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Il Ritorno del supereroe ‘cinese’ Green Turtle

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Il pluripremiato Gene Luen Yang (American Born Chinese e Saints & Boxers) e l’autore malese (ma singaporiano d’adozione) Sonny Liew pubblicheranno a Luglio per First Second Books il graphic novel The Shadow Hero.

L’intento dei due autori è quello di esplorare l’esperienza dell’immigrazione per i Cinesi d’Oltremare attraverso il genere supereroistico. La storia è ambientata negli anni ’30 e narra di Hank Chu, un adolescente americano figlio di due immigrati. La modesta vita quotidiana del ragazzo, che lavora nella piccola drogheria di famiglia, sarà sconvolta dai piani della madre, intenzionata a farlo diventare un supereroe. Il giovane Chu, attraverso la nuova identità, imparerà ad amare la sua nuova patria.

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Il concept del graphic novel si basa su un oscuro supereroe della Golden Age: Green Turtle. Ideato da uno dei primi fumettisti americani di origini cinesi, Chu Hing, e apparso per la prima volta su Blazing Comics #1 del 1944 (Rewl Publications). Nelle intenzioni dell’autore sarebbe dovuto essere il primo eroe di origini asiatiche, ma l’editore cassò l’idea. Nonostante il veto, Chu Hing cercò un’escamotage per conservare la sua idea originale: non rivelò mai l’identità di Green Turtle, in maniera tale da permettere ai lettori cinesi di immaginare che dietro la maschera si nascondesse, per l’appunto, un cinese.

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Chu Fook Hing nel 1919

La creazione di Green Turtle è sintomatica di un periodo particolare della storia americana e dell’atteggiamento ambiguo nei confronti dei cinesi. Infatti, sono gli anni del conflitto mondiale, e la Manciuria subiva l’invasione dei contingenti giapponesi, che perpetuarono atroci brutalità nella città di Nanchino tra il dicembre del 1937 e il gennaio del 1938. Il massacro di Nanchino fu ampiamente documentato e colpì sensibilmente l’opinione pubblica americana, che sensibilizzò notevolmente con la popolazione cinese. Gli editor, allora, non si lasciarono sfuggire questa ondata empatica ed optarono per una leggere rivoluzione. L’immaginario cinese era legato alle immagini stereotipate e prevalentemente a sfondo umoristico. Un esempio eclatante potrebbe essere la maniera in cui Jack Cole tratta i cinesi. The Claws, ad esempio, non è che un ennesima declinazione del personaggio pulp Fu Manchu, già protagonista di alcune storie a firma di Leo O’Mealia, poi ristampate su Detective Comics dall’allora National/Dc, oppure lo screwball comic Wu Cloo, dove viene enfatizzata la vena più “coolie”.

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Una tavola di Jack Cole da Smash Comics #29

In questo contesto, quindi, la pubblicazione di Green Turtle si pose come una piccola anomalia, perché Chu Hing, sensibile agli stereotipi razziali subiti, cercò di trattare il materiale sfuggendo ai vari cliché e creando una manciata di storie di ottima qualità, anche e soprattutto a livello grafico, in cui l’eroe combatteva contro l’esercito imperiale giapponese. Tuttavia, Blazing Comics non ebbe vita lunga e, nonostante, sparuti recuperi, il primo eroe sino-americano sembrò scomparire dalla memoria di molti.

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Il recupero retrologico di Yang e Liew ha, quindi, un motivo ben preciso e che si iscrive in una strategia identitaria, già ampiamente affermata nella doppia antologia Secret Identities e Shattered, sui supereroi sino-statunitensi. Non a caso, il progetto si basa non su un semplice recupero, ma sull’ideazione di un prequel, che colmi quel vuoto lasciato da Hing, mostrando la natura meticcia, ma orgogliosa delle proprie origini asiatiche, di Green Turtle. Qui un’anteprima.

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