Cosa c’è di meglio di fare una gita in una stazione di polizia che galleggia nel nulla e scoprirla piena di mafiosi che viaggiano nel tempo? Dopodiché staccarla dall’ancora, lasciarla alla deriva e andarsene via.
Questa in sintesi è la trama del terzo episodio di Gli argini del tempo di Alessandro Sisti, Claudio Sciarrone e Max Monteduro, pubblicato su Topolino 3104, da oggi in edicola. Questa puntata è la vera svolta della storia, perché risolve alcune quesiti dei numeri precedenti lasciando aperto solo quello più grande e senza proporre alcuna soluzione, se non forse una…
Ma andiamo con ordine, come al solito, iniziando dalla trama.
Leggi le recensioni degli episodi precedenti di PK – Gli argini del tempo
La trama in due parole
Lyla ha capito come raggiungere Time 0 e lei e Pikappa si ritrovano all’interno della base della Tempolizia, situata fuori dal tempo e dello spazio. Per muoversi nella la struttura decidono di utilizzare i corridoi di manutenzione per evitare brutti incontri: saggia scelta, perché la base è caduta in mano all’Organizzazione. Con le attrezzature della Tempolizia e arruolando i detenuti del carcere cronostatico i cronopirati approfittano dell’anomalia spaziotemporale per compiere scorrerie in tutto il multitempo. Gli agenti di Time 0 sono impotenti, rinchiusi nelle celle della loro stessa prigione.
Per prima cosa, Lyla e Paperinik liberano dalla cronostasi il cronocomandate, che li mette al corrente dell’accaduto. La base è stata colpita dall’anomalia temporale come da un’onda. Poi sono arrivati gli uomini dell’Organizzazione a brodo delle navette paratemporali, hanno preso alla sprovvista la guarnigione e l’hanno imprigionata. Con la stessa arroganza del suo predecessore, il cronocomandante non ascolta i consigli di Lyla e conduce i suoi uomini all’armeria in vista della battaglia per riprendere la base.
Pikappa e la papera però non li seguono, lei ha un piano per neutralizzare l’esondazione temporale all’origine. Scoperti dai criminali, si rifugiano in una camera stagna che dà all’esterno, verso il nulla assoluto, e ci si barricano dentro mentre fuori sopraggiunge uno dei capi dell’Organizzazione. In un dialogo attraverso la porta spiega agli eroi che non sono stati i criminali a causare l’anomalia ma che l’hanno solo sfruttata. Offre ai due anche di passare dalla sua parte, ma loro rifiutano.
Bloccati nella stanza, devono trovare il modo per uscire nel nulla senza tute a tempo soggettivo. Paperinik per fortuna ha un asso nella manica: la sua supertuta, che non avrebbe voluto usare perché quasi scarica. Ritorna così l’irritante Intelligenza Omega, che riesce a creare un campo di realtà soggettiva intorno al papero per permettergli una passeggiata all’esterno della base fino a recuperare l’ipernodo che la ancora nel non-luogo dove si trova.
Con un montaggio alternato vediamo i capi dell’Organizzazione che pensano a come eliminare i due ficcanaso: prima attivano dei droni e li spediscono nel primo episodio a sparacchiare laser, poi ingaggiano il loro migliore agente per un po’ di azione nel secondo episodio. Ma la loro stretta sulla base cederà presto, perché i tempoliziotti sono liberi e Time 0, privo dell’ipernodo, non è più ancorato al fulcro temporale.
Intanto Pikappa e Lyla si traslano nel XXI secolo, alla ricerca dell’origine dell’anomalia.
Appunti per i Pkers
Finalmente Sisti si è deciso da tirare fuori l’Intelligenza Omega (Sergio per gli amici) e a spiegarci perché Pikappa non voglia usarlo. Non perché lo trova antipatico o ne ha paura, ma perché sa che gli è rimasta poca energia e preferisce conservarla per qualcosa di importante. Ad esempio una passeggiata nel nulla assoluto.
Per ricaricare Omega non basta attaccarlo alla presa di corrente o fargli un semplice pieno di monometildrazina, ma, come per quasi tutta la tecnologia Ducklair, bisogna alimentarlo con le correnti geodinamiche catalizzate dalla Ducklair Tower, quelle che alimentavano anche Uno e Due… e aprivano il passaggio ai demoni infradimensionali.
Dopo la ciucciata di batteria della nanotuta sarà molto difficile che Pikappa possa utilizzare presto di nuovo Omega. Nelle prossime storie quasi certamente gli autori limiteranno l’utilizzo della tuta, magari trasformandolo in un tema ricorrente della serie come avevano fatto con la Pikar in PK².
La Time 0 che troviamo negli argini del tempo è la stessa che conosciamo, con cunicoli di servizio (v. Speciale 97 Missing), nulla esterno, tute a tempo soggettivo e sale per il monitoraggio del corso della storia (v. PKNA 12 Seconda stesura), celle di cronostasi e fulcri d’ingaggio nel nulla cosmico un po’ troppo semplici di far saltare (v. PKNA 33 Il giorno che verrà). La base della Tempolizia è una delle invenzioni più interessanti dell’intero universo di PK. Un luogo fuori dal tempo e dallo spazio da cui viene controllato che la Storia segua il suo corso. Un posto senza dubbio affascinante. Fulcro del mondo, può essere retto solo da un uomo duro e sicuro di sé.
Il Cronocomandante “classico” di PKNA aveva rassegnato le dimissioni sul numero 33 Il giorno che verrà perché non aveva saputo contrastare l’attacco del Razziatore e l’evasione di Kronin. Il suo sostituto sembra perfettamente alla sua altezza: anche lui è deciso, cocciuto, superbo e poco incline ad ascoltare il parere di un semplice droide come Lyla.
Anche i capi dell’Organizzazione non sono gli stessi della prima serie, e la cosa era stata già anticipata da Sisti nell’intervista pubblicata su Topolino 3102: “in certi posti che i lettori di vecchia data conoscono troveremo personaggi diversi da quelli che li occupavano un tempo”. Arrestati in PKNA 43 Tempo al tempo, i leader originali dovrebbero essere da qualche parte nel carcere cronostatico, probabilmente lasciati in cella dai nuovi, poco desiderosi di concorrenza. Come il primo “triumvirato”, anche il nuovo è composto da una donna, un papero cyborg e un rapace gigantesco, unico dei sei boss di cui si conosce il nome, Hanab.
Nelle celle a logica dovrebbero essere rinchiusi anche Newton, Vostok, McCabe, Nash e gli altri simpaticoni che abbiamo conosciuto sulle pagine di PKNA. È un peccato che Sisti e Sciarrone non li abbiano fatti comparire per un salutino, nemmeno sullo sfondo…
Una parola la merita anche la copertina (senza entrare nella polemica della scollatura “censurata” di Lyla). Come mai compare la Ducklair Tower? È un’immagine generica della serie, ambientata prima di Potere e potenza? Oppure Sciarrone ci sta dicendo che la torre tornerà?
La mente dietro la storia
Come scritto in apertura, la terza puntata chiarisce qualche dubbio lasciato aperto negli episodi precedenti ma ne spalanca uno gigantesco.
Grazie all’esperienza di sceneggiatore di Sisti, che si riscatta completamente dopo la seconda puntata viziata dagli spiegoni, scopriamo da dove provengono gli avversari dei primi due episodi, non con un semplice flashback ma assistendo in diretta alla loro partenza nelle missioni… concluse uno o due numeri fa. Potenza dei viaggi nel tempo!
Il grande quesito che rimane aperto è la causa dell’anomalia temporale. Esclusi il Razziatore e l’Organizzazione, restano pochi possibili colpevoli tra i componenti del cast di Pikappa e gli autori sono stati particolarmente tirchi per quanto riguarda gli indizi.
È molto interessante il modo in cui Sisti sta facendo agire Lyla. La papera sembra molto più intraprendente che nelle serie classiche, è lei a decidere sempre cosa fare e si trascina dietro Pikappa, probabilmente un po’ stordito da tutti i “cronoparoloni”. È sempre stata poco incline a ubbidire agli ordini, ha sempre fatto di testa sua anche contro il parere dei suoi superiori, ma mai si era spinta a compiere un atto grave come sabotare la base della Tempolizia.
Qualche Pker in rete, già prima di questo terzo episodio, ha ipotizzato che non si tratti della vera Lyla ma di un altro droide di classe 5Y, forse Geena stessa riattivatasi in qualche modo, che si sta spacciando per la giornalista. Forse addirittura è stata lei stessa a causare l’anomalia. Se questa teoria si rivelasse vera – e bisogna ammettere che è credibile -, Gli argini del tempo si rivelerebbe come una delle storie più coraggiose di tutta la saga di PK. Un grande inganno da parte di Sisti, Sciarrone, Monteduro e di tutta la redazione di Topolino: incentrare tutta la comunicazione sul ritorno di uno dei comprimari più amati della serie per poi rimangiarsi tutto. Non è lei, cari Pkers, vi abbiamo ingannati. Anzi, lei è il cattivo.
Per scoprire se davvero Lyla non è quella che sembra, o per incontrare il vero avversario di Paperinik, dovremo aspettare mercoledì prossimo e l’ultimo episodio di Gli argini del tempo.