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Piera degli Spiriti: adolescenza e rivoluzione a fumetti

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Prendo in mano e sfoglio Piera degli spiriti… BOOM! È un salto indietro nel tempo; quando da ragazzino ero un lettore vorace ma selettivo. In piena adolescenza lessi molti manga, e fu quasi un passo obbligato avvicinarsi alla produzione di Kappa Edizioni, un marchio che portò molti ragazzi come me a interessarsi a un fumetto d’autore nuovo, moderno. Piera degli spiriti – prima edizione in volume targata 1996 – in quel contesto fu fondamentale, uno dei titoli più influenti di quegli anni. Per quelli della mia generazione – o per chi era poco più giovane o più vecchio – è stata una lettura formante, percepibile come di svolta.

Ora, questo romanzo di formazione adolescenziale a fumetti è di nuovo disponibile grazie a Panini Comics, in una edizione rinnovata, che vanta una nuovissima colorazione appositamente realizzata (come vi abbiamo mostrato in una intervista ad Alessandro Baronciani). Le edizioni sono in realtà due, una regolare e un’altra lussuosa, cartonata e di grande formato (per i veri amanti di Piera).

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Scritto da Giovanni Mattioli (una delle figure chiave di Kappa Edizioni, insieme ai più noti Kappa Boys) e disegnato da Davide Toffolo, Piera apparve prima sulla rivista Dynamite, per poi essere raccolto in volume più volte dalla casa editrice bolognese.

Quella di Piera è una storia che guarda al quotidiano accompagnandosi con soluzioni narrative ed espedienti fantastici mai ingombranti; è la storia di una ragazzina rimasta sola, a seguito della morte della nonna (dopo che già era rimasta senza genitori), ma che poi del tutto sola non è, perché a farle compagnia ci sono sempre le sue due amiche (con le quali ha un gruppo, “Le dinamite”). Poi ci sono anche gli spiriti. Perché era talmente legata alla nonna da non riuscire per niente a dimenticarla, continuando a vederla apparire in casa, come una sorta di spettro, appunto.

Quel momento di passaggio dalla gioventù all’età adulta nel personaggio di Piera viene amplificato per complessità e pathos della totale mancanza di affetti familiari; facendo così apparire il personaggio come un catalizzatore di ansie giovanili, una supereroina adolescenziale, senza costume (ma con delle orecchie animalesche). In lei è violenta la lotta interiore tra la ricerca di una propria strada e l’attrazione del passato e delle radici. La sua forza – nella determinazione a trovare una via propria – la rende personaggio estremamente carismatico, affascinante per il lettore più giovane, come modello, ma anche per il lettore maturo, con quella sorta di effetto nostalgia che sa evocare. Lei ha comunque la possibilità (economica) di seguire liberamente la propria strada – con la svolta finale – ma è anche questa libertà che la eleva ancor di più a modello. Così come gli elementi fantastici qui non creano distacco, bensì riescono a identificare un legame narrativo solido con la mente della protagonista.

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La storia è popolata da molti luoghi comuni dell’adolescenza (periodo per forza di cose composto da luoghi comuni), che però appaiono sempre funzionali al racconto, realistici, e per questo non lì solo per strizzare l’occhio al lettore.

Se ripreso in mano ora, il racconto non appare invecchiato, dopo tutti questi anni. Sicuramente gli adolescenti hanno sempre problemi simili, approcci e prime volte simili (con la musica, la droga, il lavoro, il sesso).

La nuova colorazione di Alessandro Baronciani ha reso queste pagine più pop e meno underground. La sua abilità è stata nel contraddistinguere le tavole con toni tipici degli anni Novanta, senza scadere nel datato, senza guardare troppo a fumetti di quel periodo, bensì evocando un sentire comune (chiaramente vivo nell’autore, che in quegli anni era un ragazzino, come dice nell’introduzione stessa al volume).

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Piera degli spiriti
ha contribuito a cambiare il linguaggio del raccontare a fumetti in Italia, lo ha fatto un po’ crescere, aprendogli prospettive narrative più giovani e intimiste. Ma soprattutto ha accompagnato molti lettori nella loro crescita.

Viene da pensare che, come in America c’è stato Ghost World (di Daniel Clowes), da noi c’è stato Piera degli spiriti, quasi contemporanei. Da Piera non hanno tratto un film, ma questo non è certo colpa sua. Sono entrambe storie di formazione adolescenziale, che hanno messo le ragazze al centro del racconto, con esiti simili, con speranza ma anche molta rassegnazione. La fuga appare come unica soluzione, una fuga dal passato, verso prospettive di vita che rimangono ignote al lettore quando chiude il libro.

Piera degli spiriti
di Davide Toffolo e Giovanni Mattioli
Panini Comics 2015
112 pag. – 15 € (edizione regolare), 29 € (edizione deluxe)

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