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Lo scaffale di Claudio Stassi

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Per la rubrica Lo scaffale di…, a commentarci le sue letture più recenti, questa settimana ospitiamo Claudio Stassi, fumettista di origini palermitane trapiantato a Barcellona. La sua prolifica carriera lo vede collaborare con vari editori, producendo sia fumetto popolare (tra cui Dampyr per Sergio Bonelli Editore a Bau e Woof per il Giornalino) che graphic novel (come Per questo mi chiamo Giovanni o La banda Sternper Rizzoli); attualmente è attivo particolarmente nel mercato francese, recentemente autore di Rosario (per testi di Carlos Sampayo, edito da Ankama).

Billy Bat, di Naoki Urasawa e Takashi Nagasaki (GP Publishing)

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Io e i manga siamo come il limone con il bicarbonato, non riusciamo a stare bene assieme. Poi però capita che leggi un fumetto con una storia spettacolare e tanto ben disegnata come questa e vorresti gridare: Urasawa sei un fottuto genio. Ogni numero resto incollato su ogni pagina ad osservarne la freschezza del segno e rimango particolarmente colpito dal ritmo narrativo, mai banale e sempre sorprendente.

Outcast, di Kirkman, Azaceta e Breitweiser (Saldapress)

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QUI una recensione di Outcast e QUI una anteprima.

Outcast (per me “Paria” visto che lo leggo in spagnolo) di Kirkman e Azaceta, colori di Breitweiser. Ho appositamente aggiunto la colorista per due ragioni: la prima perché in Italia è stato pubblicato in bianco e nero e vi state perdendo un pezzo moooolto importante della serie, la seconda perché il colore di Outcast è tra i migliori che ho visto negli ultimi tempi nelle serie americane. il lavoro di Kirkman è molto maturo. Si vede cha ha alle spalle migliaia di pagine di sceneggiatura e che ha voglia di dare un cambio al suo modo di narrare. Narrazione asciutta, un ritmo vibrante sempre in continua ricerca del picco che non necessariamente avviene nell’azione, spesso ricade sugli sguardi dei personaggi, sul loro silenzio. i disegni di Azaceta sono potenti, cinematografici, la freschezza del suo disegno mi ha ricordato Fegredo in Enigma.

André the Giant, di Box Brown (Panini 9L)

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Seguo il wrestling fin da quando ero ragazzino e per me questo sport-spettacolo è composto fondamentalmente da due importanti figure: la prima è Hulk Hogan, la seconda senza dubbio è André the Giant. In questo graphic novel, Brown porta in scena la vita di Andrè dalla sua infanzia ai suoi incontri più importanti. Non tralascia di raccontare i tanti difetti del grande lottatore, del suo caratteraccio che lo portava a litigare costantemente con i suoi colleghi e alle difficoltà di salute che lo obbligarono a ritirarsi dal ring. Un documentario a fumetti ben fatto, narrato con un segno grottesco, con una bianco e nero netto e pulito.

Si dà il caso che, di Fumio Obata (Bao Publishing)

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QUI una intervista a Fumio Obata.

Due manga su cinque, chi legge questi consigli e mi conosce penserà che sto scrivendo ubriaco. Eppure Fumio Obata per me è un grande artista. Le sue pennellate e il suo racconto mi hanno commosso. È un autore dal segno delicato, deliziosamente impreciso ma allo stesso tempo potente nella sua incompletezza della forma. La prima pagina del suo fumetto sarebbe da appendere in un museo d’arte contemporanea.

Churubusco, di Andrea Ferraris (Coconino Press)

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QUI una intervista ad Andrea Ferraris e QUI una anteprima di Churubusco.

Andrea è un amico, quando mi mostrò le prime tavole di Churubusco capii che avevo davanti la nascita di un bellissimo libro . Ho avuto finalmente il piacere di leggerlo e credo senza dubbio che meriti tutta l’attenzione che merita. Una storia che racconta  un preciso momento degli Stati Uniti. Si parla di vita, morte, ribellione, sogni infranti, speranze. Il tutto inciso con forza, un segno violento, duro, sporco, ben equilibrato che rende la narrazione spessa e concentrata nei fatti che più interessano all’autore per raccontare la sua storia.

 

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