Tiriamo le somme sulle novità editoriali di luglio, mese che non ha riservato sorprese particolari, complice anche il periodo di calma estivo. Tra i migliori fumetti pubblicati abbiamo quindi selezionato la nuova opera di uno dei più importanti e innovativi autori giapponesi degli ultimi anni, l’esordio italiano di quello che è stato definito “lo Zerocalcare francese” (anche se sarebbe più esatto affermare il contrario), il nuovo numero di una delle serie americane più interessanti dell’anno, l’esordio di una giovane rivelazione della bande dessinée francese e un’antologia di ambientazione londinese con il meglio della narrativa a fumetti (e non solo) britannica.
Fraction, di Shintaro Kago (Hikari)
Secondo volume di Shintaro Kago pubblicato in Italia e sua prima opera sulla lunga distanza dopo Uno scontro accidentale. Kago è uno dei mangaka più innovativi degli ultimi anni e vederlo alle prese con la dimensione del racconto lungo lo pone di fronte a nuove sfide.
In Fraction mostra la necessità di conciliare la sperimentazione del linguaggio grafico con la coerenza e complessità di una narrazione di più ampio respiro (senza comunque cedere ai compromessi della serialità). È un thriller horror, infarcito delle solite derive gore e splatter care all’autore, ma in realtà subito l’interesse viene dirottato verso altro. Non mancano poi in chiusura al volume una serie di racconti brevi.
QUI la nostra recensione.
Appunti di vita vol. 1, di Boulet (Bao Publishing)
Finalmente viene pubblicato in Italia il primo volume che raccoglie le storie del fumettista Boulet, apparse originariamente nel suo blog vero e proprio cult umoristico in patria. Boulet (che in francese significa “polpetta”) inizia a scrivere sul blog nel 2004 e le sue storie sono fortemente improntate a una rielaborazione fantasiosa delle sue vicende quotidiane. Fatti che, solitamente, ognuno di noi vive in maniera anonima, superficiale, quasi con noia ma che, nel caso di Boulet, si trasformano in vicende che spaziano da disavventure tragicomiche a veri e propri viaggi mentali che superano il reale, distorcendolo. Boulet, in sostanza, è un cantore della realtà come specchio di un immaginario fertile che affonda le sue radici nelle icone pop della generazione anni Ottanta.
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Multiversity n. 7, di Grant Morrison e Jim Lee (RW Lion)
Forse non sarà la miglior opera di Morrison, forse nemmeno una delle migliori serie americane dell’anno, ma Multiversity offre sempre una buona qualità media (con diversi picchi verso l’alto) e qualche peculiare spunto di interesse. Il settimo numero, Mastermen, offre in particolare un’interessante disamina sulla questione “morale” dei supereroi: in questo mondo del Multiverso DC, Superman è atterrato nella Germania nazista anziché in Kansas ed è diventato il braccio armato di Hitler, aiutandolo a conquistare gli Stati Uniti e a completare la più classica delle ucronie.
Ma dopo tanti anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, la figura di “Overman” (il nome di Kal-El in questo mondo) si fa molto più sfumata. E anche il ruolo dei “cattivi” della situazione è carico di una forte e originale ambiguità. Insomma, Morrison fornisce un quadro politico e sociologico credibile e sfaccettato (con il vantaggio di guardare gli Stati Uniti dall’esterno, da britannico), pur all’interno di un contesto fantastico. E Jim Lee – ormai non più la star degli anni Novanta – si piega volentieri al servizio dell’atmosfera e della narrazione, offrendo uno scenario cupo e non rinunciando a una dose minima di autocitazionismo mai fine se stesso.
Il gusto del paradiso, di Nine Antico (Coconino Press)
Nine Antico è autrice raffinata, che coniuga in chiave estremamente personale e delicata il racconto introspettivo con influenze pop. Il gusto del paradiso è il suo libro di esordio, che nel 2008 le ha fatto meritare una nomination per il premio miglior album al festival internazionale di Angoulême.
Il gusto del paradiso è il racconto di un’educazione sentimentale anni Novanta, un graphic novel autobiografico raccontato con un approccio che mostra influenze che vanno dal colto al popolare. Lo stile grafico dell’autrice è naif ma estremamente radicato in una cultura che si rifa tanto all’arte quanto all’illustrazione e al fumetto anni Sessanta.
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Londra in nero, di Aa.Vv. (Magic Press)
Oscar Zarate è nato in Argentina, ma dopo oltre quarant’anni vissuti in Inghilterra, si sente a tutti gli effetti un suddito di Sua Maestà. Il disegnatore ha così pensato di celebrare la città di Londra mettendo insieme un nucleo di autori britannici, provenienti dal mondo del fumetto, dell’arte, del tetro o della narrativa, che hanno realizzato delle storie a fumetti o in prosa.
Sceneggiatori come Alan Moore e Neil Gaiman, disegnatori come Warren Pleece e Melinda Gebbie, oppure sceneggiatori cinematografici come Tony Grisoni: ognuno racconta un pezzettino diverso di Londra – dalla City ai sobborghi più periferici – secondo il proprio punto di vista, ma abbandonando lo stereotipo del “grigio londinese” per puntare invece invece su un più interessante “nero”, inteso come genere narrativo. E ogni storia finisce per avere un carattere personale, sia dal punto di vista narrativo che da quello grafico, così nessuna pesta i piedi all’altra e alla fine va a far parte di un mosaico complesso e variegato.
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