Da qualche giorno gira su Facebook e sui principali social network una tavola tratta dall’ultimo numero di Topolino, in cui la “mania” complottistica delle scie chimiche viene presa in giro. La tavola è questa:
ed è molto probabile che tutto sia partito da qui, prima di rimbalzare in rete, fra post divertiti e altri decisamente più irritati dalla presa di posizione degli autori della storia. Da complottimo nasce complottismo, come già era successo in passato. Fioccano infatti i soliti commenti che rinvangano le presunte simpatie massoniche di Walt Disney (fortunatamente c’è chi fa notare che le storie, ehm, non sono scritte da lui). Altri, invece, trovano nella critica al loro credo all’interno di una pubblicazione così popolare, l’ennesima conferma della giustezza della propria battaglia. Scrive infatti l’utente MM:
“E’ il colmo! Anzi secondo me e’ la centesima prova a dimostrazione che questo sia un poblema reale!! Il sistema non si affannerebbe cosi’ prepotentemente ed in tutti i campi per screditare in maniera cosi’ subdola un argomento che per lui e’ un’invenzione di visionari…”
Altri, invece, invitano a non stupirsi più di tanto, essendo la Disney non nuova a questo tipo di operazioni. Come RR che, ricorda:
Beh…. la disney non è nuova neanche a sublimimali di simbologia massonica o immagini che richiamano organi sessuali… c’è un solo problema, la consapevolezza: Se lo sai non ha effetto, se non lo sai penetra a livello subcosciente.
Nessuno, fra quanti intervengono al dibattito, riesce però a raggiungere la lirica bellezza esposta nelle argomentazioni di uno dei capostipiti – almeno in Italia – del genere, e cioè il sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio, sempre foriero di interessantissimi spunti.
La notizia è stata ripubblicata anche sul sito del’Huffington Post. Sorvoliamo, qui, su come certa stampa tratti argomenti legati al fumetto in generale, e al fumetto disneyano in particolare. E questo nonostante Topolino sia ancora la testata leader fra le pubblicazioni dedicate all’infanzia e alla prima adolescenza (per lo meno). Sorvoliamo anche sul fatto che alla pubblicazione sul sito della tavola (che “spopola sul web”) non seguano indicazioni né sugli autori né su come e dove sia stata pubblicata (ci si accontenta di un generico “fumetti della Disney”) e, infine, anche sul fatto che la tavola sia chiamata *striscia*, cosa che con tutta evidenza non è. Concentriamoci, invece, sul fatto che non è il primo caso in cui Topolino, in uno dei suoi purtroppo sempre meno frequenti agganci all’attualità, richiami la stampa dei media generalisti, spesso interessati a strumentalizzazioni.
Il 5 giugno del 2012 il quotidiano Libero, infatti, apriva la propria edizione online con questa “notizia”, ancora una volta ripresa dal web. Ecco la tavola a cui l’articolo si riferisce:
L’autore dell’articolo, Giuseppe Pollicelli, questa volta fa uno sforzo in più, includendo il titolo della storia (Paperinik e le tasse rapinatorie) e gli autori (Giorgio Pezzin ai testi e Corrado Mastantuono ai disegni), ma evitando qualsiasi inquadramento storico della vicenda. Scrive(va) Pollicelli:
In quest’episodio viene incredibilmente anticipata (non di un giorno: di circa vent’anni) la soluzione adottata nel nostro Paese per provare a rimettere in sesto i conti dello Stato: nominare un governo di tecnici non ancora «contaminati» dalla politica i quali provvedano a salassare a più non posso i cittadini con ogni sorta di tasse e di balzelli.
Peccato che l’autore “dimentichi” di ricordare che già all’epoca parlare di governi tecnici non era cosa inusuale, e anche se la storia non poteva evidentemente essere riferita al Governo Ciampi (dal 28 aprile 1993 al 10 maggio 1994) come scritto da molti e anche da me [sic] essendo stata pubblicata sul settimanale il 23 maggio del 1993, riferimenti più precisi possono essere trovati nel prelievo forzoso del 6% dai conti correnti delle banche italiane operato durante il governo Amato (28 giugno 1992 al 28 aprile 1993).
Quelli di Libero non furono gli unici a cavalcare la ghiotta notizia in chiave antigovernativa. Se i primi a pubblicare la tavola furono probabilmente i gestori della pagina Fb di informazionelibera, molti altri caddero, più o meno inconsapevolmente, nell’equivoco. Il blog di Grillo, tanto per fare un noto esempio.
Tornando alla notizia di questi giorni, è doveroso notare che se molti identificano il famoso settimanale, ora edito da Panini, come un coacervo di filo-massoni, altri, e in particolare il sito www.sciechimiche.org, riconoscono alla testata il merito di aver parlato della manipolazione climatica già da molto tempo, prima che la cosa divenisse “di moda”, e in ben due occasioni (qui la seconda, con tanto di tavole a corredo). In realtà l’argomento compare in molte altre storie Disney. Ne ricordo in particolare una – credo disegnata da Bottaro – in cui Paperino irrorava le nubi con ioduro d’argento, per fermare la grandine che stava distruggendo i campi di cui era responsabile.
La storia del rapporto fra media e fumetti Disney italiani è lunga e complessa, e sarebbe inutile cercare di farne un sunto esaustivo qui. I nostri autori sono, da sempre, molto attenti all’attualità. Del caso esemplare di Minnotchka ha già parlato Renato Pallavicini in un ottimo articolo, mentre, personalmente, ho parlato del lavoro di Giorgio Pezzin, autore particolarmente attento alla storia del nostro paese, in un’altra occasione. Qui troverete un esempio più recente, tratto da una storia di Casty, in cui si mette il dito sull’annoso problema dei figli dei capi di Stato stranieri (stavolta né egiziani né marocchini) e che vale la pena riportare anche in questo articolo:
Non sono solo le testate giornalistiche, le pagine Facebook o i blog – più o meno complottisti – a leggere e/o citare Topolino. C’è un episodio specifico di cui vale la pena parlare in questo breve excursus.
Nella storia Paperino e Paperoga in…tre paperi dentro ad un cinema, sceneggiata dall’ottimo Fausto Vitaliano per i disegni di Alessandro Perina, e che vede come comprimari i membri del famoso trio comico Aldo, Giovanni & Giacomo, all’interno di una rassegna di film deprimenti viene presentata la pellicola Vacanze a Cuneo. L’innocente presa in giro suscitò un interessante esempio di “risentimento campanilistico”, da parte del locale Presidente della Coldiretti, costringendo la direttrice Valentina De Poli a repentine scuse.