiamerebbero “Patrimoine” – abbiamo voluto inserire una selezione di prodotti che ci paiono preziosi per distinguere tra capisaldi e successi effimeri, mode passeggere e opere che resteranno nella Storia. Da belle edizioni ‘definitive’ di titoli dei lontani anni 2000, a traduzioni di capolavori del manga anni Settanta, fino a ristampe integrali di strisce datate mezzo secolo, ecco le dieci proposte di materiale “storico” che vale la pena recuperare, fra le uscite del 2015.
Il celestiale Bibendum, Nicolas De Crécy (Eris Edizioni)
De Crécy è uno dei veri e propri autori di culto francesi e realizza fumetti sin dagli anni Ottanta. Fratello maggiore in una famiglia di creativi (suo fratello Etienne, ad esempio, è uno dei più noti DJ francesi), in carriera ha vinto diversi premi importanti, tra cui l’Alph’Art du meilleur album di Angoulême nel 1998 per Léon la came, vol.2, realizzato con l’animatore Sylvain Chomet. La collaborazione con quest’ultimo, tuttavia, è terminata dopo l’uscita del lungometraggio di Chomet Appuntamento a Belleville, finito al centro di polemiche in merito al plagio di Chomet nei confronti dello stile grafico di DeCrécy.
E proprio lo stile “è tutto”, nel caso di DeCrécy. Perché il suo immaginario bizzarro, grottesco e surreale, unito a un segno nervoso, vibrante eppure lirico, ne hanno fatto uno dei fumettisti dall’identità visiva più forte e riconoscibile degli ultimi venti anni. Un vero e proprio visionario, in grado di offrire però non solo belle immagini, ma quel qualcosa in più che solo a pochi riesce: farci percepire lo stupore.
Le Bibendum céleste, originariamente pubblicato in Francia in 3 volumi da Les Humanoïdes Associés tra il 1994 e il 2002, è il primo lavoro di De Crécy come autore unico. Un recupero importante, dunque, pubblicato da Eris Edizioni in una edizione integrale. È la storia di Diego, candidato al “Premio Nobel per l’amore” in una città impregnata dal male e dal diavolo. Una vicenda difficilissima da riassumere, nelle cui tavole è possibile perdersi per minuti e minuti, senza mai stancarsi o esaurire le curiosità. De Crécy crea un mondo urbano totalmente originale, ricco di uno humor assurdo ma contemporaneamente poetico, simbolico e sottilmente critico. E riesce in definitiva a fare tre cose contemporaneamente: sognare a occhi aperti, riflettere polemicamente e sorridere con schiettezza. QUI l’anteprima e QUI una ampia analisi.
Hitler, di Shigeru Mizuki (Rizzoli Lizard)
Vera e propria biografia a fumetti di Hitler realizzata dal recentemente scomparso Shigeru Mizuki – uno dei grandi maestri del manga, già tradotto in Italia da Rizzoli Lizard con NonNonBa e Verso una nobile morte – Hitler, serializzato nei primi anni Settanta su Manga Sunday dell’editore Jitsugyou no Nihonsha con il titolo originale Gekiga Hitler, ripercorre nel dettaglio la vita del dittatore.
Da un lato è forse un bio-graphic novel dei più esemplari, con il suo incedere storiografico che parte dalla mediocre carriera di Adolf come pittore, nella sua tormentata (e strampalata) giovinezza bohémien, fino all’ascesa – grazie a talento oratorio e abilità tattico-politica – al potere, per chiudersi con l’orrore del genocidio. Dall’altro, va oltre il ritratto (crudelmente) fedele, e in realtà si rivela un racconto metaforico orchestrato da Mizuki per raccontare la degenerazione ideologica nel Giappone stesso di quei tempi. QUI la nostra recensione.
Scuola senza pudore, di Go Nagai (J-Pop)
Chi l’avrebbe mai detto? La più importante creazione di Go Nagai (robottoni esclusi, d’accordo) e senza alcun dubbio la più controversa, La scuola senza pudore (Harenchi Gakuen), è finalmente arrivata in Italia, a quasi 50 anni dall’uscita nel lontano 1968. Ambientato in una scuola elementare in cui tutti, dagli insegnati agli alunni, sono ossessionati dal sesso, La scuola senza pudore fu il primo vero bestseller di Nagai (non solo: fu anche una serie di punta nei primi anni del magazine Shonen Jump). In particolare, una celebre scena – una gonnellina alzata – fu imitata in talmente tante scuole da suscitare la reazione dell’Associazione dei genitori, con l’effetto di rendere la serie una satira della società giapponese tra le più “scandalose” di sempre.
In anni cui il sesso era un aspetto totalmente distante dal modello tezukiano che si era imposto nei manga, la serie di Nagai aprì – con l’effetto di una spallata – un nuovo filone, che farà da premessa all’evoluzione dello stesso Osamu Tezuka, in opere come Apollo no uta (La canzone di Apollo, 1970) e Yakepacchi no Maria (Maria di Yakepacchi, 1970). Per certi versi, La scuola senza pudore è un manga che ha rappresentato e incanalato il desiderio di ribellione dei lettori più piccoli, canalizzando le pulsioni di una generazione, e contribuendo a trasformare il panorama dell’editoria fumettistica in Giappone come forse solo la rivoluzione gekiga aveva saputo fare, qualche anno prima. QUI un nostro articolo sulla serie.
Perverse Pépère, di Gotlib (ComicArtCity)
Marcel Gotlieb detto Gotlib, parigino, classe 1934, è uno dei mostri sacri della bédé. Autore per Pilote della serie Dingodossier su testi di Goscinny e della Rubric-à-brac come autore completo, è stato anche tra gli ispiratori, fondatori e animatori di due tra le più importanti riviste della storia del fumetto francese: L’Écho des savanes e Fluide Glacial, su cui ha creato il suo personaggio più celebre, il cane Gai-Luron. Eppure, tanto Gotlib è importante Oltralpe – celebrato un anno fa da una grande mostra, che abbiamo raccontato qui – quanto è poco noto in Italia.
Per fortuna, una delle sorprese di Lucca Comics 2015 è stata proprio il ritorno di Gotlib in italiano, e in grande stile: ben due volumi. L’esordio nell’editoria della community ComicArtCity, ha infatti portato con sé il proposito di portare in Italia le opere del maestro francese. Iniziando con due dei suoi personaggi migliori. Perverse Pépère (Nonnetto Perverso), in particolare, è un vecchietto talmente perverso da provare libidine per il fastidio altrui. Hamster Jovial – al centro dell’altro volume – è invece un capo scout ligio al dovere, ma completamente anacronistico e scollegato dal mondo in cui vive. In questi personaggi la comicità irriverente, sardonica e volgare di Gotlib raggiunge i suoi livelli più alti, strappando inevitabilmente risate crudeli ai lettori.
Jehan Pistolet, di René Goscinny e Albert Uderzo (NonaArte)
Siamo seri: Goscinny è…Goscinny. Serializzata nel 1952 sul settimanale belga La Libre Junior, Jehan Pistolet è la prima collaborazione importante tra Goscinny e Uderzo, ovvero i creatori di uno dei sinonimi della parola fumetto (= Asterix). Protagonisti di queste storie sono un giovane corsaro al soldo del re di Francia e la sua scalcinata ciurma, della quale fa parte anche Renatino, caricatura di Goscinny stesso.
Anche se precede di qualche anno Umpah-Pah e Asterix – e lo si nota soprattutto nel disegno ancora incerto di Uderzo, che muta addirittura la fisionomia dei personaggi da una puntata all’altra – Jehan Pistolet contiene già in nuce tutti i punti di forza del duo Goscinny /Uderzo. Alcune inquadrature, gag visive e linguistiche, alcuni giochi di parole presenti nei cinque episodi del volume, si ritroveranno molto simili, anni dopo, nelle avventure del piccolo gallo. A completare il volume, un ricco apparato redazionale permette di inquadrare storicamente la serie e fornisce indicazioni sulla storia editoriale e sugli autori. QUI un’anteprima.
Tarzan – The Complete Russ Manning vol. 1, di Edgar R. Burroughs e Russ Manning (Editoriale Cosmo)
Quattro sono i grandi disegnatori dei fumetti di Tarzan: l’accademico Hal Foster, il primo in assoluto, aggraziato e classicissimo; l’immenso Burne Hogarth, dal tratto un po’ barocco; Joe Kubert, che ha illustrato i migliori comic book tarzanidi di sempre; Russ Manning, dinamico, pulito, potentissimo. Al ciclo per i quotidiani di quest’ultimo è dedicata la nuova serie di ristampe classiche di Editoriale Cosmo, dopo il Flash Gordon di Alex Raymond e quello di Dan Barry e Harvey Kurtzman. Certo, a un lettore contemporaneo il personaggio apparirà ormai un po’ datato – anzi, probabilmente anacronistico. I disegni del volume, però, conservano tutto il loro fascino anche a cinquant’anni di distanza dalla prima pubblicazione e a quaranta da Tarzan Extra dell’editore Cenisio, ultima edizione italiana di una certa importanza.
Le poche edizioni italiane successive, come quella nei Classici del Fumetto di Repubblica, per il formato sono state costrette a sacrificare le tavole, riducendole o mutilandole. Un peccato per il tratto di Manning, che aveva imparato il dinamismo lavorando sui comic books e una volta approdato sulle sunday poté approfittare del grande formato e sbizzarrirsi, mettendo in scena sequenze spettacolari, tra salti sulle liane, scontri con le fiere e battaglie tra dinosauri. Un saggio da manuale su un modo di intendere il fumetto ‘naturalista’ che non c’è più. E chiamiamola pure nostalgia, ma tant’è: una volta ogni tanto, fa bene.
Monster Allergy edizione deluxe vol. 1, di Francesco Artibani, Katja Centomo, Alessandro Barbucci e Barbara Canepa (Tunué)
A volte è sufficiente poco tempo per un’opera per affermarsi come ‘classico’. Monster Allergy, serie creata nel 2003, ne è un buon esempio: nato come prodotto per ragazzi, ha fin da subito imposto alcuni suoi personaggi, anche grazie alla coeva serie animata e al variegato mondo di mostri, buoni e cattivi, dal design decisamente accattivante. Ma Monster Allergy nel corso degli anni ha raccolto fan anche tra i lettori più adulti, grazie alla sua freschezza narrativa e grafica. Insomma, c’è poco da fare: Monster Allergy è stato uno dei migliori fumetti “per bambini” creati da autori italiani negli ultimi trent’anni, e la sua interruzione – per ragioni commerciali, ma anche editoriali e personali (il desiderio degli autori di concentrarsi su altri progetti) – ha privato il panorama di un potenziale longseller ultrapop.
Dopo anni di limbo, erano in molti a sperare dunque che la saga arrivasse a conclusione, e in questo 2015 è stata Tunué ad accontentare i fans, con la pubblicazione dell’inedito trentesimo capitolo e una pregiata edizione integrale, in due volumi, dell’intera saga. QUI tutte le informazioni sulla nuova edizione della serie.
Samurai Executioner, di Kazuo Koike e Goseki Kojima (RW Goen)
Samurai Executioner, scritto da Kazuo Koike e disegnato da Goseki Kojima, coppia d’autori famosa per aver realizzato Lone Wolf and Cub, è un seinen manga serializzato originariamente in Giappone dal 1972 al 1976. Racconta la storia di un ronin esperto nel testare la qualità delle nuove lame dello shogun. Nonostante non sia un boia, per il suo talento spesso gli vengono affidate anche delle esecuzioni.
La vita del ronin creato dalla fantasia di Koike e Kojima è ispirata a quella realmente vissuta da coloro che fino al Diciannovesimo secolo si sono occupati della medesima mansione di tester di spade. L’ambientazione in cui si svolgono le vicende di questo manga dai toni cruenti è, infatti, il Giappone feudale del periodo Edo, epoca durante la quale la famiglia Tokugawa deteneva attraverso il bakufu (ovvero il governo militare dello shogun) il massimo potere politico e militare nel paese. La storia ha tra i suoi pregi proprio quello di saper raccontare, tramite una precisa ricostruzione storica, abitudini e situazioni dell’epoca. E sul vostro scaffale starà perfettamente accanto a Lone Wolf e a Kagemaru Den di Sanpei Shirato. QUI un’anteprima e alcune informazioni aggiuntive.
The ‘Nam. Lettere dal fronte, di Doug Murray e Michael Golden (Panini Comics)
Nei movimentati anni Ottanta del fumetto americano, tra le varie novità che arrivarono sugli scaffali delle fumetterie ci fu anche una serie molto particolare, che poco aveva da spartire con il resto del catalogo Marvel: The ‘Nam. Era ambientata durante la guerra del Vietnam ed era scritta da un veterano del conflitto come Doug Murray, che aveva optato per un taglio realistico, non molto crudo ma senza la sfarzosa epicità dei racconti di guerra a fumetti a essa precedenti (tanto che molti episodi si limitavano a raccontare piccole vicende quotidiane tra una battaglia e l’altra).
La sua visione critica, ovvero una denuncia degli orrori della guerra in Vietnam, anticipò (di poche settimane) quella rappresentata dal film premio Oscar di Oliver Stone Platoon. In The ‘Nam non c’erano eroi in costume, ma forse nemmeno eroi: solo individui finiti tra le pieghe del destino, e costretti a fare i conti con qualcosa di molto più grande di loro. Vista la peculiarità della storia, dunque, una ristampa da parte di Panini Comics – dopo l’edizione anni Novanta della Play Press in albi spillati – non era affatto scontata. Anche se per molti potrebbero bastare i disegni di Michael Golden, raffinato disegnatore cesellatore dalla produzione, purtroppo, molto limitata. QUI un approfondimento sulla serie.
Zagor: La marcia della disperazione, di Guido Nolitta e Gallieno Ferri (Sergio Bonelli Editore)
Questo 2015 ha segnato una svolta importante per Sergio Bonelli Editore, che ha dato il via a un impegno diretto in libreria, con prodotti appositamente realizzati. Tra le prime uscite alcune hanno presentato alcuni importanti racconti dei suoi personaggi di punta, come Tex: Vendetta indiana e questo volume, che contiene la riedizione di una storia molto amata dai lettori bonelliani.
“La marcia della disperazione” è tra le più lunghe della saga zagoriana. Pubblicata tra il 1974 e il 1975, è scritta da un Sergio Bonelli particolarmente ispirato. Bonelli, che come autore si firmava Guido Nolitta, racconta qui il travaglio di Zagor, costretto a battersi contro gli indiani capeggiati da Winter Snake e a difendere la scellerata carovana di europei, colpevoli di aver massacrato centinaia di bisonti per il gusto dell’avventura. In questa storia, inoltre, avviene anche il celebre bacio tra Zagor e la bella Frida Lang. Un momento cardine, nella vicenda leggendaria di un’icona del fumetto popolare nostrano che continua a offrire piacevole evasione ad almeno tre generazioni di lettori. L’edizione ha una veste economica, è stampata con rispetto ed è introdotta da un intervento di Graziano Frediani.