Il terremoto di Secret Wars, il nuovo evento targato Marvel che coinvolge l’intero universo della Casa delle Idee, porterà alla chiusura della linea Ultimate, che quest’anno aveva compiuto quindici anni.
Quella Ultimate però è solo una delle tante etichette lanciata da un editore per differenziare il proprio parco testate. Ecco nove etichette editoriali (Marvel e DC) morte e sepolte.
All Star
All Star venne concepita come la risposta della DC all’universo Ultimate della Marvel. Grandi nomi del fumetto avrebbero potuto sperimentare con le icone della casa editrice liberi da ogni legaccio della continuity. Creata nel 2005, All Star fu battezzata da Frank Miller e Jim Lee con il loro All Star Batman & Robin, un flop qualitativo buono solo per l’antologico ‘I’m the goddam Batman’, a cui fece seguito All Star Superman, uno dei migliori lavori di Grant Morrison, creato in coppia con Frank Quietly.
Entrambe le serie subirono ritardi considerevoli (Superman terminò la sua corsa nel 2008, Batman & Robin sarebbe dovuta finire nel 2011 ma nonostante gli annunci, è ancora in stallo) e gli altri titoli previsti, All Star Wonder Woman di Adam Hughes e All Star Batgirl di Geoff Johns e J. G. Jones, non hanno mai visto la luce.
Star Comics
Decenni fa, nel fumetto statunitense esisteva una scala d’età per cui i lettori, dai titoli della Gold Key (Disney e altre licenze), passavano a quelli Archie Comics e, infine, a Marvel e DC. Quando Gold Key e altre compagnie specializzate in fumetti per l’infanzia chiusero, i grandi giocatori pensarono di colmare quel vuoto; la Marvel ci pensò con Star Comics (1984-1991), l’etichetta per il pubblico più giovane che comprendeva titoli originali come Planet Terry e Top Dog o serie tratte da show televisivi e giocattoli. Il più grande contributo della Star Comics resta comunque la serie di Spider-Ham, la parodia suina dell’Uomo Ragno.
Razorline
Negli anni Novanta, l’autore horror Clive Barker creò un’intera linea di fumetti per la Marvel, la Razorline, nel tentativo di proporre comic book adulti e in stile Vertigo. Secondo il romanziere, la collana avrebbe dovuto ampliare i confini del mezzo verso nuovi territori, ma finì con l’essere un contenitore di storie dimenticabili, tanto che nell’arco di 24 mesi era già bella che andata. Tra i vari titoli, si segnala Ectokid, scritto dai fratelli Wachowski e disegnato da Steve Skroce.
Un concetto simile verrà utilizzato per Marvel Edge (1995-96), una linea che pubblicava rivisitazioni di personaggi Marvel dai toni adulti. Qui Grant Morrison e Mark Millar pubblicarono il loro Skrull Kill Krew.
Tsunami
All’inizio degli anni Duemila, la Marvel fece di tutto per attirare a sé il pubblico più giovane. Alcuni tentativi riscossero successo (l’universo Ultimate), altri meno. Una delle operazioni più sfortunate fu la linea Tsunami, creata per portare novità e un gusto diverso al fumetto statunitense, anche grazie all’apporto di disegnatori orientaleggianti. Dopo 18 mesi di pubblicazione le varie Namor, Sentinel, Venom e Mystique vennero chiuse; si salvò soltanto Runaways, la serie di Brian K. Vaughan e Adrian Alphona, poi trasferita nel parco testate generale della compagnia.
Epic Comics
Epic Comics è stata la più importante etichetta Marvel. Anni prima della Vertigo di Karen Berger, Archie Goodwin, il supervisore della linea, offrì letture adulte e connubi creativi fuori dal canonico. Anche se inizialmente era stata concepita come serbatoio di personaggi creator-owned, sotto l’egida Epic videro la luce Stray Toasters, Silver Surfer: Parabola, Elektra: Assassin e la traduzione di Akira.
Attiva dal 1982 al 1994, Epic venne riesumata per un breve periodo all’inizio degli anni Duemila, per lavori come Trouble (il fumetto scritto da Mark Millar in cui zia May dava sfogo ai suoi istinti animali).
New Universe
Linea nata in occasione del venticinque anni della Marvel che ha portato alla creazione di personaggi come Star-Brand. Se volete approfondire la storia dietro all’universo creato da Jim Shooter, qui trovate un bel pezzo di Tonio Troiani.
Amalgam Comics
Amalgam Comics è l’etichetta frutto della fusione di DC Comics e Marvel, nata e morta tra il 1996 e il 1997. L’idea, in pieno stile anni Novanta, era semplice e titillante: unire i personaggi delle due case più simili tra loro, creando terzi personaggi con cui popolare un nuovo universo. Tra le testate si trovano mash-up come Bruce Wayne Agent of S.H.I.E.L.D. e Lobo the Duck o eroi quali Dark Claw (Batman+Wolverine) e Super-Soldier (Superman+Capitan America).
Helix
Helix, di proprietà della DC Comics, fu un’etichetta a sfondo sci-fi lanciata nel 1996. Avrebbero dovuto chiamarla Matrix, ma i capoccioni DC preferirono non confondere il pubblico in previsione dell’allora sconosciuto film di fantascienza omonimo.
Tra gli autori coinvolti nelle serie Helix comparivano Howard Chaykin, Elaine Lee, Matt Howarth, Warren Ellis, Walt Simonson e Garth Ennis, ma i loro nomi non bastarono a sollevare le vendite e quasi tutte le testate ebbero vita breve. Fece eccezione Transmetropolitan di Ellis (passato alla Vertigo dopo la chiusura di Helix), che è l’unico titolo memorabile del lotto.
Zuda Comics
Dal 2007 al 2010, la DC Comics tentò la strada del webcomic con un contest mensile. Ogni trenta giorni, gli utenti potevano sottoporre il proprio fumetto di otto pagine e, dopo una selezione editoriale che determinava dieci candidature, venire votati dal web. Il premio: un contratto con l’etichetta. Zerocalcare partecipò – e vinse – nel gennaio 2009 con Safe Inside, una storia a tema zombie. Ma nel 2010 la DC lanciò il proprio servizio digitale, incorporando il progetto Zuda e mettendo i sigilli sui vari progetti.
L’autore ha dichiarato che la sua partecipazione ha in parte mostrato le debolezze dell’iniziativa: «Potevo contare su una comunità molto più reattiva, coesa e numerosa del “fumettista medio”. Risultato: il sito di Zuda è stato inondato di accessi e di votanti che mi hanno fatto stravincere il contest. […] Quella vicenda ha messo in luce i limiti e le contraddizioni di quel meccanismo e sui vari forum ha continuato ad essere citata nei mesi successivi, vuoi come geniale macchina da guerra del marketing, vuoi come ignobile truffa dei soliti italiani mafiosi.»